1° Corinti 5:6-12 Il vostro vantarvi non è buono. Non sapete voi che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta?
Purificatevi del vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.
Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.
V’ho scritto nella mia epistola di non mischiarvi coi fornicatori; non del tutto però coi fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i rapaci, e con gl’idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che v’ho scritto è di non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace; con un tale non dovete neppur mangiare.
Poiché, ho io forse da giudicar que’ di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Que’ di fuori li giudica Iddio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi.
Paolo aveva scritto di non mischiarsi con i fornicatori, ma non intendeva dire che non dovevano avere più nessun rapporto con i fornicatori, o con gli avari, rapaci e con gli idolatri di questo mondo; Paolo era stato frainteso da quelli di Corinto.
Fin quando siamo nel mondo, inevitabilmente dobbiamo avere e mantenere buoni rapporti con quelli del mondo, ovviamente senza collaborare alle loro opere, ma con la nostra stessa vita testimoniare che siamo la luce del mondo ed il sale della terra.
I credenti sono coloro che fanno parte del popolo di Dio, loro vivono nella Casa del Padre non da reclusi, entrano escono trovano pastura ed hanno rapporti con quelli di fuori.
Quelli di fuori debbono vedere la differenza di quelli di dentro, prima di ogni cosa non si debbono sentire giudicati e condannati ma amati e compresi dall’Amore di Dio che è in quelli di dentro.
Noi siamo chiamati a giudicare quelli di dentro e non quelli di fuori che li giudica Iddio.
Spesso vogliamo togliere il malvagio da quelli di fuori, e non lo togliamo di mezzo a noi stessi, così facendo siamo di scandalo, perché quelli di fuori a volte odono e sanno o ne sono coinvolti da tutto quello che avviene in mezzo a coloro che dicono di essere quelli di dentro.
La chiesa di Corinto aveva paura di contaminarsi con quelli del mondo, e non si rendeva conto della propria contaminazione, non mangiava con quelli di fuori e mangiava con “quelli di dentro”.
1° Corinti 10:27-33 Se qualcuno de’ non credenti v’invita, e voi volete andarci, mangiate di tutto quello che vi è posto davanti, senza fare inchieste per motivo di coscienza.
Ma se qualcuno vi dice: Questa è cosa di sacrifici, non ne mangiate per riguardo a colui che v’ha avvertito, e per riguardo alla coscienza; alla coscienza, dico, non tua, ma di quell’altro; infatti, perché la mia libertà sarebb’ella giudicata dalla coscienza altrui?
E se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie?
Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio.
Non siate d’intoppo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio: sì come anch’io compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando l’utile mio proprio, ma quello de’ molti, affinché siano salvati.
Dobbiamo stare molto attenti a non essere d’intoppo agli altri, dobbiamo mantenere buoni rapporti con tutti (per quanto dipende da noi), affinché non facciamo inciampare nessuno scandalizzandolo con la nostra vera o presunta santità che a volte non compiace a tutti in ogni cosa.
Paolo non cercava il proprio utile, ma quello di molti, affinché siano salvati e non scandalizzati.
Paolo si metteva dalla parte del peccatore e non dalla parte del peccato.
Il peccatore si deve sentire amato da quelli di dentro, non giudicato, quando farà parte di quelli di dentro egli sarà amato, giudicherà e sarà giudicato da quelli di dentro.
Il cristianesimo di oggi, lancia anatemi a destra e sinistra e non giudica se stesso.
Giovanni 12:47 E se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.
Matteo 7:1 Non giudicate acciocché non siate giudicati.
Matteo 7:1-6 Non giudicate acciocché non siate giudicati; perché col giudicio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura onde misurate, sarà misurato a voi.
E perché guardi tu il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello, mentre non iscorgi la trave che è nell’occhio tuo?
Ovvero, come potrai tu dire al tuo fratello: Lascia ch’io ti tragga dall’occhio il bruscolo, mentre ecco la trave è nell’occhio tuo?
Ipocrita, trai prima dall’occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per trarre il bruscolo dall’occhio del tuo fratello.
Non date ciò ch’è santo ai cani e non gettate le vostre perle dinanzi ai porci, che talora non le pestino co’ piedi e rivolti contro a voi non vi sbranino.
Attenzione a come ci comportiamo con quelli di fuori e con quelli di dentro, Gesù non è venuto a giudicare ma a salvare; certamente tornerà a giudicare, il giudizio di Dio comincia dalla Sua Casa.
Il salvare appartiene al Signore, noi siamo chiamati ad essere dei buoni testimoni di Cristo, la nostra testimonianza è suggellata nella nostra vita cristiana di tutti i giorni.
Giovanni 8:15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico alcuno.
Giudicare secondo la carne, spesso può portarci in conflitti carnali e non spirituali, siamo chiamati a non intrufolarci e giudicare i fatti di quelli di fuori.
1° Tess. 4:8-12 Chi dunque sprezza questi precetti, non sprezza un uomo, ma quell’Iddio, il quale anche vi comunica il dono del suo Santo Spirito.
Or quanto all’amor fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi siete stati ammaestrati da Dio ad amarvi gli uni gli altri; e invero voi lo fate verso tutti i fratelli che sono nell’intera Macedonia. Ma v’esortiamo, fratelli, che vie più abbondiate in questo, e vi studiate di vivere in quiete, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come v’abbiamo ordinato di fare, onde camminiate onestamente verso quelli di fuori, e non abbiate bisogno di nessuno.
Ci dobbiamo studiare di vivere in quiete, di farci i fatti nostri, e di comportarci onestamente verso quelli di fuori che ci stanno a guardare e cercano Cristo Gesù in te ed in me.
Matteo 26:51-52 Ed ecco, uno di quelli che erano con lui, stesa la mano, prese la spada, la sfoderò e, colpito il servo del sommo sacerdote, gli recise l’orecchio.
Allora Gesú gli disse: “Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada.
Pietro voleva difendere il Signore, ancora non possedeva pienamente la Spada dello Spirito che è la Parola di Dio, sfoderò la sua spada e recise l’orecchio al servo del sommo sacerdote.
Spesso pensando di difendere il Signore e che questa sia la Sua volontà, sfoderiamo la nostra spada, la nostra lingua, la nostra parola, e colpiamo a destra e sinistra recidendo parecchie orecchie e scandalizzando coloro che sono colpiti dalla nostra spada, e facendoli divenire sordi.
Il motivo che spingeva Pietro a fare questo era buono, egli amava il Maestro e non voleva che morisse; a volte anche noi che amiamo il Signore e che siamo pieni di zelo, usciamo fuori la spada sbagliata e crediamo che sia quella dello Spirito Santo ed invece è quella del nostro spirito umano.
Il Signore ci invita a riporre la spada al suo posto, a saper tacere ed accettare la volontà del Signore e non giudicare se non vogliamo essere giudicati dallo stesso nostro giudizio, e perire di spada.
Cerchiamo di combattere con la Spada dello Spirito e di indossare la completa di Dio, e mettiamo al suo posto la nostra lingua affinché non sia una spada che ferisce a destra ed a sinistra.
Non feriamo nessuno, ne quelli di fuori, ne quelli di dentro e cerchiamo di tenere la nostra spada sempre nel fodero non giudicando secondo la carne.
Giacomo 3:5-18 Così anche la lingua è un piccolo membro, e si vanta di gran cose. Vedete un piccolo fuoco, che gran foresta incendia!
Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità. Posta com’è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e infiamma la ruota della vita, ed è infiammata dalla geenna.
Ogni sorta di fiere e d’uccelli, di rettili e di animali marini si doma, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male senza posa, è piena di mortifero veleno.
Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che son fatti a somiglianza di Dio.
Dalla medesima bocca procede benedizione e maledizione.
Fratelli miei, non dev’essere così. La fonte getta essa dalla medesima apertura il dolce e l’amaro?
Può, fratelli miei, un fico fare ulive, o una vite fichi? Neppure può una fonte salata dare acqua dolce.
Chi è savio e intelligente fra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere in mansuetudine di sapienza.
Ma se avete nel cuor vostro dell’invidia amara e uno spirito di contenzione, non vi gloriate e non mentite contro la verità.
Questa non è la sapienza che scende dall’alto, anzi ella è terrena, carnale, diabolica.
Poiché dove sono invidia e contenzione, quivi è disordine ed ogni mala azione.
Ma la sapienza che è da alto, prima è pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità senza ipocrisia.
Or il frutto della giustizia si semina nella pace per quelli che s’adoprano alla pace.
A volte ci reputiamo perseguitati per il nome del Signore, e non ci rendiamo conto che siamo perseguitati a cagione della nostra lingua che ferisce gli altri e pertanto si allontanano da noi.
Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano alla pace, tutti ci reputiamo sapienti, crediamo di essere guidati dalla Sapienza di Dio, è veramente così?
La nostra sapienza è pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia? Se così è ci stiamo adoperando per la pace.
Se così non è ci stiamo adoperando per la guerra, e certamente stiamo usando la nostra spada.
Fermiamoci ad esaminare quello che esce dalla nostra bocca, certamente procede dal nostro cuore.
Matteo 5:9 Beati quelli che s’adoperano alla pace, perché essi saran chiamati figliuoli di Dio.
Luca 2:14 Gloria a Dio ne’ luoghi altissimi, pace in terra fra gli uomini ch’Egli gradisce!
Quelli di fuori vedono la pace del Signore nei nostri cuori, la vedono sgorgare dalle nostre labbra?
Pace del Signore
F.llo Eliseo