Feb 16

Quando sarai vecchio

Giov. 21:15 Ora, dopo ch’ebbero desinato, Gesù disse a Simon Pietro: Simon di Giona, m’ami tu più che costoro? Egli gli disse: Veramente, Signore, tu sai ch’io t’amo. Gesù gli disse: Pasci i miei agnelli.

21:16 Gli disse ancora la seconda volta: Simon di Giona, m’ami tu? Egli gli disse: Veramente, Signore, tu sai ch’io t’amo. [Gesù] gli disse: Pasci le mie pecore.

21:17 Gli disse la terza volta: Simon di Giona, m’ami tu? Pietro s’attristò ch’egli gli avesse detto fino a tre volte: M’ami tu? E gli disse: Signore, tu sai ogni cosa, tu sai ch’io t’amo. Gesù gli disse: Pasci le mie pecore.

21:18 In verità, in verità, io ti dico, che quando tu eri giovane, tu ti cingevi, e andavi ove volevi; ma, quando sarai vecchio, tu stenderai le tue mani, ed un altro ti cingerà, e ti condurrà là ove tu non vorresti.

21:19 Or disse ciò, significando di qual morte egli glorificherebbe Iddio. E detto questo, gli disse: Seguitami.

Leggendo tutto il capitolo 21 del vangelo di Giovanni emergono molte verità. Gesù per ben tre volte chiede a Pietro: mi ami tu? La prima domanda è: mi ami tu più che costoro?

Pietro aveva rinnegato il Signore ben tre volte, dopo aver detto che se gli altri avessero abbandonato Gesù egli sarebbe stato pronto a morire per seguire il Signore. Nel dire questo, Pietro dichiarava di amare il Maestro più degli altri, e offendeva gli altri reputandoli codardi che si sarebbero tirati indietro. La prima domanda di Gesù mette nuovamente Pietro a confronto con gli altri: ma ami tu più di costoro? Pietro non risponde: si ti amo più di costoro, ma disse: Veramente, Signore, tu sai che io ti amo. Pietro non testimonia di quello che sa lui, ma di quello che sa il Signore di lui. Pietro ha compreso di avere sbagliato a reputarsi il più spirituale dei dodici, egli sapeva che Giovanni aveva seguito il Maestro fino alla fine e non aveva dichiarato di amare il Maestro più degli altri.

Giovanni non era stato codardo e non aveva umiliato gli altri, eppure era il più giovane (vecchio) del gruppo e non si era mai vantato di amare il Maestro più degli altri.

La seconda e la terza domanda di Gesù è: mi ami tu? Alla terza domanda Pietro risponde rattristato: Signore, tu sai ogni cosa, tu sai che io ti amo. Tu sai ogni cosa, tu conosci la mia debolezza, che ti ho rinnegato per ben tre volte, nonostante tutto ciò, tu sai che ti amo.

Pietro ha paura di affermare che ama Gesù, pur sapendo di amarlo non lo dichiara per timore di essere smentito e dice: tu sai ogni cosa, tu sai che io ti amo. In queste parole Pietro dichiara di non sapere nulla di se stesso, ma di essere certo che Gesù lo conosce molto bene, che conosce i suoi sentimenti nonostante i suoi fallimenti. Pietro è stato riabilitato dal Maestro, egli riceve un mandato, il Maestro lo costituisce pastore, tutti sono stati chiamati ad essere seguaci di Gesù, cioè discepoli, dopo sono stati mandati, cioè costituiti apostoli. Pietro è un apostolo che il Signore ha costituito anche pastore. Questo ministerio potrebbe fargli nuovamente pensare di valere più degli altri, pertanto il Signore lo mette nuovamente in guardia dichiarandogli che non è ancora nella condizione di donare la propria vita per l’evangelo.

Pietro qualche ora prima aveva deciso di andare a pescare, gli altri lo avevano seguito. Si era spogliato ed era nudo, si era cinto quando aveva riconosciuto il Signore.

Giov. 21:7 Laonde quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: Egli è il Signore. E Simon Pietro, udito ch’egli era il Signore, succinse la sua veste (perciocchè egli era nudo), e si gettò nel mare.

Pietro aveva fatto questo quando era giovane, adesso è più maturo ma non è ancora vecchio, egli non stende le sue mani per essere cinto da un altro e per essere condotto dove lui non vorrebbe andare. Lo Spirito Santo deve lavorare ancora il rude pescatore, lo deve convincere a ricoverarsi nella Casa di Riposo del Signore, dove tutti i “vecchi” si lasciano cingere, vestire e rivestire e condurre dove loro non vorrebbero andare. I vecchi non hanno più una piena autonomia, più invecchiano, e più dipendono da qualcuno. Qualcuno li ciba, qualcuno li lava, qualcuno li porta per mano o in braccio. Il vecchio è come un piccolo fanciullo, dipende da qualcuno.

Matt. 18:1 IN quell’ora i discepoli vennero a Gesù dicendo: Deh! chi è il maggiore nel regno de’ cieli?

18:2 E Gesù, chiamato a sè un piccolo fanciullo, lo pose nel mezzo di loro, e disse:

18:3 Io vi dico in verità, che se non siete mutati, e non divenite come i piccoli fanciulli, voi non entrerete punto nel regno de’ cieli.

18:4 Ogni uomo adunque, che si sarà abbassato, come questo piccolo fanciullo, è il maggiore nel regno de’ cieli.

Per entrare nel Regno dei cieli è necessario divenire come i piccoli fanciulli, ciò non è sufficiente per amministrare i beni del Padre.

Galati 4:1

4:1 Or io dico: Fin tanto che l’erede è fanciullo, non differisce in nulla dal servo, benché sia padrone di tutto;

Romani 8:17

8:17 e se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con lui.

L’erede che è fanciullo, pur essendo padrone dei beni del Padre, non si differisce in nulla dai servi del Padre, i quali sono soltanto servi e non amici. L’erede che non rimane fanciullo, ma cresce e diviene adulto ed onora il Padre diviene amico ed ha accesso ai tesori del Regno del Padre. Solo allora comincia a ministrare agli altri fratelli che sono ancora piccoli fanciulli. Bisogna divenire vecchi, molto vecchi, per essere pienamente arresi e condotti ad essere crocifissi con Cristo.

La forza della carne, il vigore e l’irruenza crescono nel piccolo fanciullo e raggiungono il culmine nell’adulto, ma cominciano a scemare nell’anziano e quasi scompaiono nel vecchio.

Il vecchio spesso ha una buona memoria del passato remoto, quella memoria è la “cassaforte” dell’esperienza, in quella cassaforte ci sono tutti gli anni della sua vita, a partire dalla fanciullezza.

Anche se la vista si è oscurata, adesso vede bene le bravate della giovinezza e gli errori di tutta la sua vita, solo questo è il bagaglio che fa del vecchio un saggio.

Ebrei 5:13

5:13 Perché chiunque usa il latte non ha esperienza della parola della giustizia, poiché è bambino;

Romani 5:1-5 Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; e non soltanto questo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e la esperienza speranza.

Or la speranza non rende confusi, perché l’amor di Dio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Pietro doveva ricevere afflizioni, affinché divenisse paziente, la pazienza produce esperienza, l’esperienza speranza che segue la fede, e la carità che è il culmine della maturità in Cristo.

2° Pietro 1:5 voi, per questa stessa ragione, mettendo in ciò dal canto vostro ogni premura, aggiungete alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza la continenza; alla continenza la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l’amor fraterno; e all’amor fraterno la carità.

Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né oziosi né sterili nella conoscenza del Signor nostro Gesù Cristo.

Poiché colui nel quale queste cose non si trovano, è cieco, ha la vista corta avendo dimenticato il purgamento dei suoi vecchi peccati.

Il vecchio Pietro ha compreso bene la lezione del Maestro, egli non si è dimenticato del purgamento dei suoi vecchi peccati e pertanto sta molto attento a non ripeterli. Bisogna aggiungere molte cose alla fede nostra per non essere oziosi o sterili nella conoscenza del Signore Nostro Gesù Cristo.

I piccoli fanciulli non sono atti a lavorare nel campo del Signore.

Essere anziani o vecchi nel Signore, non vuol dire avere i capelli bianchi o camminare appoggiati ad un bastone, significa avere maturità in Cristo, ed aver lasciato le cose da fanciulli in Cristo.

Pietro era stato costituito apostolo e pastore, non era più giovane, ma non era ancora vecchio.

Giovanni era stato costituito apostolo molto giovane, profeta quando era vecchio.

Paolo apostolo e dottore, e riconobbe di essere stato fanciullo.

Ogni ministro di Dio ha una chiamata al ministerio, una fanciullezza, una crescita ed una maturità che è l’esperienza nel Signore. Solo allora trarremo insegnamento dai nostri passati errori, e non ci confronteremo con gli altri, ma solo con Cristo Gesù e per certo ci troveremo mancanti e questo ci permetterà di santificarci dal mondo e ci insegnerà a riconoscere i “vecchi” e la loro saggezza.

Giovanni 21:19 Or disse questo per significare con qual morte egli glorificherebbe Iddio. E dopo aver così parlato, gli disse: Seguimi.

21:20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso, che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesù e avea detto: Signore, chi è che ti tradisce?

21:21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: Signore, e di lui che ne sarà?

21:22 Gesù gli rispose: Se voglio che rimanga finch’io venga, che t’importa? Tu, seguimi.

21:23 Ond’è che si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non morrebbe; Gesù però non gli avea detto che non morrebbe, ma: Se voglio che rimanga finch’io venga, che t’importa?

Dopo che Gesù lo costituì pastore, gli disse: seguimi. Pietro si sentì l’unico ad avere ricevuto un mandato, comincia a seguire il Maestro pensando che lui solo era stato chiamato a seguire Gesù.

Si volta indietro e vede Giovanni che senza essere stato invitato da Gesù lo segue. Pietro disse a Gesù: Signore, e di lui che ne sarà? Come dire: io so il ministerio che mi hai dato, lui ci sta seguendo, a lui non hai detto: seguimi, non gli hai dato un incarico, che ne sarà? Tornerà a pescare?

Perché ci sta seguendo? Gesù gli rispose: se io voglio….., che t’importa? Tu, seguimi.

Pietro si stava interessando di cose che non doveva e viene rimproverato da Gesù: che t’importa, perché ti intrometti in ciò che io voglio? Il Signore non gli spiegò cosa sarebbe stato di Giovanni, ma gli disse: fatti i fatti tuoi, pensa a seguirmi, non avere gelosie e non credere ancora una volta di avere il primato e di giudicare gli altri. Certamente l’apostolo che era stato ai piedi della croce e che aveva seguito il Maestro a rischio della propria vita, poteva essere in conflitto col pastore Pietro.

Egli aveva ricevuto il mandato, il Maestro non gli aveva detto: pasci le mie pecore, insieme a Giovanni. Pertanto che ci faceva Giovanni, perché lo seguiva? Voleva forse togliergli il ministerio che il Maestro gli aveva appena dato?

Pietro nel chiedere: che ne sarà di lui? Voleva essere tranquillizzato che Giovanni non doveva stargli vicino nel ministerio. Se così non fosse, avrebbe detto: Maestro, può aiutarmi Giovanni a pascere le tue pecore? Questo non lo disse perché pensava che doveva fare tutto da solo.

Pietro non aveva compreso che Giovanni seguiva il Signore, così come aveva fatto prima, lo faceva perché amava il Signore e non aveva bisogno di sentirsi dire: seguimi. Per lui Gesù era come una calamita, adesso che lo aveva rivisto non voleva lasciarlo. Pietro non aveva ancora compreso che coloro che seguono Gesù si trovano a camminare l’uno a fianco all’altro. Non sono loro a sceglierlo, ma è la loro condizione di seguaci di Cristo. Nessuno può dire: che ne sarà di lui?

Sarebbe come non volerlo nel proprio cammino con Cristo. Può un seguace di Cristo, un ministro di Cristo non voler camminare insieme ad un altro ministro di Cristo, e non aspettarsi che il Maestro gli dica: che t’importa? Tu seguimi.

Pietro non lo aveva ancora capito, il vecchio Pietro lo comprese solo quando fu condotto dove non voleva andare. Spesso ci reputiamo vecchi ed invece siamo solo piccoli fanciulli, che entreremo nel regno dei cieli, ma che non essendo ancora divenuti uomini maturi in Cristo, diciamo del continuo: di lui che ne sarà? Ed il Signore ci risponde: che t’importa? Tu seguimi.

Pace del Signore

F.llo Eliseo

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