PARLA E NON TACERE…..PROFEZIA DEL 21 NOV.2012

PARLA E NON TACERE

Figliuol d’uomo, parla e non tacere volgi la tua bocca verso Babilonia e grida ai pastori di Babilonia: così dice il Signore: guai a voi…

Figlio d’uomo, prendi il tuo bastone appoggiati ad esso, cammina io sono dinanzi a te, io sono il tuo bastone. Non temere, non avere paura dei pastori di Babilonia.

Con un tuo bastone soperchia le loro cisterne screpolate, muovi l’acqua putrida e stagnante, fai venire a galla tutte le  sozzure e il fango nel quale sono nascoste ogni sorta di rane e di insetti velenosi.
Queste cisterne vengono riempite con le acque avvelenate dalla sapienza umana, erogate nelle loro università e scuole bibliche

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Le mie pecore sono condotte a bere le loro acque, acque avvelenate.
Le mie pecore hanno per cibo la loro erba secca, stipata nelle loro stalle, nelle quali tengono prigioniere le mie pecore.

Dicono di essere stati da me costituiti, io non li conosco, non ha mai conosciuti.
Vengono sotto il Mio Nome, ma non hanno il Mio Nome, ma i loro nomi di bestemmia.

Io il Sommo Pastore,strapperò le mie pecore dalle loro fauci, aprirò le loro prigioni, e libererò le mie pecore e le condurrò dei miei verdeggianti pascoli, e berranno le mie acque chete.
Verrò con una verga di ferro e frantumano i vasi d’acqua impura.

Le tenebre scendono sul regno di Babilonia, voi tutti che temete il nome del Signore, uscite fuori da Babilonia, non temete l’uomo, non temete le minacce dei satrapi e dei Magi di Babilonia che si fanno chiamare pastori e dottori.
Tu figlio d’uomo, parla e non tacere, non tenere le loro minacce, Io sono il tuo bastone.
Il re di Babilonia, ed i governanti da lui costituiti sanno chi tu sei, digrignano i denti, ti odiano, ti rinnegano, ti tradiscono, ti perseguitano perché non mi conoscono, ma sanno chi tu sei.
Io sono la tua forza, il tuo Dio, la sua pace.
I 7000 ascolteranno e comprenderanno il mio parlare.

Guai a voi che spogliate il mio popolo,
guai a voi che spogliate l’orfano e la vedova,
guai a voi che andate in giro vestiti elegantemente con giacca e cravatta,
guai a voi che mangiare il pane che non è fatica delle vostre mani,
guai a voi che prendete l’acqua delle vostre cisterne screpolate, e la fate bere alle mie pecore.
Guai a voi che imponente le mani sulla mia eredità, ed avvelenate le loro menti col vostro veleno mortifero.
Guai a voi… Razza di vipere, progenie del serpente. Le coppe della mia ira sono già da tempo sparse sul vostro capo, e sui vostri capi.

GUI A COLORO CHE FANNO COMMERCIO DI ANIME

Così dice il Signore degli eserciti. Colui che viene.

Una voce fuori dal coro