LA VANITA’ E’ CRISTIANA O PAGANA?
vano A agg. 1 Che all’interno è vuoto: guscio -v. 2 Incorporeo: la vana ombra dei trapassati. 3 (fig.) Privo di reale consistenza o fondamento: promesse vane | Che è futile, frivolo o privo di effettivo valore: le vane lacrime del mondo; le vane ricchezze. 4 (fig.) Inutile, inefficace: minacce vane. 5 (fig.) Che è privo di senno, saggezza, profondità di pensiero: gente vana e superba | Che mostra vanità: vana ostentazione di ricchezze. B s. m. 1 Spazio vuoto. 2 Apertura praticata in una struttura muraria: il vano della porta. 3 Ambiente, stanza.
vanità s. f. 1 Caratteristica di chi prova e ostenta un alto concetto di sé stesso, ricercando tutto ciò che può far risaltare le sue qualità personali: la vanità femminile; SIN. Fatuità. 2 L’essere vano, inutile, inconsistente: la vanità di uno sforzo. 3 L’essere futile, falso, caduco e sim.: la vanità dei beni terreni; SIN. Futilità. 4 (est.) Ciò che è falso, caduco e sim.: la bellezza è solo -vanità.
caduco agg. (pl. m. -chi ) 1 Che cade presto | (fig.) Di breve durata: caduche speranze | Mal -c, (pop.) epilessia; SIN. Effimero, fugace, labile, passeggero. 2 (biol.) Detto di organo animale o vegetale destinato a cadere: foglie caduche; denti caduchi.
falso A agg. 1 Che non corrisponde alla realtà e alla verità: falso indizio; notizia falsa | Errato, erroneo: falsa traccia | Falsa strada, (fig.) che porta all’errore; CONTR. Vero. 2 Che è stato contraffatto con intenzione dolosa: firma falsa; CONTR. Autentico. 3 Che è privo di sincerità e di schiettezza: giuramento falso | Simulato, finto: falsa modestia; CONTR. Sincero. 4 Che non è ciò di cui ha l’apparenza: oro, argento falso | Luce falsa, che dà agli oggetti un colore non naturale | Mettere, presentare qlcu., qlco. sotto falsa luce, denigrarlo | Falso magro, persona che appare sottile, ma ha forme rotonde. 5 Posticcio: denti falsi. B s. m. 1 Cosa falsa: giurare il -f. 2 (f. -a) (fam.) Persona falsa. 3 Falsificazione: delitti di -f. 4 Opera d’arte contraffatta: un falso di Michelangelo. C avv. Falsamente. ETIMOLOGIA: dal lat. falsus, da fallere ‘ingannare’. V. fallire.
trucco s. m. (pl. -chi ) 1 Operazione del truccare e del truccarsi | Tecnica del trasformare il viso di un attore per renderlo somigliante a un personaggio. 2 Artificio con cui si nasconde, si maschera o si falsa la realtà, per trarre gli altri in inganno: i trucchi dei maghi; conosce ogni sorta di trucchi | Trucco fotografico, cinematografico e sim., artificio atto a creare determinati effetti visivi, ottici, sonori e sim. 3 (est.) Abile espediente, frode, raggiro: con un trucco diabolico lo ha convinto. 4 (est.) Insieme di operazioni con cui si cerca di migliorare e abbellire il viso | Risultato di tali operazioni | Insieme di cosmetici per il trucco; SIN. Maquillage.
ingannare A v. tr. 1 Indurre in errore (anche assol.): l’apparenza inganna | Frodare, truffare: ingannare il fisco | Tradire: ingannare il marito; SIN. Imbrogliare. 2 Deludere: ingannare la fiducia di qlcu. | Eludere: ingannare la vigilanza. 3 (fig.) Cercare di attenuare una situazione spiacevole o noiosa: ingannare l’attesa, la fame. B v. intr. pron. Sbagliarsi, giudicare falsamente: ingannarsi nel giudicare qlco. ETIMOLOGIA: dal lat. tardo ingannare, da gannire ‘mugolare’, di orig. espressiva.
Salmi 119:104
Io son divenuto avveduto per li tuoi comandamenti; Perciò, odio ogni sentiero di falsità.
Romani 8:20
Perciocchè il mondo creato è stato sottoposto alla vanità (non di sua propria inclinazione, ma per colui che l’ha sottoposto [ad essa]),
Ecclesiaste 1:2
VANITÀ delle vanità, dice il Predicatore; vanità delle vanità; ogni cosa [è] vanità.
I Corinzi 6:12
OGNI cosa mi è lecita, ma ogni cosa non è utile; ogni cosa mi è lecita, ma non però sarò per cosa alcuna reso soggetto.
I Corinzi 10:23
OGNI cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa edifica.
Salomone afferma che ogni cosa è vanità, Paolo afferma che ogni cosa è lecita. Queste due affermazioni sembrano essere in contrasto fra loro, ma non lo sono se comprendiamo il vero senso.
Ecclesiaste 1:14
Io ho vedute tutte le cose che si fanno sotto il sole; ed ecco, tutto ciò [è] vanità, e tormento di spirito.
Salomone aveva sperimentato copiosamente la vanità, con la scusa di volere esaminare più da vicino la vanità, si era cibato di cose inutili che non edificano. Quella vanità lo aveva portato a sollazzarsi nei piaceri della carne, ed infine lo aveva portato all’idolatria che è la radice della vanità.
Isaia 44:9
Gli artefici delle sculture [son] tutti quanti vanità; e i lor cari [idoli] non giovano nulla; ed essi [son] testimoni a sè stessi che quelli non vedono, e non conoscono; acciocché sieno confusi.
I Re 11:1
ORA il re Salomone amò, oltre alla figliuola di Faraone, molte donne straniere, Moabite, Ammonite, Idumee, Sidonie, Hittee,
I Re 11:2
delle nazioni delle quali il Signore avea detto a’ figliuoli di Israele: Non entrate da esse, ed esse non entrino da voi; per certo esse faranno rivolgere il cuor vostro dietro ai loro dii; a quelle si congiunse Salomone per amore.
I Re 11:5
E Salomone andò dietro ad Astoret, dio de’ Sidonii; e dietro a Milcom, abbominazione degli Ammoniti.
I Re 11:7
Allora Salomone edificò un alto luogo a Chemos, abbominazione di Moab, nel monte ch'[è] dirimpetto a Gerusalemme; ed a Molec, abbominazione de’ figliuoli di Ammon.
I Re 11:9
Perciò il Signore si adirò contro a Salomone, perchè il suo cuore s’era sviato dal Signore Iddio d’Israele, che gli era apparito due volte.
Genesi 6:2
I figliuoli di Dio, veggendo che le figliuole degli uomini erano belle, si presero per mogli quelle che si scelsero d’infra tutte.
Esodo 34:16
E non prenda delle lor figliuole per li tuoi figliuoli; e ch’esse, fornicando dietro a’ lor dii, non facciano parimente fornicare i tuoi figliuoli dietro agl’iddii loro.
Malachia 2:11 Giuda ha usata dislealtà; ed abominazione è stata commessa in Israele ed in Gerusalemme; conciossiachè Giuda abbia profanata la santità del Signore che [l]’ha amato, ed abbia sposate delle figliuole di dii stranieri.
Salomone si era imparentato con gli dii stranieri, ne aveva sposate le loro figliuole, era divenuto genero di Faraone ed aveva profanato la santità del Signore che lo aveva amato.
Egli ebbe per “suoceri” molti dii stranieri, ed andò dietro la vanità dei piaceri della carne. Le sue mogli e concubine (mille) la portarono a fornicare dietro ai loro padri ( dii stranieri ).
Deuteronomio 12:31
Non far così inverso il Signore Iddio tuo; perciocchè [quelle nazioni] hanno fatto inverso i lor dii tutto ciò ch’è abbominevole al Signore, [e] ciò ch’egli odia; conciossiachè abbiano eziandio bruciati col fuoco i lor figliuoli e le lor figliuole agl’iddii loro.
Chi cammina nella vanità, cammina nella via dell’idolatria che prima o dopo lo porterà ad offrire un culto agli idoli che non sono altro che vanità.
Vitello d’oro Nel racconto biblico dell’Esodo, idolo forgiato con i gioielli degli israeliti da Aronne, fratello di Mosè, mentre questi era sul monte Sinai per ricevere le Tavole della legge. Accusato da Mosè di idolatria, Aronne spiegò che il vitello era stato costruito per soddisfare il desiderio del popolo di possedere oggetti visibili di culto (Esodo 32:21-24). Aronne fu perdonato dal Signore grazie all’intercessione di Mosè. In seguito, il re di Israele Geroboamo I collocò simili oggetti di culto nelle antiche città di Betel e Dan (1 Re 12:28-29).
Con il suo sguardo magnetico, Valentino fu idolatrato da milioni di donne: quando morì improvvisamente, furono grandi le manifestazioni di cordoglio delle sue ammiratrici, che gli dedicarono un vero e proprio culto, arrivando in alcuni casi a suicidarsi in nome dell’idolo scomparso.
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Idolatria Culto di un’immagine materiale che si ritiene abitata da un’entità sovrannaturale. La pratica è comune tra le popolazioni primitive ed era tipica anche di grandi civiltà antiche come quelle caldea (babilonese), egizia, greca, romana e indiana. Il culto degli idoli risulta essere una fase o un aspetto dell’evoluzione religiosa affine all’adorazione della natura, alla venerazione di oggetti personificati e all’animismo, la credenza in spiriti incarnati in oggetti materiali. Connessi agli idoli, oggetti di culto pubblico, sono i feticci privati o domestici impiegati nel culto personale. Anche il culto dei morti è collegato all’idolatria, e l’idea che dopo la morte lo spirito continui a esistere nel corpo o in qualche reliquia originò la pratica di collocare una statua del morto nella tomba o vicino a essa.
L’influenza delle culture babilonese ed egizia indusse la diffusione dell’idolatria tra le nazioni della Palestina, finché l’insegnamento dei profeti ebrei portò a totale abbandono degli idoli. L’Islam vieta la rappresentazione di qualsiasi vivente, per fini cultuali o meno. Nel cristianesimo un moderato culto delle immagini, per il quale tramite un’immagine ci si rivolge a una persona divina da essa separata, fu ammesso dal secondo concilio di Nicea nel 787 purché non venisse confuso con l’idolatria né portasse a essa.
Cosmetici
1 INTRODUZIONE
Cosmetici Termine generale che indica tutti i preparati a uso esterno per la cura e bellezza del corpo.
2 CENNI STORICI
L’uso dei cosmetici è comune in tutto il mondo e risale all’antichità più remota; anche se è generalmente ammesso che i cosmetici, quali li conosciamo ora, siano originari dell’Estremo Oriente, lo studio delle culture preindustriali indica che il loro uso era diffuso ovunque. Il trucco di guerra degli indiani d’America, il tatuaggio o la “scarificazione” (incisione superficiale della pelle), praticata da molte culture (fra cui i maori della Nuova Zelanda e numerose civiltà africane), e l’uso del guado (una tintura vegetale usata dagli antichi britanni per dipingere di blu il corpo), sono tutte forme di cosmesi, anche se di significato differente: bellico, sociale, ornamentale o religioso.
I più antichi cosmetici conosciuti risalgono alla prima dinastia egizia (intorno al 3100-2907 ca. a.C.): ne sono testimonianza le giare di unguenti custodite nelle tombe e resti di preparati di periodi posteriori. Al pari degli oli profumati, erano largamente usati da uomini e donne; le donne abbellivano anche gli occhi applicando del colore verde scuro alla palpebra inferiore e scurendo la superiore e le ciglia con il kohl, un composto a base di antimonio o cenere. Riferimenti a belletti per il viso sono presenti nell’Antico Testamento: probabilmente gli ebrei ripresero l’uso dei cosmetici dagli egizi.
Intorno alla metà del I secolo d.C., i cosmetici erano diffusi anche tra i romani, che utilizzavano il kohl per gli occhi, il gesso per dare candore alla carnagione, preparazioni depilatorie per il corpo e pomice per i denti. Nel Medioevo, i crociati scoprirono che i cosmetici erano comuni anche in Medio Oriente e contribuirono a consolidarne l’uso in tutta l’Europa. Da allora e per tutta l’età moderna, i cosmetici conobbero un costante successo presso le classi alte della società, con alcuni momenti di particolare diffusione: nel Settecento, ad esempio, il pallore della cipria sul volto era considerato segno irrinunciabile di distinzione, anche tra gli uomini.
Nell’epoca contemporanea, l’uso dei cosmetici ebbe nuovo impulso con lo straordinario sviluppo scientifico, che interessò anche questo settore. Le prime ricerche specifiche furono effettuate in Europa nel XIX secolo e condussero in breve all’elaborazione di prodotti di qualità sempre superiore, di costo meno elevato che in passato, e offerti al consumatore in una grandissima varietà.
3 I COSMETICI NEL MONDO CONTEMPORANEO
Prodotti cardine di un’industria parafarmaceutica estremamente attiva, soprattutto nel mondo occidentale, i cosmetici oggi disponibili sul mercato beneficiano delle ultime acquisizioni della ricerca scientifica e tecnologica, che ne assicurano la qualità e l’efficacia. Il loro uso non è più esclusivamente riservato alle donne, come nel secolo scorso: anzi, gli uomini apprezzano e acquistano sempre più acque di colonia, lozioni dopobarba, tonici per il viso e deodoranti.
3.1 Prodotti per il viso e per il corpo
Le creme per il viso e per il corpo, a base di oli, cere e acqua, hanno lo scopo principale di nutrire e rendere più elastica la pelle. Esistono numerose creme idratanti e detergenti, adatte ai differenti tipi di pelle, messe a punto grazie alle scoperte della scienza biomedica. Le polveri per il viso e per il corpo, a base di talco (polvere di silicato di magnesio) e di ossido di zinco, servono perlopiù a dare un aspetto opaco e satinato alla pelle. I sali e gli altri prodotti per il bagno combinano agenti che diminuiscono la durezza dell’acqua, come il carbonato di sodio (vedi Soda) o il borace, con essenze profumate; anche gli oli da bagno sono frequentemente utilizzati per addolcire e profumare l’acqua. Il solfuro di calcio e di bario sono invece presenti nei prodotti per la depilazione.
3.2 Il maquillage
Il rossetto, in bastoncino o in pasta da applicare con il pennello, è composto principalmente di burro di cacao o di lanolina; le sue infinite sfumature sono spesso coordinate con quelle del fard, composto di pigmenti colorati, amido, polvere d’argilla finissima e globuli di sostanze grasse. Resine e lacche sono invece utilizzate per la preparazione degli smalti per unghie, disponibili in svariate tinte. Il mascara, usato per truccare le ciglia, è prodotto con gomma e pigmenti neri, bruni, verdi o blu. Esistono anche creme che donano alla pelle, per reazione chimica, il colore dell’abbronzatura.
3.3 Prodotti per i capelli
Attualmente sono in commercio lozioni e lacche che conferiscono brillantezza ai capelli o fissano la pettinatura, oltre a molti tipi di shampoo a base di sapone o di agenti detergenti sintetici. Le tinture e le creme colorate, disponibili in una larga gamma di tonalità, sono ormai diffusissime. L’henné, una tintura vegetale, è utilizzata da secoli per dare riflessi rossi alla capigliatura. Per le decolorazioni si ricorre invece a preparazioni a base di acqua ossigenata.
idolo s. m. 1 Immagine o statua di divinità adorata come sede reale della divinità medesima. 2 (fig.) Persona o cosa molto amata: è l’idolo della folla. ETIMOLOGIA: dal lat. idolus, a sua volta dal greco éidolon ‘immagine’ (da êidos ‘aspetto, forma’).
Gli idoli sono vanità, sono immagine della vanità del mondo. Possono essere persone o cose molto amate che condizionano la vita dell’uomo e si frappongono fra l’uomo e Dio.
Ezechiele 14:3
Figliuol d’uomo, questi uomini hanno rizzati i loro idoli nel lor cuore, ed han posto l’intoppo della loro iniquità davanti alla lor faccia; sarei io in vero ricercato da loro?
Gli idoli dell’uomo, vengono rizzati dentro il cuore dell’uomo che diventa il tempio di dii stranieri.
Il primo idolo che viene rizzato è l’io, che diviene dio dell’uomo che è vanità delle vanità.
Tutta la vanità ruota intorno all’uomo, ma diviene un idolo da lui adorato quando la vanità possiede l’uomo e lo condiziona nella vita, dominandolo nei suoi sentimenti e nelle sue scelte.
Un uomo in queste condizioni non è libero, ma schiavo della vanità della propria natura carnale terrena e diabolica. Lo schiavo deve soddisfare i desideri del proprio carceriere.
Giovanni 8:32
e conoscerete la verità, e la verità vi francherà.
Romani 8:19 Poiché l’intento, e il desiderio del mondo creato aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio.
8:20 Perciocchè il mondo creato è stato sottoposto alla vanità (non di sua propria inclinazione, ma per colui che l’ha sottoposto [ad essa]),
8:21 con la speranza che il mondo creato ancora sarà liberato dalla servitù della corruzione, [e messo] nella libertà della gloria de’ figliuoli di Dio.
8:22 Perciocchè noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato geme insieme, e travaglia.
Dobbiamo chiederci se come figli di Dio, siamo stati liberati dalla vanità e dalla servitù della corruzione. Essere stati liberati, vuol dire non essere più schiavi della vanità e non essere da essa condizionati. La vanità non è altro che l’apparenza delle cose vane, la vanità è l’esca della seduzione nella quale si nasconde l’amo dell’idolatria dell’io e di tutti gli idoli del cuore.
Tutto ciò che non è vanità è utilità ed edifica e non domina l’uomo ma lo rende libero di servire.
Esodo 20:7
Non usare il Nome del Signore Iddio tuo in vano; perciocchè il Signore non terrà innocente chi avrà usato il suo Nome in vano.
invano avv. Senza effetto o profitto, inutilmente: affaticarsi, lottare -i.
Può essere anche vanità il nominare il Nome del Signore invano, nominarlo inutilmente, dire: Signore, Signore e non ubbidire alla Sua Parola non osservando i Suoi Comandamenti.
Ci sono molti che ad ogni piè sospinto dicono: Sangue di Gesù….oh Signore…grazie Signore….
Tutte queste espressioni hanno un effetto o un profitto, o spesso sono un’espressione inutile che usa il Nome del Signore invano e ci rende colpevoli dinanzi al Signore che nominiamo vanamente?
Il Signore non approva neanche questa vanità e ci reputa responsabili.
Matteo 6:27
E chi è colui di voi, che, con la sua sollecitudine, possa aggiungere alla sua statura pure un cubito?
Vanità è non accettare se stessi e voler mutare anche l’aspetto del proprio corpo. Il trucco ed il modo di vestirsi possono mutare radicalmente l’aspetto di una persona, ma non possono mutare la persona. Un paio di scarpe con i tacchi, non aggiungono nessun centimetro alla statura, ma fanno apparire quella persona più alta ingannando chi la vede.
Il trucco può fare apparire gli occhi più o meno grandi, il rossetto trucca le labbra…etc…etc…
Tutto questo è vanità, se i capelli sono di un colore e si muta il colore, è vanità ed è come volere modificare il “vaso” che il Signore ha fatto. Egli è il Formatore, e l’essere umano vuole “ritoccare”ed a suo avviso modificare e migliorare l’opera delle Sue Mani.
Isaia 44:24 Così ha detto il Signore, tuo Redentore, e tuo Formatore fin dal ventre: Io [sono] il Signore, che ho fatta ogni cosa, che ho distesi i cieli solo, [ed] ho appianata la terra, senza che alcuno [sia stato] meco;
Pace del Signore
F.llo Eliseo