La prova non è altro che la dimostrazione delle caratteristiche di una determinata cosa.
Una macchina da corsa viene provata molte volte in pista e ciò avviene prima della gara, il costruttore la prova per poterne migliorare le prestazioni e verificare praticamente le caratteristiche.
La prova è l’esame che ogni studente deve superare per accedere alla classe superiore.
Ogni essere umano ha dovuto superare delle prove nella propria vita, fin dalla nascita l’essere umano viene provato per potere migliorare ed affermarsi nelle vita.
Ogni genitore si prende cura dei propri figli, esamina e prova la crescita fisica ed intellettiva dei propri figli, alfine di poter correggere qualche anomalia li porta a sostenere vari esami e test di ogni tipo anche molto doloroso; fa una sorta di continuo “collaudo” per esaminare le prestazioni.
prova s. f. 1 Ogni esperimento compiuto per accertare le qualità di una cosa, dimostrare il valore o la giustezza di un’affermazione, verificare le attitudini di qlcu. o controllare il funzionamento di una macchina: sottoporre a prova una lega metallica; mettere qlcu. alla -p; prove di velocità | Essere a prova di bomba, essere molto resistente | A tutta -p, provato, sperimentato | Mettere un abito in -p, farlo indossare al cliente durante la lavorazione per eventuali modifiche | Esame: prova scritta di italiano | Tentativo: fare una -p. 2 Impegno cui ci si assoggetta per dimostrare di possedere determinate qualità: alla prova dei fatti | Prova del fuoco, durissima e rivelatrice | Competizione: la prova di salto a ostacoli. 3 Testimonianza, documento, elemento, che dimostra l’autenticità di un fatto o la veridicità di un’affermazione: una prova certa, irrefutabile, decisiva; fino a prova contraria; assolvere un imputato per insufficienza di prove. 4 Dimostrazione che dà la conferma di qlco.: dar prova di coraggio. 5 (teatro) Ogni rappresentazione preparatoria di uno spettacolo | Prova generale, quella che precede immediatamente la rappresentazione. 6 (mat.) Dimostrazione di un teorema | Verifica dell’esattezza di un’operazione aritmetica: prova del nove.
collaudo s. m. Verifica sperimentale, conforme a determinate norme, di un’opera, di un veicolo, di una macchina, per stabilirne l’idoneità all’uso.
manutenzione s. f. Insieme di operazioni necessarie per mantenere qlco. in uno stato di efficienza e funzionalità: manutenzione d’una strada, d’un impianto; spese di -m.
La prova è la dimostrazione che conferma qualcosa, senza la prova qualunque cosa non serve a nulla.
Un motore potente, non serve a nulla se non viene messo in moto a dimostrazione della potenza.
Giacomo 1:2-4 Fratelli miei, considerate come argomento di completa allegrezza le prove svariate in cui venite a trovarvi, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.
E la costanza compia appieno l’opera sua in voi, onde siate perfetti e completi, di nulla mancanti.
Giacomo 1:12 Beato l’uomo che sostiene la prova; perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che l’amano.
I Pietro 1:6-9 Nel che voi esultate, sebbene ora, per un po’ di tempo, se così bisogna, siate afflitti da svariate prove, affinché la prova della vostra fede, molto più preziosa dell’oro che perisce, eppure è provato col fuoco, risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù Cristo: il quale, benché non l’abbiate veduto, voi amate; nel quale credendo, benché ora non lo vediate, voi gioite d’un’allegrezza ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime.
L’oro che perisce è provato col fuoco, tanto più la nostra fede che è molto più preziosa, deve essere provata ed approvata dal Signore, questo risulta a lode del nostro cammino cristiano e produce gloria ed onore al Signore Cristo Gesù, e un’allegrezza ineffabile e gloriosa.
Questo glorioso risultato è il fine della nostra fede, l’anima nostra, per realizzare la salvezza ha bisogno di una fede viva, non una fede morta senza le opere.
La fede di ogni credente deve essere provata, il modo in cui si sostiene la prova dimostra a noi stessi ed agli altri le opere della nostra fede, nella prova esce da noi il meglio o il peggio.
Possiamo esaminare noi stessi e renderci conto della nostra condizione, se le nostre “prestazioni” spirituali sono vere o presunte, se affrontiamo le situazioni secondo Dio e non secondo l’io.
Il modo di affrontarle dimostrerà a noi ed agli altri come stiamo affrontando il giorno malvagio, potremo constatare se abbiamo indossata la completa armatura di Dio, o se combattiamo ancora contro carne e sangue, se siamo spirituali o carnali.
La prova della nostra fede ci permette di crescere, di migliorare, di correggerci e camminare col Signore sopportando le prove e riconoscendo le nostre debolezze divenire forti in Lui.
Ebrei 5:7-10 Il quale, ne’ giorni della sua carne, avendo con gran grida e con lagrime offerto preghiere e supplicazioni a Colui che lo poteva salvar dalla morte, ed avendo ottenuto d’esser liberato dal timore, benché fosse figliuolo, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì; ed essendo stato reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore d’una salvezza eterna, essendo da Dio proclamato Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec.
Potrebbe sembrare strano, il Maestro Cristo Gesù ( uomo), nonostante fosse il Primogenito Figlio di Dio, come uomo dovette imparare l’ubbidienza dalle cose che Egli soffrì.
Egli fu uomo di dolori, familiare con ogni sorta di patimento, Egli supplicò con grida e con lacrime Colui che poteva liberarlo dalla morte, Egli ottenne di essere liberato dal timore della morte.
Egli come vero Dio era perfetto, come vero uomo fu reso perfetto dalla sofferenza ed ottenne di essere liberato dal timore della morte, timore che attanaglia ogni essere umano.
Ebrei 2:10-15 Infatti, per condurre molti figliuoli alla gloria, ben s’addiceva a Colui per cagion del quale son tutte le cose e per mezzo del quale son tutte le cose, di rendere perfetto, per via di sofferenze, il duce della loro salvezza.
Poiché e colui che santifica e quelli che son santificati, provengono tutti da uno; per la qual ragione egli non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo alla raunanza canterò la tua lode.
E di nuovo: Io metterò la mia fiducia in Lui. E di nuovo: Ecco me e i figliuoli che Dio mi ha dati.
Poiché dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anch’egli vi ha similmente partecipato, affinché, mediante la morte, distruggesse colui che avea l’impero della morte, cioè il diavolo, e liberasse tutti quelli che per il timor della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù.
Matteo 26:35-39 E Pietro a lui: Quand’anche mi convenisse morir teco, non però ti rinnegherò. E lo stesso dissero pure tutti i discepoli.
Allora Gesù venne con loro in un podere detto Getsemani, e disse ai discepoli: Sedete qui finché io sia andato là ed abbia orato.
E presi seco Pietro e i due figliuoli di Zebedeo, cominciò ad esser contristato ed angosciato.
Allora disse loro: L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate meco.
E andato un poco innanzi, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi.
L’anima di Gesù era oppressa da tristezza mortale, Egli era contristato ed angosciato e come uomo aveva timore della morte, la Sua carne doveva essere liberata dal timore della morte.
Matteo 26:41 Vegliate ed orate, affinché non cadiate in tentazione; ben è lo spirito pronto, ma la carne è debole.
Gesù doveva essere liberato dalla debolezza della carne, il Suo spirito umano era pronto a tornare al Padre, la Sua carne non era pronta a salire sulla croce, non era disposta a bere quel doloroso calice.
Gesù stesso dichiara questa Sua debolezza: la carne è debole.
Non era una debolezza spirituale, il Suo spirito era pronto a tornare al Padre.
Gesù doveva superare l’ultima prova, la Sua carne doveva essere crocifissa, solo così avrebbe vinto la morte, solo così avrebbe compiuto l’opera che il Padre Gli aveva affidata, la morte era la dimostrazione della vera e totale rinuncia a Se stesso, solo così avrebbe vinto il timore della morte.
Ebrei ( Diodati ) 5:6-9 Siccome ancora altrove dice: Tu [sei] sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec.
Il quale a’ giorni della sua carne, avendo, con gran grido, e lagrime, offerte orazioni e supplicazioni, a colui che lo poteva salvar da morte; ed essendo stato esaudito per la sua pietà; benché fosse Figliuolo, pur dalle cose che sofferse imparò l’ubbidienza.
Ed essendo stato appieno consacrato, è stato fatto cagione di salute eterna a tutti coloro che gli ubbidiscono.
La versione Diodati di esprime con altre parole, ma il senso non cambia.
La preghiera di Gesù al Padre era che fosse allontanato quel calice amaro, se il Padre avesse esaudito quella preghiera avrebbe allontanato quel calice e Gesù non sarebbe morto crocifisso.
Leggiamo che Gesù fu esaudito per la pietà del Padre, Gesù aveva fatto la sua richiesta al Padre, la sua richiesta era composta in due parti.
Matteo 26:39 E andato un poco innanzi, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi.
La prima parte era la richiesta che quel calice passasse oltre da Lui, quella richiesta non fu esaudita.
La seconda parte era la richiesta che si adempisse in Lui la volontà del Padre e non la Sua, Egli dichiarò la volontà di volere sottomettersi alla volontà del Padre, lo spirito umano di Gesù era pronto ad ubbidire al Padre ma la sua carne non era pronta.
Lo spirito umano di Gesù non sarebbe morto sulla croce, anzi si sarebbe liberato da quella carne simile a carne di peccato, lo spirito era pronto a tornare al Padre.
La carne non era pronta a salire sulla croce, non era pronta a morire ed aveva timore della morte.
Giovanni 6:51 Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo.
Giovanni 10:15 come il Padre mi conosce ed io conosco il Padre; e metto la mia vita per le pecore.
Giovanni 10:17-18 Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho podestà di deporla e ho podestà di ripigliarla. Quest’ordine ho ricevuto dal Padre mio.
Doveva essere Gesù a deporre la Sua vita, aveva ricevuto quest’ordine dal Padre, pertanto la prima parte della preghiera non poteva trovare accoglimento perché non era conforme alla volontà del Padre, Gesù aveva detto: se è possibile, passi oltre da me questo calice.
Egli sapeva che non aveva ancora la forza di deporre la Sua vita, sapeva di essere amato dal Padre perché deponeva la Sua vita, doveva farlo di Sua volontà, nessuno lo obbligava.
Il deporre la propria vita lo rendeva pienamente ubbidiente alla volontà del Padre, questa ubbidienza alla volontà del Padre lo rendeva perfetto e pienamente consacrato ed atto ad essere offerto come sacrificio per i nostri peccati.
Nel Getsemani ( frantoio) fu totalmente frantumata la volontà di Gesù uomo, Egli annichilì se stesso, rinunciò volontariamente alla Sua vita terrena per ubbidire alla volontà del Padre.
Il Padre lo liberò dal timore della morte ed Egli potè decidere di dare volontariamente la Sua vita.
Gesù doveva avere podestà di deporre la Sua vita, prima di essere esaudito Egli non aveva la podestà di deporre la Sua vita, era “schiavo” del timore della morte, l’angoscia mortale lo attanagliava e la debolezza della carne voleva impedire la pienezza della consacrazione.
Gesù è vero Dio e vero Uomo, la volontà di Gesù Uomo nel Getsemani non era conforme alla volontà di Gesù Dio, lo spirito umano era pronto a sottomettersi allo Spirito Santo del Padre che con pienezza abitava in Lui, la carne non era pronta.
Gesù dichiarò che voleva che si adempisse il Lui la volontà del Padre e non quella della Sua carne, il Padre esaudì questa richiesta e lo rese perfetto, consacrato e pronto all’estrema rinuncia di se Stesso, adempiendo in se stesso le parole che aveva detto ai suoi discepoli.
Luca 9:24 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per me, esso la salverà.
Luca 14:26 Se uno viene a me e non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i fratelli, e le sorelle, e finanche la sua propria vita, non può esser mio discepolo.
Gesù, nella sua supplica al Padre chiedeva se era possibile che gli fosse salvata la vita, nonostante aveva affermato che i Suoi discepoli dovevano essere disposti a rinunciare alla propria vita, proprio Gesù invoca il Padre e chiede di essere salvato dalla morte.
Questo è meraviglioso e sublima ancor più il glorioso ministeri del Signore Cristo Gesù.
Egli non è venuto come un superuomo, egli è venuto come il Figliuol dell’Uomo, come Uomo ha vissuto e ha sofferto il supplizio della croce, come Uomo è stato angosciato dal timore della morte, come Uomo ha chiesto preghiera ai suoi discepoli, come Uomo ha pianto, come Uomo ha partecipato alle sofferenze degli uomini, come Uomo ha invocato il Padre Suo e nostro, come Uomo è stato esaudito e liberato dal timore della morte, come Uomo è stato glorificato ed asceso al cielo presso il trono del Padre, come Uomo è stato provato ed ha compiuto tutta la volontà del Padre, come Uomo ha imparato l’ubbidienza dalla sofferenza.
Isaia 9:5 Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre Eterno, Principe della Pace,
Isaia 53:2-8 Egli è venuto su dinanzi a lui come un rampollo, come una radice ch’esce da un arido suolo; non avea forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza, da farcelo desiderare.
Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
E, nondimeno, eran le nostre malattie ch’egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui s’era caricato; e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato!
Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione.
Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognuno di noi seguiva la sua propria via; e l’Eterno ha fatto cader su lui l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l’agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la bocca.
Dall’oppressione e dal giudizio fu portato via; e fra quelli della sua generazione chi rifletté ch’egli era strappato dalla terra dei viventi e colpito a motivo delle trasgressioni del mio popolo?
Chi riflette oggi sul sacrificio di Cristo? Chi è disposto a seguire Cristo al Golgota? Chi sopporta il disprezzo e l’essere abbandonato dagli uomini? Chi è disposto a partecipare alle sofferenze?
II Corinzi 1:5 Perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
I Pietro 4:13 Anzi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevene, affinché anche alla rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi giubilando.
Filippesi 1:29 Poiché a voi è stato dato, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui.
Colossesi 1:24 Ora io mi rallegro nelle mie sofferenze per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a pro del corpo di lui che è la Chiesa.
Apocalisse 2:10 Non temere quel che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, perché siate provati: e avrete una tribolazione di dieci giorni. Sii fedele fino alla morte, e io ti darò la corona della vita.
Chi partecipa alle sofferenze di Cristo, è anche da Cristo consolato; chi è fedele fino alla morte, riceverà la corona della vita, chi crede in Lui deve anche soffrire per Lui.
La chiesa di oggi sopporta la prova, sta partecipando elle sofferenze del Signore e si rallegra?
Atti 5:41 Ed essi se ne andarono dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi d’essere stati reputati degni di esser vituperati per il nome di Gesù.
Il nostro amato Signore e Salvatore Cristo Gesù è stato Uomo più di quanto possiamo immaginare, Egli ha sostenuto la prova ed è stato approvato dal Padre, Egli è sempre stato coerente con quello che ha detto e tutte le Sue parole si sono adempiute, Egli ha imparato l’ubbidienza dalla sofferenza.
Chi non vuole soffrire con Cristo, non potrà mai imparare l’ubbidienza; chi rinunzia alla propria volontà riceverà dal Padre la forza di realizzare il suo proponimento.
Se diciamo: Padre, sia fatta la Tua volontà nella mia vita!.. attraverso la sofferenza il Padre ci insegnerà l’ubbidienza, attraverso la sofferenza la nostra carne sarà dominata dallo spirito.
La prova ci consacra, ci santifica e ci rende partecipi della perfezione di Cristo Gesù.
La chiesa di oggi predica il clamore, balli, acclamazioni, cadute a destra e sinistra, decime, offerte, e tante cose simili, potenti operazioni, guarigioni, religiosità, studi biblici ecc.. ecc..
Pochi partecipano alle sofferenze di Cristo, ma tutti vogliamo la corona della vita.
Efesini 4:30 E non contristate lo Spirito Santo di Dio col quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.
Chi contrista lo Spirito Santo di Dio, contrista Dio che è Spirito Santo e pertanto contrista anche il Figlio, certamente questo non è partecipare alle sofferenze di Cristo.
Romani 8:17 e se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con lui.
Pace del Signore
F.llo Eliseo