Feb 16

LA PAROLA DICE: FATEVI I FATTI VOSTRI

FATEVI I FATTI VOSTRI

1° Tessalonicesi 4:9-12 Or quanto all’amor fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi siete stati ammaestrati da Dio ad amarvi gli uni gli altri; e invero voi lo fate verso tutti i fratelli che sono nell’intera Macedonia. Ma v’esortiamo, fratelli, che vie più abbondiate in questo, e vi studiate di vivere in quiete, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come v’abbiamo ordinato di fare, onde camminiate onestamente verso quelli di fuori, e non abbiate bisogno di nessuno.

1° Pietro 4:13-16 Anzi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevene, affinché anche alla rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi giubilando.

Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi! perché lo Spirito di gloria, lo spirito di Dio, riposa su voi.

Nessuno di voi patisca come omicida, o ladro, o malfattore, o come ingerentesi nei fatti altrui;

ma se uno patisce come Cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Iddio portando questo nome.

Isaia 26:12 O Signore, disponici la pace; perciocchè eziandio tu sei quello che hai fatti tutti i fatti nostriLa Parola del Signore ci esorta a farci i fatti nostri, noi non dobbiamo per nessun motivo invadere un campo che non ci è dato, non siamo stati costituiti a fare questo.

Luca 12:13-15 Or uno della folla gli disse: Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità.

Ma Gesù gli rispose: O uomo, chi mi ha costituito su voi giudice o spartitore? Poi disse loro:

Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza de’ beni che uno possiede, ch’egli ha la sua vita.

Spesso con molta facilità ci intromettiamo nei fatti degli altri, ci occupiamo di controversie per cose terrene, a volte lo facciamo di nostra iniziativa ed a volte lo facciamo perché una parte vorrebbe costituirci giudice o spartitore.

Dinanzi al giudice debbono comparire ambedue le parti, e debbono riconoscere nel giudice l’autorità che gli è stata costituita da l’autorità più alta, il giudice deve sentire le parti e non solo una parte che potrebbe raccontare la sua verità vista dal suo punto di vista.

Un uomo fra la folla aveva una controversia con suo fratello, egli non espone le sue ragioni e non chiede che Gesù senta le ragioni del suo fratello, ma chiede che Gesù ordini al suo fratello di dividere l’eredità. Gesù doveva essere un giudice che doveva eseguire la sentenza che l’ uomo aveva già data, il Signore doveva essere d’accordo con un uomo che era avaro e bramava i beni terreni e che con molta probabilità la causa che voleva fare al suo fratello era ingiusta.

Anche allora esisteva la giustizia ordinaria, c’erano dei giudici preposti a giudicare le controversie, loro avevano l’autorità di giudicare e di emanare le sentenze.

Gesù dichiara che Egli non è stato costituito sul popolo come giudice o spartitore di beni terreni, Gesù si è fatto i fatti Suoi, Egli non si è intromesso in un ufficio che non era Suo.

Egli non aveva ricevuto l’incarico da nessuno, e non bastava l’incarico che voleva dargli l’uomo, Egli non riconosce quel incarico e non chiede e non vuole sentire i motivi della controversia.

Spesso possiamo essere trascinati e costituiti giudici da coloro che cominciano a raccontarci le controversie che hanno con altri, e addirittura ci chiedono di non parlare di questo con la controparte, così facendo ci costituiscono giudici e ci chiedono di condannare l’altro.

Un giudice costituito dalla legge, se ascolta le ragioni di una sola parte e non anche quelle della controparte, è un giudice corrotto, se non è sta costituito giudice è un impostore ed è anche perseguito dalla stessa legge che non lo ha costituito giudice.

Con molta facilità entriamo negli “archivi” ed esaminiamo cause e fatti degli altri, e giudichiamo.

2° Corinti 13:5 Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi medesimi che Gesù Cristo è in voi? A meno che proprio siate riprovati.

Spesso siamo molto indaffarati ad esaminare i “fascicoli” altrui, ci reputiamo costituiti a giudicare ed invece stiamo solo facendo l’avvocato di parte e ci stiamo occupando ad esaminare i fatti altrui e perdiamo di vista di esaminare noi stessi.

Senza volerlo, molte volte il nostro intrometterci nei fatti degli altri, non fa altro che inasprire la controversia perché siamo degli impostori che non sono stati costituiti a giudicare gli altri ma noi stessi.

I Corinzi 4:5 Cosicché non giudicate di nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli de’ cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.

Romani 14:13 Non ci giudichiamo dunque più gli uni gli altrima giudicate piuttosto che non dovete porre pietra d’inciampo sulla via del fratello, né essergli occasione di caduta .

Giovanni 8:15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico alcuno.

I Corinzi 5:12 Poiché, ho io forse da giudicar que’ di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Que’ di fuori li giudica Iddio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi.

Noi siamo stati chiamati a giudicare spiritualmente noi stessi ed anche coloro che sono dentro la chiesa, non siamo chiamati a giudicare secondo la carne ed intrometterci nei fatti degli altri.

A volte giudichiamo le azioni degli altri, spesso siamo trasportati nella maldicenza e critichiamo i comportamenti e le scelte degli altri, giudichiamo le decisioni degli altri, le loro scelte di vita terrena, diamo consigli che non ci sono stati chiesti ed entriamo con prepotenza nella vita e nelle decisioni degli altri. Facciamo pettegolezzi e critichiamo spesso le persone che non sono presenti e desideriamo che tutto quello rimanga occulto proprio alla persona che al centro del giudizio.

1° Corinti 2:12-16 Or noi abbiamo ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo Spirito che vien da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.

Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere, perché le si giudicano spiritualmente. Ma l’uomo spirituale giudica d’ogni cosa, ed egli stesso non è giudicato da alcuno. Poiché chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo ammaestrare? Ma noi abbiamo la mente di Cristo.

Proprio Paolo ci esorta a farci i fatti nostri e non giudicare secondo la carne ma secondo lo Spirito.

Giacomo 3:1 Fratelli miei, non siate molti a far da maestri, sapendo che ne riceveremo un più severo giudizio. di tenere a freno anche tutto il corpo.

Molti si presentano come maestri e guadano gli altri come degli scolari che vanno corretti, pertanto si sentono costituiti tutori degli altri e si sentono autorizzati a dare consigli a chi non ne chiede ed invadere così la sfera privata e personale degli altri. Per fare questo si trasformano in tanti detective e cercano di carpire tutte le informazioni sugli altri, e pertanto portano nel pettegolezzo anche coloro che stanno ad ascoltarli, per poi presentarsi come maestri di vita e dare i propri consigli secondo la maturità di colui che non si fa i suoi fatti ma quelli degli altri.

Colossesi 3:8-13 Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, maldicenza, e non vi escano di bocca parole disoneste. Non mentite gli uni agli altri, giacché avete svestito l’uomo vecchio con i suoi atti e rivestito il nuovo, che si va rinnovando in conoscenza ad immagine di Colui che l’ha creato.

Qui non c’è Greco e Giudeo, circoncisione e incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è ogni cosa e in tutti.

Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità; sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi a vicenda, se uno ha di che dolersi d’un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.

Matteo18:15-17 Se poi il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo. Se t’ascolta, avrai guadagnato il tuo fratello; ma, se non t’ascolta, prendi teco ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni.

E se rifiuta d’ascoltarli, dillo alla chiesa; e se rifiuta di ascoltare anche la chiesa, siati come il pagano e il pubblicano.

Gesù non dice: se reputi che il tuo fratello ha peccato contro un altro…….

Certamente i ministri costituiti dal Signore debbono vegliare sul gregge e giudicare spiritualmente le controversie e gettare sul fuoco delle carnali contese, l’acqua che spegne i dardi infuocati del maligno, cercando di non coinvolgere nelle contese carnali coloro che non ne sono coinvolti e non chiamando come giudici i deboli nella fede o addirittura gli infedeli.

Quando qualcuno scopre un fuoco, deve cercare di spegnerlo e non spargere quei tizzoni ardenti intorno a se stesso, accendendo così molti altri focolai che possono incendiare altre contese.

Proverbi 13:10 Dall’orgoglio non vien che contesa, ma la sapienza è con chi dà retta ai consigli.

Proverbi 17:14 Cominciare una contesa è dar la stura all’acqua; perciò ritirati prima che la lite s’inasprisca.

Proverbi 26:17 Il passante che si riscalda per una contesa che non lo concerne, è come chi afferra un cane per le orecchie.

Chi non si fa i fatti suoi, quando c’è una contesa, una discussione animata, non fa altro che ergersi da giudice e parteggiare per l’uno o per l’altro o dar torto ad ambedue, così facendo è come prendere un cane per le orecchie. A questo punto non sono più due a litigare ma tre e così via, i contendenti aumentano nella misura in cui aumentano quelli che non si fanno i fatti propri.

Tutti ne escono feriti e poi mostrano le loro ferite agli altri, si sentono addirittura vittime ed allargano così la contesa coinvolgendo amici, familiari, fratelli ed anche estranei.

Giacomo dice che l’uomo maturo sa tenere a freno la lingua, e non lasciarsi coinvolgere nelle maldicenze e mettersi a parlare di cose delle quali non è stato preposto ad interessarsi.

Un proverbio terreno dice: fra moglie e marito non mettere il dito!….

Ciò significa non intrometterti nelle faccende che riguardano una famiglia, anche se può essere la famiglia di nostro figlio di nostra figlia o di nostro fratello o nostra sorella o di amici, parenti e conoscenti, non esprimere consigli se non si è interpellati.

La maggior parte delle separazioni e dei divorzi è la conseguenza di ingerenze in seno alla coppia che deve essere un nucleo, che non deve permettere che altri possano innescare una reazione a catena che prima o dopo provocherà l’esplosione di ire, rancori ed odi che uccideranno l’amore.

Ogni credente si deve fare i fatti propri e non deve permettere ad altri di intromettersi nei fatti propri.

Spesso non sono gli altri che vogliono interessarsi dei fatti nostri, ma siamo noi stessi che li coinvolgiamo, raccontando ad altri le nostre lamentele sulle mogli, sui mariti, sui figli, sulle figlie, sui fratelli, sulle sorelle, su questo e su quello. Così facendo, abbiamo autorizzato gli altri a farsi i fatti nostri e poi magari ci da fastidio che gli altri si intromettano nella nostra vita.

Prima apriamo la porta agli “impiccioni” per parlare di tante cose vane e raccontiamo i fatti nostri, poi ci lamentiamo dell’invadenza di coloro che abbiamo reso partecipi di cose che non abbiamo detto a quelli di casa nostra e che abbiamo confidato ad amici, parenti ed estranei.

Certamente parlare di cose spirituali ci edifica, parlare e sparlare di cose carnali ci demolisce.

Isaia 42:19 Chi è cieco, se non il mio servo, e sordo come il messo che io invio? Chi è cieco come colui ch’è mio amico, cieco come il servo dell’Eterno? 42:20 Tu hai visto molte cose, ma non v’hai posto mente; gli orecchi erano aperti, ma non hai udito nulla. Il servo e la servente del Signore vedono ed odono molte cose carnali e non si occupano e non pongono mente a queste cose, sono cose che non debbono interessare a coloro che sono impegnati a servire il Signore ed adorarlo in Spirito e Verità, non hanno ne tempo e ne voglia di occuparsi dei fatti degli altri, hanno capito che non sono stati costituiti ne giudici, ne spartitori di beni terreni, loro sono stati chiamati a ministrare beni spirituali.

Romani 14:19 Cerchiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla mutua edificazione.

1° Timoteo 5:13 Ed anche, [essendo], oltre a ciò, oziose, imparano ad andare attorno per le case; e non sol [sono] oziose, ma anche cianciatrici e curiose, parlando di cose che non si convengono. Il Signore ci ha chiamati a procacciare la pace e la santificazione, ciascuno di noi dobbiamo interessarci delle cose di Dio e non dei fatti degli altri, ci deve interessare più la nostra vita spirituale che i fatti altrui.

Quando ci raduniamo nel Nome di Gesù dobbiamo parlare della Parola di Dio che è una Spada a doppio taglio che penetra fino alle midolla e separa l’anima dallo spirito.

Certamente, la Parola di Dio ci ammaestra e ci guida nel nostro pellegrinaggio terreno, pertanto nella misura in cui siamo stati costituiti dal Signore ammaestriamo gli altri ad osservare la Parola di Dio, e presentiamo noi stessi come esempio di ciò che affermiamo.

Giacomo 1:5-8 Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata.

Ma chiegga con fede, senza star punto in dubbio; perché chi dubita è simile a un’onda di mare, agitata dal vento e spinta qua e là.

Non pensi già quel tale di ricever nulla dal Signore, essendo uomo d’animo doppio, instabile in tutte le sue vie.

Dobbiamo stare molto attenti a non portare dubbi, paure ed ansietà presentandoci come sapienti di cose che non conosciamo e di non dare consigli se non siamo certi che vengono dallo Spirito di Dio.

Il Signore guardi l’uscio delle nostre labbra e ci faccia parlare di cose che edificano e non di cose vane e non permetta che altri si facciano e fatti nostri o che noi ci facciamo i fatti degli altri.

Pace del Signore

F.llo Eliseo

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