FONTE http://www.quieuropa.it/da-babilonia-a-gerusalemme-qual-e-la-divinita-dellebraismo-e-della-cabala-1/
QUESTA E’ LA VOSTRA TERRA SANTA…COLORO CHE DICONO DI ESSERE GIUDEI E NON LO SONO..COLORO CHE IN APOCALISSE DESCRIVE SODOMA ED EGITTO….COL TALMUD BABILONESE E LA CABALA PANDEISTA…SI SONO COSTRUITI IL LORO dio…I LORO DEI OCCULTI, NASCOSTI NEL NOME DI YHWH E NON CE NE SIAMO ACCORTI DELL’INGANNO. IL SIGNORE FA VENRE FUORI GLI SCHELETRI DAGLI ARMADI….LEGGI L’ARTICOLO ATTENTAMENTE E PREGA CHE IL SIGNORE TI APRA LA MENTE E TI FACCIA COMPRENDERE IL GRANDE INGANNO DEI LUCIFERINI MONOTEISTI ADORATORI DI LUCIFERO…DI SATANA E DI TUTTI GLI ANGELI RIBELLI….ED I GUARDIANI, LE EGREGORE CHE SI RIBELLARONO ALL’UNICO SIGNORE DELLA CREAZIONE, POI INCARNATO NEL SIGNORE NOSTRO CRISTO GESU’, E UCCISO DAI PADRI DI QUESTI IMPOSTORI, PROGENIE DI IEFTE E DEL SERPENTE ANTICO, FIGLI DEL DIAVOLO…RETTILIANI TRAVESTITI DA UMANI, CHE VOGLIONO DOMINARE E POSSEDERE L’UMANITA’….CERCA FI CAPIRE, CERCA LA VERITA’ E SARAI VERAMENTE LIBERO…..LA VERITÀ E’ IL SIGNORE CRISTO GESU’, VERO DIO E VERO UOMO BENEDETTO IN ETERNO..
Da Babilonia a Gerusalemme – Qual è la divinità dell’ebraismo e della Cabala? / 1
Martedì, 15 Novembre/ 2016
– di Elizabeth Dilling –
Redazione Quieuropa, Elizabeth Dilling, Piero Pisani, Centro Sa Giorgio, esoterismo, Cabala, Kabbalah, origini occulte, Massoneria, Governo Globale, Ebraismo, Satanismo, Zohar
Da Babilonia a Gerusalemme – Qual è la divinità
dell’ebraismo e della Cabala? / 1
Panteismo, magia, paganesimo: la rottamazione del
Vecchio Testamento
di Elizabeth Dilling (1)
(1) Scrittrice americana (1894-1966): tra i maggiori critici del New Deal. Trad. dall’originale The Jewish Religion: Its Influence Today / Centro Culturale San Giorgio / traduzione a cura di Piero Pisani
Premessa
Centro San Giorgio – L’intero scritto della scrittrice americana Elizabeth Dilling (1894-1966), di cui presentiamo solo queste pagine, è un’opera scientifica corredata da moltissime note e da trecentodieci fotocopie visualizzabili dei testi originali ebraici citati.
«Disse loro (ai farisei) Gesù:
“Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste,
perché da Dio sono uscito e vengo;
non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.
Perché non comprendete il mio linguaggio?
Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo,
e volete compiere i desideri del padre vostro»
Vangelo Secondo San giovanni 8, 44
Il nostro obiettivo, mediante il seguente scritto, è quello di permettere a chi si accosta allo studio delle origini dell’occulto di comprendere la grandissima influenza esercitata sullo sviluppo di quest’ultimo dal misticismo ebraico. Come abbiamo già detto in precedente articoli (vedi allegati)
la Kabbalah costituisce l’ossatura portante
e la base dottrinale di tutte le forme di esoterismo.
Leggendo gli scritti di numerosissimi papi, santi e studiosi di settore intellettualmente onesti (Ndr), si rimane impressionati dalle
fortissime analogie esistenti tra gli insegnamenti naturalisti
impartiti nelle Logge di ogni obbedienza
e quelli dei rabbini cabalisti.
Ma ancora più spaventosa è l’amara constatazione della rovina del popolo che un tempo Dio aveva scelto tra tutte le nazioni (poiché da esso sarebbe nato Gesù Cristo: poi rinnegato da gran parte dello stesso popolo ebraico – anche se molti ebrei furono battezzati e divennero cristiani – Ndr). Accecati dalla superbia e dall’invidia, i capi spirituali del giudaismo, dopo aver
rifiutato la messianicità e la divinità di Gesù Cristo
ampiamente testimoniate dalle Scritture in loro possesso, a partire dalla Diaspora (70 d.C.), hanno iniziato ad elaborare una
nuova religiosità che di fatto è la negazione totale del giudaismo mosaico,
corrompendo non solo la lettera e l’interpretazione dell’Antico Testamento,
ma sostituendo la legge di Mosè con il Talmud e con la Kabbalah,
che altro non è se non un’amalgama blasfema di panteismo pagano,
di pratiche superstiziose e di gnosticismo.
Il Dio che ha parlato dal roveto ardente a Mosè, «Io sono Colui che è» (Es 3, 13), l’Essere per eccellenza che ha trasmesso l’esistenza a tutto ciò che esiste, e che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza (Gn 1, 26), viene dunque spogliato di tutte le Sue infinite perfezioni e ridotto ad una massa informe priva di attribuiti e qualità, alla quale i cabalisti, tramite la magia teurgica, possono attingere ogni potere per giungere all’autodeificazione,
sunto e meta di ogni forma di satanismo
La Kabbalah ebraica
L’esistenza di un mondo spirituale e di entità malefiche è menzionata in tutta la Bibbia. Cristo esorcizzò numerosi posseduti da spiriti maligni. Ciò nonostante, vi è una rigida ed irremovibile regola: bisogna letteralmente lasciarli stare, senza invocarli o comunicare con loro. È ovvio che entità spirituali possano facilmente eludere i limitati poteri dell’uomo. «Non avrai altro Dio all’infuori di me», recita il Primo Comandamento.
Dio disse a Mosé:
«Non ti prostrerai davanti a loro (agli idoli) e non li servirai»
Esodo 20, 3
Laddove la Bibbia rappresenta Dio come l’Intelligenza Suprema, Creatore e Signore, i concetti pagani e atei dell’ebraismo riconoscono il panteismo. In altre parole, c’è una grande essenza naturale, al di fuori della quale le vite individuali errano ciecamente senza direzione.
Il «pan» (la natura) «teismo» (relativo al divino)
afferma che la summa della natura è Dio.
L’uomo diventerebbe l’onnipotente «dio» luciferino.
È predetto in varie profezie bibliche che l’Anticristo incarnerà tale concetto (2). La Universal Jewish Encyclopedia (del 1943), alla voce «Kabbalah», riporta:
«Nonostante la Palestina costituisse il luogo di nascita del misticismo ebraico,
il luogo in cui la Kabbalah fu concepita e ottenne maggior importanza
fu Babilonia (…)
Le speculazioni mistiche del Talmud e il sistema della Kabbalah
sono un’unica entità che ha origine nel primo e si completa nella seconda».
La Kabbalah ebraica comprende una vasta letteratura sulla magia e sullo spiritismo basati su mero panteismo. «Ad Aaron ben Samuel fu attribuito il merito di aver importato in Italia questa misteriosa dottrina da Babilonia, circa a metà del IX secolo; da qui, essa si diffuse in quasi tutti gli altri Paesi cristiani d’Europa» (3).
La Kabbalah, altrimenti detta Kabbalah, significa «tradizione»,
quella propria del paganesimo di Babilonia, degli egizi e di altri filosofi pagani,
compendiata nella religione ebraica.
(2) Cfr. Is 14, 12-19; Dn 11, 36-38; Mt 24, 15; Mc 13, 14. (3) Cfr. Universal Jewish Encyclopedia, pag. 616.
Hassidismo cabalistico
Il ramo hassidico dell’ebraismo è specializzato nella Kabbalah. Ci viene riferito che,
nella seconda metà del XIX secolo,
circa metà di tutti gli ebrei erano cabalisti.
Il termine «hasidismo», così come tanti altri termini talmudici, possiede diverse dizioni: «chassidismo», con la «c» e la doppia «s», e «hassidismo», con la «h» e la doppia «s». Entrambe le edizioni della Jewish Encyclopedia (del 1905 e 1943) usano tuttavia la prima delle due dizioni. Hassidismo è la denominazione di un movimento religioso afferente al talmudismo «che si affermò su quasi metà delle masse di ebrei». Il suo principale promotore fu Israel Ba’al Shem Tob (abbreviato in Besht). Nacquero dinastie a titolo ereditario di capi hassidici, taumaturghi, veggenti, medium e guaritori che impiegarono l’ebbrezza etilica, il canto e la danza per creare stati di «estasi». Il male veniva giustificato se impiegato come catarsi. Gershom Scholem (1897-1982), capo del Dipartimento di Misticismo Ebraico della Hebrew University della Palestina, nel suo libro di conferenze (4) tenute nel Jewish Institute of Religion di New York, del comunisteggiante rabbi Stephen Wise (1862-1949), elogia Ba’al Shem Tob, l’«evangelizzatore» dell’hassidismo del XVIII secolo; così fece pure rabbi Louis Finkelstein (1895-1991), direttore del Jewish Theological Seminary of America, nell’opera The Pharisee. Scholem definisce Ba’al Shem Tob «un vero Ba’al Shem, meritatamente[…] un maestro del cabalismo pratico e un mago» (5). Egli conclude il libro affermando che il misticismo ebraico deve ancora giocare il suo ruolo più importante. Questo passo coincide sicuramente con i riferimenti biblici ai prodigi operati dall’Anticristo su ordine di Satana (6). La Universal Jewish Encyclopedia, alla voce «Hassidismo», afferma che esso
«non ha portato nessun rinnovamento nella religione ebraica» (7)
Ecco un’altra citazione dalla Jewish Encyclopedia del 1905:
«Gli insegnamenti dell’hassidismo si fondano su due concezioni teoretiche:
1) Il panteismo religioso […];
2) L’idea di una comunione fra Dio e l’uomo che fu estrapolata dalla Kabbalah
secondo la quale non solo la Divinità esercita un’influenza sugli atti umani,
ma che anche l’uomo esercita un’influenza
sulla volontà e sui sentimenti della Divinità.
Ciascun atto o parola dell’uomo producono una relativa vibrazione delle sfere celesti. Da questa concezione deriva il fondamentale principio pratico dell’hassidismo, la comunione con Dio col proposito di unificarsi con la fonte della vita onde influenzarla».
(4) Schocken Books, New York 1946. (5) Pag. 349. (6) Cfr. 2 Ts 2, 9. (7) Cfr. Universal Jewish Encyclopedia, pag. 240.
Panteismo: dio compendio della natura
Il panteismo è il più antico tra i concetti pagani che designa Dio come il compendio della natura.
La summa della totalità della natura in «dio»
conferirebbe all’uomo conoscitore di taluni segreti
di governare il tutto.
Nell’hassidismo ebraico, «Ba’al Shem», o «Maestro del Nome», viene chiamato il santo o zaddik. Secondo la Universal Jewish Encyclopedia,
“lo zaddik
impera tramite il possesso del più vasto numero possibile di
“scintille” di emanazione divina.
Egli siede allo stesso livello di Mosè e dei Profeti,
e parla non solo con l’autorità della Toràh,
ma possiede anche la possibilità di modificarla o di abrogarla”.
Gli hassidici devono vivere sottomessi allo zaddik, arrenderglisi con amore e fiducia, recargli doni, esaudire qualsiasi suo desiderio e non interrogarsi sulla sua condotta anche quando questa paia discostarsi dalla norma comune».
Il “dio” della Kabbalah
La Kabbalah costituisce membra e sangue dell’ebraismo talmudico,
che è esso stesso paganesimo dal principio alla fine.
Esso utilizza a mò di «sepolcro imbiancato» l’Antico Testamento
per celare la negazione di ogni legge morale in esso presente
esortando ogni forma di pratica occulta e demoniaca,
quelle pratiche che proprio nelle Sacre Scritture veterotestamentarie
erano esecrate come abomini.
La Kabbalah possiede due aspetti: uno teoretico e uno pratico o teurgico (la realizzazione dei miracoli).
Il «dio» della Kabbalah è l’«En Sof»,
lo sconosciuto e imperscrutabile mare della mente o materia
dalla quale ogni creazione emergerebbe.
«La dottrina dell’En Sof – dice la Jewish Encyclopedia – è il punto di partenza di tutte le speculazioni cabalistiche. Dio è l’essere infinito e illimitato al quale nessuno e nulla può avere il diritto di associare qualsiasi attributo» (8). Mosè Maimonide (1138-1204), detto anche Rambam, perno del talmudismo medievale, «contribuì alla dottrina cabalistica dell’En Sof prescrivendo l’impossibilità di ascrivere attributi a Dio, a meno che non si tratti di attributi di natura pitagorica» (9).
(8) Cfr. Jewish Encyclopedia, voce «Kabbalah», pag. 472. (9) Ibid., pag. 465.
Paganesimo pitagorico e aristotelico
Pitagora (575-490 a.C.) era un mago pagano che costruì una dittatura per mezzo della creazione di una cortina di ferro, e che attribuì potere creativo a lettere e numeri proprio come la Kabbalah. Le «dieci intelligenze» del pagano Aristotele (384-322 a.C.), ossia il Sole, la Luna e i sette pianeti, ciascuno governato da uno Spirito Sovrano che regge il funzionamento dell’Universo secondo complicate carte astrologiche del tempo, coincidono biunivocamente con i «dieci Sefirot» della Kabbalah teoretica. Tre triadi, genitore maschile e femminile e la loro progenie, con l’aggiunta del tutto o En Sof, formano un disegno rappresentante ogni condizione della vita e ogni qualità dalla A alla Z.
Induismo e trasmigrazione anima
Il sesso costituisce il Re e la Regina glorificati.
L’anima trasmigrerebbe attorno ad essi
e di nuovo verso la sconosciuta e imperscrutabile fonte, l’En Sof,
in una condizione di nirvana, o annullamento, come nell’induismo.
«I mistici dell’ebraismo descrissero un amore per Dio da parte dell’uomo di grado elevatissimo e sotto una forma sensibile che attinge direttamente dalla vita materiale» (10). «Ad essa strettamente connessa […] è la dottrina della trasmigrazione dell’anima, nella quale la Kabbalah profuse grande impegno» (11). Vi sono «dieci classi di angeli, alla presidenza dei cui capi siede Metatron, che fu mutato in fuoco» (12).
(10) Ibid. (11) Ibid., pag. 476. (12) Ibid., pag. 475.
Metatron, entità sovrana dell’ebraismo talmudico
Metatron è l’Entità Spirituale Sovrana di questo universo
e dell’ebraismo talmudico,
collegato al dio Sole (da altri chiamato Mithra).
I dieci Sefirot, o intelligenze della Kabbalah, sono designati come entità maschili e femminili della procreazione: «Kether» o «Corona» o «Io sono», emana il «potere virile o mascolino», da cui «il potere passivo o femminile […] nell’unione con il potere virile […] si riproduceva»; cosicché i Sefirot maschili e femminili si rigenerano: «Perciò, ogni triade è dotata di forza, controforza e del proprio legame connettivo: letteralmente, agenti passivo e attivo e la loro combinazione» (13).
«Essi erano tutti combinati nell'”Adam Kadmon”
(l’Uomo Primordiale)» (14).
(13) Ibid. (14) Tale teoria la si ritrova nel processo triadico di tesi, antitesi e sintesi dell’idealismo hegeliano, e nel concetto di «progresso» proprio del materialismo dialettico-storico di Karl Marx (N.d.A).
Dottrina fondamentale della Kabbalah
Nell’opera The Kabbalah (15), oggetto di ulteriore approfondimento da parte di Isaac Ginzburg (16), viene esposta la dottrina fondamentale della Kabbalah:
«Dio è illimitato nella sua natura.
Egli non ha né volontà, né intenzione, né desiderio,
né pensiero, né pulsione, né azione» (17).
Di seguito: «Egli (Dio) non può essere carpito e rappresentato;
per questa ragione è denominato “En Sof”,
come se in un certo senso egli non esistesse»(18).
Segue la descrizione delle emanazioni autogene, i «Dieci Sefirot» e «i diversi mondi che si sono evoluti gradualmente e in successione. Questi mondi in evoluzione sono la splendente e manifesta immagine dei proprî progenitori, i Sefirot, che reggono tutto quanto».
I Sefirot creano le anime e le anime devono risalire
alla fonte «dalla quale sono state emanate […].
Allora la creatura non sarà distinta dal Creatore» (19)
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«L’anima governerà l’Universo: essa comanderà, e Dio le obbedirà»
(pagg. 145-146).
Considerando la distinzione fra brahamini e intoccabili nelle caste dell’induismo, e le differenze proprie del talmudismo fra gli «asini» gentili – che non godono dello status di essere umano, siano essi vivi o morti – e gli ebrei invece «umani», sarà facile definire i ruoli tra chi dovrebbe governare e chi invece obbedire, in una visione di Dio ridotto ad una massa indefinita, mera essenza e fonte dalla quale l’uomo attinge e plasma a suo piacimento. Ecco cos’è rimasto dell’antico monoteismo ebraico!