IL CANTICO D’AMORE Il Cantico dei Cantici è Il Cantico per eccellenza, il Cantico che esprime in modo poetico l’Amore intenso e la Passione che esprimono due cuori legati da uno struggente desiderio: donarsi l’Un l’Altro e divenire UNO. Questo libro descrive un totale coinvolgimento, anima , corpo e spirito sono pienamente coinvolte e trascinate dal Fiume dell’Amore. La giovane protagonista di questo libro, mostra anche momenti di tentennamenti, di tiepidezza nei confronti dell’Amato. A volte cerca degli appigli, non per uscire dal Fiume ma per ponderare con la sua mente e cercare di dominare la forza trascinante del Fiume. Quando ciò avviene, ella si ritrova fuori da quelle Acque e subito cerca di rientrarci, ma questo comporta delle difficoltà e delle sofferenze.
1:2 BACIMI egli de’ baci della sua bocca; Perciocché i tuoi amori [son] migliori che il vino.
1:3 Per l’odore de’ tuoi preziosi olii [odoriferi], (Il tuo nome [è] un olio [odorifero] sparso), Ti amano le fanciulle.
Il desiderio di questa splendida fanciulla è di parlare “ BOCCA A BOCCA” con l’Amato, di essere da Lui BACIATA, affinché il Suo Soffio possa entrare nei suoi polmoni, e la Sua Saliva nella Sua BOCCA. Il Suo Amore, i loro rapporti d’Amore sono più inebrianti del vino. Tutto il Corpo dell’Amato è UNTO di preziosi oli odoriferi, il Suo Nome è l’Unto e sparge la Sua unzione.
Marco 7:33 Ed egli, trattolo in disparte fuor dalla folla, gli mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua;
Un uomo era sordomuto, il Signore Cristo ( Unto di Dio ) con le dita che mise nei suoi orecchi, che sono cinque e rappresentano i ministeri che non sono altro che la parte terminale del Suo braccio che opera attraverso i ministri da Lui costituiti. La fede viene dall’udire e l’udire dalla Parola di Dio predicata da coloro che il Signore manda. Dagli orecchi entra la Parola, si deve depositare nel cuore e far sgorgare da quel cuore una Fonte d’Acqua Viva, un’Acqua Saliente a Vita Eterna. Affinché l’Acqua possa sgorgare è necessario che la bocca sia aperta e la Parola si manifesti in seno alla Sposa di Cristo.
Giovanni 9:6 Detto questo, sputò in terra, fece del fango con la saliva e ne spalmò gli occhi del cieco,
Il Signore usa anche la saliva mescolata col fango, saliva mescolata col fango che non doveva rimanere sugli occhi del cieco. La saliva rappresenta la Sapienza di Dio, Sapienza che mescolata col fango che è il simbolo della sapienza terrena, rende l’uomo cieco dalla nascita su questa terra. La terra negli occhi impedisce di vedere, l’Acqua è il Lavacro della Parola di Dio. Lavarsi nella vasca di Siloe, significa andare a Gesù che è il Mandato del Padre, in Lui si trova l’Acqua per lavare gli occhi nostri dal fango della sapienza terrena che è pazzia al cospetto di Dio, il fango non è altro che la sapienza dei savi e degli intendenti, i quali sono cechi che spesso vogliono condurre altri cechi.
1:4 Tirami, noi correremo dietro a te; Il re mi ha introdotta nelle sue camere; Noi gioiremo, e ci rallegreremo in te; Noi ricorderemo i tuoi amori, anzi che il vino; Gli [uomini] diritti ti amano.
L’Amata ha le Sue ancelle, anche le fanciulle amano e corrono dietro all’Amato. L’Amata è tirata ed attirata dall’Amato. Non tutti quelli che corrono dietro all’Amato, entrano nelle Sue camere.
Matt. 25:10-12 Ora, mentre quelle andavano a comprarne, venne lo sposo; e quelle ch’erano apparecchiate entrarono con lui nelle nozze; e la porta fu serrata. Poi appresso, vennero anche le altre vergini, dicendo: Signore, signore, aprici.
Ma egli rispondendo, disse: Io vi dico in verità, che io non vi conosco.
La parabola delle dieci vergini ci descrive l’Amata ( le cinque vergini avvedute) e le ancelle (le stolte) erano tutte insieme e tutte aspettavano lo Sposo, erano tutte sonnacchiose ( così come lo fu la focosa fanciulla del Cantico dei Cantici). Solo l’Amata fu introdotta dal Re dei RE nelle Sue CAMERE, camere che Egli Stesso ha preparate nella Casa del Padre Celeste.
Cant. d. cant. 1:5 -6 O figliuole di Gerusalemme, io [son] bruna, ma bella; Come le tende di Chedar, come i padiglioni di Salomone. Non riguardate che io [son] bruna; Perciocché il sole mi ha tocca co’ suoi raggi; I figliuoli di mia madre si sono adirati contro a me; Mi hanno posta guardiana delle vigne; Io non ho guardata la mia vigna, che [è] mia.
La Sposa, secondo la carne è figlia della Gerusalemme terrena, ma secondo lo spirito è figlia della Gerusalemme Celeste, che è la figura delle libera e non della schiava: Sara e Agar.
Galati 4:24 -26 Le quali cose hanno un senso allegorico; poiché quelle [due donne] sono i due patti: l’uno dal monte Sina, che genera a servitù, il quale è Agar. Perciocché Agar è Sina, monte in Arabia; e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente; ed è serva, co’ suoi figliuoli. Ma la Gerusalemme di sopra è franca; la quale è madre di tutti noi.
Le figlie di Gerusalemme e i figliuoli della madre dell’Amata, sono i figli della Gerusalemme terrena che ha perseguitato e perseguita la Sposa di Cristo. Ella è stata posta come guardiana delle vigne, ma non ha guardata la sua vigna, nelle quale sono entrate le piccole volpi.
Apocalisse 1:16 Ed egli teneva nella sua man destra sette stelle; e dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, acuta, e il suo volto era come il sole quando splende nella sua forza.
L’Amato è come il sole, i Suoi raggi di Luce hanno toccato l’Amata, per questo si sono adirati i figli della Gerusalemme terrena contro la chiesa nascente. Una Chiesa che per non aver guardato la sua vigna, si ritrova senza il Sommo Pastore, ma presso le mandrie dei Suoi compagni.
C.D.C. 1:7 O [tu], il qual l’anima mia ama, dichiarami Ove tu pasturi [la greggia], [Ed] ove tu [la] fai posare in sul mezzodì; Perciocché, perché sarei io come una [donna] velata Presso alle mandre de’ tuoi compagni?
La Chiesa è velata, nascosta presso coloro che ella reputa compagni dell’Amato, questo non le basta, ella cerca il luogo dove il Buon Pastore pastura le Sue pecore, e dove le fa riposare.
Salmo 23:1-6 IL Signore [è] il mio pastore: nulla mi mancherà.
Egli mi fa giacere in paschi erbosi, Mi guida lungo le acque chete.
Egli mi ristora l’anima; Egli mi conduce per sentieri di giustizia, Per amor del suo Nome.
Avvegnachè io camminassi nella valle dell’ombra della morte, Io non temerei male [alcuno][]; perciocchè tu [sei] meco; La tua bacchetta, e la tua verga mi consolano. Tu apparecchi davanti a me la mensa, al cospetto de’ miei nemici; Tu ungi il mio capo con olio; la mia coppa trabocca. Per certo, beni e benignità mi accompagneranno Tutti i giorni della mia vita; Ed io abiterò nella Casa del Signore Per lunghi giorni.
Cant. d. Cant. 1:8 Se tu nol sai, o la più bella d’infra le femmine, Esci seguendo la traccia delle pecore, E pastura le tue caprette. Presso alle tende de’ pastori.
La chiesa non sa dove si trova il Pastore, l’Amato le dice che deve seguire le tracce delle pecore. Le dice che sta pasturando delle caprette, presso alle tende dei pastori ( quelli veri ) potrà arrivarci seguendo le tracce delle vere pecore, li troverà Quello che l’anima sua ama e brama.
1:9 -17 AMICA mia, io ti assomiglio alle cavalle [Che sono] a’ carri di Faraone.
Le tue guance son belle ne’ [lor] fregi, E il tuo collo ne’ [suoi] monili.
Noi ti faremo de’ fregi d’oro Con punti d’argento.
Mentre il re [è] nel suo convito, Il mio nardo ha renduto il suo odore.
Il mio amico m'[è] un sacchetto di mirra, Che passa la notte sul mio seno.
Il mio amico m'[è] un grappolo di cipro Delle vigne di En-ghedi.
Eccoti bella, amica mia, eccoti bella; I tuoi occhi [somigliano quelli de]’ colombi.
Eccoti bello, amico mio, ed anche piacevole; Il nostro letto eziandio [è] verdeggiante.
Le travi delle nostre case [son] di cedri, I nostri palchi [son] di cipressi.
Seguendo le giuste tracce l’Amica, trova l’Amico. Passano la notte insieme, sono a letto nel riposo e nelle gioie coniugali. In un letto verdeggiante, un intimo rapporto che porta frutto. Gli occhi di lei somigliano a quelli dei colombi ed ella è coperta dallo Spirito Santo che scese come COLOMBA.
Il Re è nel Suo convito ed il nardo schietto dell’Amata ha reso il suo odore.
Marco 14:3 Ed essendo egli in Betania, nella casa di Simone il lebbroso, mentre era a tavola, venne una donna che aveva un alabastro d’olio odorifero di nardo schietto, di gran prezzo; e rotto l’alabastro, glielo versò sul capo.
Giov. 12:3 Allora Maria, presa una libbra d’olio odorifero di nardo schietto, di gran prezzo, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò co’ suoi capelli; e la casa fu ripiena del profumo dell’olio.
La Chiesa, la Sposa di Cristo ai piedi dallo Sposo, è un profumo soave la sua preghiera e la sua umiliazione, è l’adorazione in ispirito e verità che il Padre gradisce.
2:1 -5 Io [son] la rosa di Saron, Il giglio delle valli.
Quale [è] il giglio fra le spine, Tale [è] l’amica mia fra le fanciulle.
Quale [è] il melo fra gli alberi d’un bosco, Tale [è] il mio amico fra i giovani; Io ho desiderato [d’esser all’]’ombra sua, E mi [vi] son posta a sedere; E il suo frutto [è stato] dolce al mio palato.
Egli mi ha condotta nella casa del convito, E l’insegna ch’egli mi alza [è:] Amore.
Confortatemi con delle schiacciate d’uva, Sostenetemi con de’ pomi, Perciocché io languisco d’amore.
Luca 10:39 Ell’avea una sorella chiamata Maria la quale, postasi a sedere a’ piedi di Gesù, ascoltava la sua parola.
Maria era ai piedi del Maestro e si cibava della Parola che era dolce al suo palato.
Salmi 119:103 Oh come son dolci le tue parole al mio palato ! Son più dolci del miele alla mia bocca.
Cant. d Cant. 2:6-17 [Sia] la sua man sinistra sotto al mio capo, Ed abbracciami la sua destra.
IO vi scongiuro, o figliuole di Gerusalemme, Per le cavriuole, e per le cerve della campagna, Che voi non svegliate l’amor [mio], e non le rompiate il sonno, Finché non le piaccia.
[Ecco] la voce del mio amico; Ecco, egli ora viene Saltando su per i monti, Saltellando su per i colli.
L’amico mio è simile ad un cavriuolo, O ad un cerbiatto; Ecco ora sta dietro alla nostra parete, Egli riguarda per le finestre, Egli si mostra per i cancelli.
Il mio amico [mi] ha fatto motto, e mi ha detto: Levati, amica mia, bella mia, e vientene.
I fiori si veggono sulla terra; Il tempo del cantare è giunto, E s’ode la voce della tortola nella nostra contrada.
Il fico ha messi i suoi ficucci, E le viti fiorite rendono odore; Levati, amica mia, bella mia, e vientene.
O colomba mia, [che stai] nelle fessure delle rocce, Ne’ nascondimenti de’ balzi, Fammi vedere il tuo Pigliateci le volpi, Le piccole volpi che guastano le vigne, Le nostre vigne fiorite.
Il mio amico [è] mio, ed io [son] sua; Di lui, che pastura [la greggia] fra i gigli.
Ritornatene, amico mio, A guisa di cavriuolo o di cerbiatto, Sopra i monti di Beter, Finché spiri [l’aura del] giorno, E che le ombre se ne fuggano.
Matt. 24:32 -33 Ora imparate dal fico questa similitudine: Quando già i suoi rami sono in succhio, e le frondi germogliano, voi sapete che la state [è] vicina; così ancora voi, quando avrete vedute tutte queste cose, sappiate ch’egli è vicino, in su la porta.
Questi versi ci parlano del ritorno del Signore e del rapimento della Chiesa. La chiesa si trova nelle fessure delle rocce e non nella Roccia. Molti grideranno: rocce cadeteci addosso!…
Molti cercheranno rifugio e protezione da coloro che reputavano “venditori di olio “, così come fecero le vergini stolte che andarono nelle tenebre a cercare l’olio per le loro lampade.
L’Amico è dietro alla nostra parete, è dietro i muri di divisione che separano il popolo di Dio; guarda dalle finestre perché è stato messo alla porta e picchia; si mostra dai cancelli delle prigioni di Babilonia dove il popolo di Dio è tenuto prigioniero nelle fessure delle rocce.
Cant. D Cant. 3:1 -6 Io ho cercato nel mio letto, nelle notti, Colui che l’anima mia ama; Io l’ho cercato, e non l’ho trovato.
Ora mi leverò, e andrò attorno per la città, Per le strade, e per le piazze; Io cercherò colui che l’anima mia ama; Io l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Le guardie che vanno attorno alla città, mi hanno trovata; [Ed io ho detto loro]: Avete voi punto veduto colui che l’anima mia ama?
Di poco li avea passati, Ed io trovai colui che l’anima mia ama; Io lo presi, e nol lascerò, Finché io non l’abbia menato in casa di mia madre, E nella camera di quella che mi ha partorita.
Io vi scongiuro, figliuole di Gerusalemme, Per le cavriuole, e per le cerve della campagna, Che voi non isvegliate l’amor [mio], e non le rompiate il sonno, Finché le piaccia.
CHI [è] costei che sale dal deserto, Simile a colonne di fumo, Profumata di mirra, e d’incenso, [E] d’ogni polvere di profumiere?
Ancora una volta troviamo l’Amata alla ricerca dell’Amato. Lo ha cercato nel suo letto e non Lo ha trovato. A volte la Chiesa si fa delle tane, dei nidi, e li cerca e spera di trovare Lo Sposo, ma non Lo trova. Deve levarsi ed uscire fuori dalle “ tane e dai nidi “ umani e cercare di poggiare il capo sul seno dell’Amato, e sentire così il palpito del Suo cuore, così come faceva Giovanni l’apostolo.
La Sposa chiede alle “guardie”, l’Amato non si è fermato con le sentinelle, è passato oltre e le sentinelle hanno continuato a girare per la città senza Gesù.
Salmi 127:1 Se l’Eterno non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori; se l’Eterno non guarda la città, invano vegliano le guardie.
Invano vegliano le guardie se il Signore non è con loro, ma passa oltre lasciandole sole. Evidentemente quelle guardie non sono state costituite da Lui, ma dagli uomini.
Ancora una volta troviamo l’Amata dormiente, l’Amato la lascia dormire, fino a quando Lui stesso dice: chi è costei che sale dal deserto, simile a colonne di fumo, profumata di mirra e d’incenso….
Apoc. 12:5-6 Ed ella partorì un figliuol maschio, il quale ha da reggere tutte le nazioni con verga di ferro; e il figliuol d’essa fu rapito, [e portato] appresso a Dio, ed appresso al suo trono. E la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo apparecchiato da Dio, acciocchè sia quivi nutrita milledugensessanta giorni.
Ancora ci parla del rapimento della Chiesa: sale dal deserto, simile a colonne di fumo…..
Apocalisse 8:4 E il fumo dei profumi, unendosi alle preghiere dei santi, salì dalla mano dell’angelo al cospetto di Dio.
Cant. d Cant. 4:6 -16 Finché spiri [l’aura del] giorno, E che le ombre se ne fuggano, Io me ne andrò al monte della mirra, Ed al colle dell’incenso. Tu [sei] tutta bella, amica mia, E non vi è difetto alcuno in te.
[Vieni] meco dal Libano, o Sposa, Vieni meco dal Libano; Riguarda dalla sommità di Amana, Dalla sommità di Senir, e di Hermon, Da’ ricetti de’ leoni, Da’ monti de’ pardi.
Tu mi hai involato il cuore, o Sposa, sorella mia; Tu mi hai involato il cuore con uno de’ tuoi occhi, Con uno de’ monili del tuo collo.
Quanto son belli i tuoi amori, o Sposa, sorella mia! Quanto son migliori i tuoi amori che il vino! E l’odor de’ tuoi olii [odoriferi] più [eccellenti] che tutti gli aromati!
O Sposa, le tue labbra stillano favi [di miele]; Miele e latte [è] sotto alla tua lingua; E l’odor de’ tuoi vestimenti [è] come l’odor del Libano.
O Sposa, sorella mia, [tu sei] un orto serrato, Una fonte chiusa, una fontana suggellata.
Le tue piante novelle [sono] un giardino di melagrani, E [d’altri alberi] di frutti deliziosi; Di piante di cipro e di nardo;
Di nardo e di gruogo; di canna odorosa, e di cinnamomo, E d’ogni albero d’incenso; Di mirra, e d’aloe, E d’ogni più eccellente aromato. O fonte degli orti, O pozzo d’acque vive, O ruscelli [correnti giù] dal Libano!
Levati, Aquilone, e vieni, Austro; Spira per l’orto mio, e fa’ che i suoi aromati stillino. Venga l’amico mio nel suo orto, E mangi il frutto delle sue delizie.
Così l’Amato vede l’Amata: una Sposa e sorella, Sposa di Cristo e figlia del Padre Celeste.
5:1-12 O Sposa, sorella mia, io son venuto nell’orto mio; Io ho colta la mia mirra ed i miei aromati; Io ho mangiato il mio favo ed il mio miele; Io ho bevuto il mio vino ed il mio latte. Amici, mangiate, bevete, ed inebriatevi d’amori IO dormiva, ma il mio cuore vegliava; [Ed io udii] la voce del mio amico, il quale, picchiando, [diceva:] Aprimi, sorella mia, amica mia, Colomba mia, compiuta mia; Perciocché il mio capo è pieno di rugiada, [E] le mie chiome delle stille della notte.[Ed io risposi:] Io ho spogliata la mia gonna, come la rivestirei? Io mi ho lavati i piedi, come li brutterei?
L’amico mio mise la mano per lo buco [dell’uscio], E le mie interiora si commossero per amor di lui. Io mi levai, per aprire al mio amico; E le mie mani stillarono mirra, E le mie dita mirra schietta, Sopra la maniglia della serratura.
Io apersi all’amico mio; Ma l’amico mio già si era ritratto, ed era passato oltre. Io era fuor di me, quando egli parlava; Io lo cercai, ma non lo trovai; Io lo chiamai, ma egli non mi rispose.
Le guardie, che vanno attorno alla città, mi trovarono, Mi batterono, mi ferirono; Le guardie delle mura mi levarono il mio velo d’addosso. Io vi scongiuro, figliuole di Gerusalemme, Se trovate il mio amico, Che gli rapporterete? [Rapportategli] che io languisco di amore. Che è il tuo amico, più che [un altro] amico, O la più bella d’infra le femmine? Che [è] il tuo amico, più che [un altro] amico, Che tu ci hai così scongiurate?
Il mio amico [è] bianco e vermiglio, Portando la bandiera fra diecimila.
Il suo capo [è] oro finissimo, Le sue chiome [sono] crespe, Brune come un corvo.
I suoi occhi paiono colombe presso a ruscelli d’acque; E sono come lavati in latte, Posti [come] dentro i castoni [d’un anello].
Ancora una volta notiamo l’alternarsi della sonnolenza, questo è stato sempre tipico della Chiesa: lunghi periodi di letargo spirituale alternati a brevi periodi di risveglio. Questo che abbiamo letto è l’ultimo periodo, quello della chiesa di Laodicea che ci mostra lo Sposo alla porta che picchia.
Apoc. 3:14 -22 E ALL’ANGELO della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l’Amen, il fedel testimonio, e verace; il principio della creazione di Dio: Io conosco le tue opere; che tu non sei nè freddo, nè fervente; oh fossi tu pur freddo, o fervente!
Così, perciocchè tu sei tiepido, e non sei nè freddo, nè fervente, io ti vomiterò fuor della mia bocca.
Perciocché tu dici: Io son ricco, e sono arricchito, e non ho bisogno di nulla; e non sai che tu sei quel calamitoso, e miserabile, e povero, e cieco, e nudo.
Io ti consiglio di comperar da me dell’oro affinato col fuoco, acciocchè tu arricchisca; e de’ vestimenti bianchi, acciocchè tu sii vestito, e non apparisca la vergogna della tua nudità; e d’ungere con un collirio gli occhi tuoi, acciocchè tu vegga.
Io riprendo, e castigo tutti quelli che io amo; abbi adunque zelo, e ravvediti.
Ecco, io sto alla porta, e picchio; se alcuno ode la mia voce, ed apre la porta, io entrerò a lui, e cenerò con lui, ed egli meco. A chi vince io donerò di seder meco nel trono mio; siccome io ancora ho vinto, e mi son posto a sedere col Padre mio nel suo trono. Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese
l’Amata dice di amare col cuore lo Sposo, Egli va a trovare l’Amata che dorme ma dice di vegliare col cuore. Ella ode la voce dell’Amato, il quale picchiando diceva: aprimi, sorella mia, amica mia, colomba mia, compiuta mia…Lei dichiara di essere nuda, e di essersi lavata i piedi ( se comprendessimo la lavanda dei piedi ) , lei si è spogliata dei suoi vestimenti che lo Sposo le aveva dato, si è lavata da sola i piedi e non se li è fatti lavare da Gesù. E’ troppo santa, troppo pulita che ha paura di sporcarsi i piedi per aprire a Colui che dice d’amare. Lei non vuole farsi vedere con i vestiti della religiosità e pertanto lo lascia fuori. Lo Sposo insiste, mette la Sua mano forata sull’uscio del cuore dell’Amata, Ella si commuove per amor di Lui. Decide di aprire all’Amico suo.
L’Amico suo, è andato via, così come è andato via da molte chiese di Laodicea. A questo punto si rende conto che ella era fuori di se quando Egli parlava e lei rigettava la Sua Parola.
Solo adesso che era tornata in se, comincia a cercarlo, ma non lo trova; a chiamarlo, ma Egli non risponde. Adesso si è levata, esce dalla sua tana e si mette alla ricerca dello Sposo. Le solite “guardie” che vanno attorno alla città, non appena sanno che l’Amata è alla ricerca dell’Amato, la trovano e vogliono impedire questa ricerca. Se fosse rimasta dentro, spogliata a dormire, loro sarebbero state contente, ma che la Sposa cerchi lo Sposo senza il permesso delle “guardie”, questo è troppo. Solo loro debbono dare l’autorizzazione per potere uscire e camminare, le guardie sono state costituite dalle “autorità”, e pertanto battono e feriscono l’Amata, ella si rende conto che il suo Amato è fuori da quella città, battuta e ferita corre verso le mura della città. Quella città è come un carcere, le “guardie” delle MURA le tolgono IL VELO, le fanno oltraggio.
Efesini 2:14 Perciocché egli è la nostra pace, il quale ha fatto de’ due [popoli] uno; e avendo disfatta la parete di mezzo che faceva la separazione
1 Cor. 11:3-13 Ma io voglio che sappiate, che il capo d’ogni uomo è Cristo, e che il capo della donna [è] l’uomo, e che il capo di Cristo [è] Iddio.
Ogni uomo, orando, o profetizzando, col capo coperto, fa vergogna al suo capo.
Ma ogni donna, orando, o profetizzando, col capo scoperto, fa vergogna al suo capo; perciocchè egli è una medesima cosa Imperocché, se la donna non si vela, si tagli anche i capelli! Ora se è cosa disonesta per la donna il tagliarsi i capelli, o il radersi il capo, si veli. Poiché, quant’è all’uomo, egli non deve velarsi il capo, essendo l’immagine, e la gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo. Perciocché l’uomo non è dalla donna, ma la donna dall’uomo.
Imperocché ancora l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo.
Perciò, la donna deve, per cagion degli angeli, aver sul capo [un segno del]la podestà [da cui dipende
Giudicate fra voi stessi: è egli convenevole che la donna faccia orazione a Dio, senza esser velata
Togliere il velo, significa togliere alla Sposa il segno che dipende dallo Sposo. Le “guardie”si vogliono sostituire all’autorità dello Sposo, oltraggiano la Sposa e vogliono impedirle di raggiungere Colui che da la vera pace. Egli ha abbattuto il muro di divisione che separava i due popoli, per farne UN SOLO POPOLO , senza muri di divisione.
Ebrei13:12 -15 Perciò ancora Gesù, acciocchè santificasse il popolo per lo suo proprio sangue, ha sofferto fuor della porta. Usciamo adunque a lui fuor del campo, portando il suo vituperio. Perciocché noi non abbiamo qui una città stabile , anzi ricerchiamo la futura.
Per lui adunque offeriamo del continuo a Dio sacrifici di lode, cioè: il frutto delle labbra confessanti il suo nome.
L’Amata cerca di uscire a Lui, le “guardie” della città e delle mura, cercano di impedirglielo, non vogliono e cercano di ostacolarla in ogni modo. La Sposa oltraggiata, sa dove si trova l’Amico suo.
Cant. d. CANT. 6:1 -2 Ove è andato il tuo amico, O la più bella d’infra le femmine? Dove si è volto l’amico tuo, E noi lo cercheremo teco? Il mio amico è disceso nel suo orto, All’aie degli aromati, Per pasturar [la sua greggia] negli orti, E per coglier gigli .
Egli non è rimasto in quella città, ma ha portato IL SUO GREGGE nei verdeggianti PASCOLI, LUNGO LE ACQUE CHETE.
6:8 -13 Vi son sessanta regine, ed ottanta concubine, E fanciulle senza numero;
[Ma ] la colomba mia, la compiuta mia,[È] unica ; ella [è] unica a sua madre , E singolare a quella che l’ha partorita; Le fanciulle l’hanno veduta, e l’hanno celebrata beata; Le regine altresì, e le concubine, e l’hanno lodata.
Io non mi sono avveduta che il mio desiderio mi ha renduta simile A’ carri di Amminadab.Ritorna, ritorna, o Sullamita; Ritorna, ritorna, che noi ti miriamo. Perchè mirate la Sullamita Come una danza a due schiere?
Vi sono SESSANTA REGINE, ED OTTANTA CONCUBINE E FANCIULLE SENZA NUMERO, queste sono tutte “ LE DONNE” che dicono di essere la Sposa di Cristo, ma solo UNA è la Sposa di Cristo. Nel Regno dei cieli non entreranno regine, concubine o fanciulle, ma soltanto UNA DONNA: l’Amata, la Beata fra le donne, la Beata fra le chiese: LA CHIESA DI CRISTO e non le chiese che sono dentro la città dove invano vegliano “QUELLE GUARDIE”.
Amminadab (popolo nobile)
La sposa di Cristo è simile ai carri di un popolo nobile che nessuna “guardia”umana può fermare.
Quando sarà rapita dallo Sposo, a nulla gioverà l’ammirazione delle fanciulle, delle regine e della concubine, grideranno : ritorna, ritorna…ma sarà il pianto e lo stridore di denti.
Cant. D Cant. 8:6 -7 Mettimi come un suggello in sul tuo cuore, Come un suggello in sul tuo braccio; Perciocché l’amore [è] forte come la morte, La gelosia [è] dura come l’inferno. Le sue brace [son] brace di fuoco, [Son] fiamma dell’Eterno. Molte acque non potrebbero spegnere quest’amore, Nè fiumi inondarlo; Se alcuno desse tutta la sostanza di casa sua per quest’amore, Non se ne farebbe stima alcuna
Rom. 8:38 -39 Perciocché io son persuaso, che nè morte, nè vita, nè angeli, nè principati, nè podestà, nè cose presenti, nè cose future; nè altezza, nè profondità, nè alcuna altra creatura, non potrà separarci dall’amor di Dio, ch’ [è] in
Cristo Gesù, nostro Signore.
Nessuna cosa può separare l’Amata dall’Amato, perché tutto procede dall’Amore di Dio.
Cant. D Cant. 8:8 -10 Noi abbiamo una piccola sorella, La quale non ha ancora mammelle; Che faremo noi alla nostra sorella, Quando si terrà ragionamento di lei?
Se ella [è] un muro, Noi vi edificheremo sopra un palazzo d’argento; E se [è] un uscio, Noi la rinforzeremo di tavole di cedro. Io [sono] un muro, Ed i miei seni [son] come torri; Allora sono stata nel suo cospetto come quella che ha trovata pace.
C’e anche una piccola sorella, figlia della stessa madre, ma non figlia dello stesso Padre, è la figura della Gerusalemme terrena. Una donna che non ha mammelle, una donna che non può concepire il Seme di Dio, una donna senza seno non può far sgorgare ne latte, ne acqua. E’ la chiesa sterile che non porta alcun frutto e che dice di essere sorella della vera chiesa. Per certi versi assomiglia a sua sorella, a colei che ha dei seni come le torri ( dove ci sono le vere sentinelle ), a colei che al suo cospetto ha trovata PACE, la vera pace che solo lo Sposo può darle. Gesù disse: Io vi do pace, la Mia pace, Io non vi do come il mondo da. La sorella senza mammelle è la chiesa che cerca la pace del mondo, cerca la pace di Cesare e non quella che si ha nel Signore. La chiesa di Cristo è un muro di separazione col mondo, è la chiesa dei santi che cercano Il Santo dei Santi.
8:11-14 Salomone avea una vigna in Baal-hamon, Ed egli la diede a de’ guardiani, [Con patti che] ciascun [di loro gli] portasse mille [sicli] d’argento Per lo frutto di essa.La mia vigna, che [è] mia, [è] davanti a me. [Sieno] i mille [sicli] tuoi, o Salomone; Ed abbianne i guardiani del frutto di essa dugento.
O tu, che dimori ne’ giardini, I compagni attendono alla tua voce; Famme[la] udire.
Riduciti prestamente, o amico mio, A guisa di cavriuolo, o di cerbiatto, Sopra i monti degli aromati.
Salomone rappresenta il padrone della “vigna” terrena, egli era il re della Gerusalemme terrena, egli costituì dei guardiani ( delle guardie ) nella sua città e nella sua vigna. Egli fece dei patti con loro, ciascuno doveva portargli mille sicli ed i guardiani dovevano avere duecento cicli del frutto. Il Signore dichiara che ha la Sua vigna, che è SUA E CHE E’ DINANZI A LUI. Salomone , prenditi il tuo stipendio, dallo ai tuoi guardiani, prenditi decime, offerte, sovvenzioni, gestisciti la TUA vigna, IO non voglio il frutto della tua vigna, sfruttala tu ed i TUOI GUARDIANI.
La Mia vigna è dinanzi a Me, non la sfrutto, ma l’arricchisco della Mia presenza, non ho fatto patti con I SICLI D’ARGENTO, ma ho fatto PATTO ATTRAVERSO IL SANGUE DEL PATTO. Sangue che “qualcuno” valutò trenta sicli d’argento. Dalla Mia vigna Io frutto perché il Padre Mio è il Vignaiolo ed Io sono la vera Vite ed i tralci che portano frutto l’Amata Mia Sposa.
1 Re11:1-12 ORA il re Salomone amò, oltre alla figliuola di Faraone, molte donne straniere, Moabite, Ammonite, Idumee, Sidonie, Hittee, delle nazioni delle quali il Signore avea detto a’ figliuoli di Israele: Non entrate da esse, ed esse non entrino da voi; per certo esse faranno rivolgere il cuor vostro dietro ai loro dii; a quelle si congiunse Salomone per amore.
Ed ebbe settecento donne principesse, e trecento concubine; e le sue donne sviarono il suo cuore.
Al tempo della sua vecchiezza avvenne che le sue donne sviarono il suo cuore dietro ad altri dii; ed il suo cuore non fu intiero inverso il Signore Iddio suo, come [era stato] il cuor di Davide, suo padre. E Salomone andò dietro ad Astoret, dio de’ Sidonii; e dietro a Milcom, abbominazione degli Ammoniti.
Così Salomone fece ciò che dispiace al Signore; e non seguitò il Signore appieno, come [avea fatto] Davide, suo padre.
Allora Salomone edificò un alto luogo a Chemos, abbominazione di Moab, nel monte ch'[è] dirimpetto a Gerusalemme; ed a Molec, abbominazione de’ figliuoli di Ammon.
Il simigliante fece per tutte le sue donne straniere, le quali facevano profumi, e sacrificavano agl’iddii loro.
Perciò il Signore si adirò contro a Salomone, perché il suo cuore s’era sviato dal Signore Iddio d’Israele, che gli era apparito due volte. E gli avea fatto comandamento intorno a questo, ch’egli non andasse dietro ad altri dii; ma egli non osservò ciò che il Signore avea comandato. E il Signore disse a Salomone: Perciocché questo è stato in te, e tu non hai osservato il mio patto, ed i miei statuti, i quali io ti avea imposti; io del tutto straccerò il reame d’addosso a te, e lo darò al tuo servitore.
Ma pure, per amor di Davide, tuo padre, io non farò questo a’ tuoi dì; io lo straccerò d’infra le mani del tuo figliuolo.
Salomone era stato un re “ecumenico” aveva avuto “rapporti” con molte donne, il suo cuore si era sviato dal Signore. Egli aveva fatto patto con i suoi guardiani e non osservatoli patto col Signore, egli aveva fatto i suoi statuti e non aveva osservato gli statuti che il Signore gli aveva IMPOSTI.
Salomone amò più le donne che Dio, era pieno d’amore per le chiese, egli si univa a loro nelle diversità, era pieno d’amore che voleva avere rapporti con tutte. Egli non predicava loro l’Iddio d’Israele, egli si lasciò “evangelizzare”da quelle donne. Cosa strana, al tempo della sua vecchiezza le sue donne sviarono il suo cuore dietro ad altri dii. Questa seduzione non avvenne attraverso i piaceri carnali perché egli era vecchio, fu una seduzione spirituale che ebbe origine nei piaceri carnali, nella gioventù aveva resistito, non era andato dietro agli idoli delle sue donne, ci era andato a letto, si era congiunto, era stato uno stesso corpo con loro, poi fu uno stesso spirito.
I° Cor. 6:15 -20 Non sapete voi che i vostri corpi son membra di Cristo? torrò io adunque le membra di Cristo, e faronne membra d’una meretrice? [Così] non sia.
Non sapete voi che chi si congiunge con una meretrice è uno stesso corpo [con essa?] perciocchè i due, dice [il Signore], diverranno una stessa carne. Ma chi è congiunto col Signore è uno stesso spirito [con lui].
Fuggite la fornicazione; ogni [altro] peccato che l’uomo commette è fuor del corpo; ma chi fornica, pecca contro al suo proprio corpo. Non sapete voi che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo ch’ [è] in voi, il quale avete da Dio? e che non siete a voi stessi? Poiché siete stati comperati con prezzo; glorificate adunque Iddio col vostro corpo, e col vostro spirito, i quali sono di Dio.
Salomone aveva ricevuto sapienza dal Signore, ma quando divenne “anziano” le sue donne gli fecero perdere la testa e perdendo le testa perse anche la sapienza ed il regno.
II Cronache 8:11 Or Salomone fece salire la figliuola di Faraone dalla città di Davide, nella casa ch’egli le avea edificata; perciocchè disse: La mia moglie non abiterà nella casa di Davide, re d’Israele; perciocchè [i luoghi], ne’ quali l’Arca del Signore è entrata, son santi.
Salomone sapeva che la figliola di Faraone ( figlia del diavolo ) era contaminata così come lo erano tutte le altre donne pagane ed anche sacerdotesse di dei pagani. Acab il re d’Israele era marito di Iezabel, pure loro portarono Israele al paganesimo ed al culto di baal, quattrocentocinquanta profeti contro Elia profeta di Dio.
I Corinzi 15:33 Non errate: cattive compagnie corrompono i buoni costumi
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Galati 3:1 O GALATI insensati! chi vi ha ammaliati per non ubbidire alla verità, [voi], a’ quali Gesù Cristo è stato prima ritratto davanti agli occhi [come se fosse stato] crocifisso fra voi?
Galati 3:3 Siete voi così insensati, che, avendo cominciato per lo Spirito, vogliate finire ora per la carne
PACE DEL SIGNORE
F.llo Eliseo