Feb 19

Fate frutti

FATE FRUTTI

Luca 3:8 Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento.

La predicazione di Giovanni Battista, esortava coloro che venivano al battesimo di fare dei frutti che dimostrassero un vero ravvedimento. Bisogna comprendere di quali frutti si tratta, evidentemente viene paragonato l’uomo ad un albero.

Matteo 7:16 Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si colgono forse delle uve dalle spine, o dei fichi dai triboli?
7:17 Così, ogni albero buono fa frutti buoni; ma l’albero cattivo fa frutti cattivi.
7:18 Un albero buono non può far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni.
7:19 Ogni albero che non fa buon frutto, è tagliato e gettato nel fuoco.
7:20 Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti.
7:21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli.

Il cristianesimo di oggi è molto superficiale, per molti basta essere battezzati in acqua, frequentare una comunità, pagare la decima, pregare, essere battezzati di Spirito Santo, profetizzare, esercitare un dono o un ministerio ed osservare le regole della loro denominazione o fare miracoli.
Giovanni Battista e Gesù stesso dichiara che per entrare nel Regno dei Cieli non sono sufficienti i doni, i ministeri e l’osservanza di certe regole, ma bisogna portare i frutti degni del ravvedimento.

Matteo 21:43 Perciò io vi dico che il Regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti.

Se vogliamo entrare nel Regno di Dio è necessario portare frutto, il Signore stesso lo richiede.
Prima è necessario che l’albero buono sia piantato, poi deve crescere e solo quando è cresciuto può dare il suo frutto, questo albero buono viene seminato nel cuore dell’uomo.

Romani 5:5 Or la speranza non rende confusi, perché l’amor di Dio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Lo Spirito Santo è quel seme che Amore di Dio ha sparso nel cuore dei veri credenti, Egli ha piantato in noi l’Albero della Vita Eterna, il terreno è il nostro cuore.

Matteo 13:4 Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono.
13:5 E un’altra cadde ne’ luoghi rocciosi ove non avea molta terra; e subito spuntò, perché non avea terreno profondo;
13:6 ma, levatosi il sole, fu riarsa; e perché non avea radice, si seccò.
13:7 E un’altra cadde sulle spine; e le spine crebbero e l’affogarono.
13:8 E un’altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando qual cento, qual sessanta, qual trenta per uno.
13:9 Chi ha orecchi da udire oda.

Certamente ci sarà una differenza della quantità di frutto, non tutti gli alberi buoni daranno la stessa quantità, ma tutti gli alberi porteranno frutto.
La chiesa di oggi, dovrebbe esaminare il frutto e fare in modo che il seme possa essere piantato profondamente, e che le pietre e la spine che lo fanno seccare siano tolte e la terra adacquata.
Questo è più importante di tutte le opere religiose, degli strumenti musicali, delle finanze della chiesa, dal predicare con giacca e cravatta, da tutti gli usi e costumi che caratterizzano e spesso dividono coloro che non si uniformano alla Parola di Dio, che è Cristo Gesù l’espressione della volontà le Padre. Si scrivono tanti libri, tante dottrine, e nessuno pone mente alla dottrina del frutto che ogni credente deve portare per potere varcare la Porta del Regno dei Cieli.
Gesù disse: voi li riconoscerete dai frutti…
I frutti non sono altro che il Passaporto che ci fa varcare il confine della Patria Celeste. Nella Gerusalemme Celeste si entra con i frutti buoni, senza buoni frutti non si entra per La Porta.
Gesù è quella Porta, bisogna passare per Essa con una “cesta di frutti”, frutti graditi a Dio.

Genesi 4:3 E avvenne, di lì a qualche tempo, che Caino fece un offerta di frutti della terra all’Eterno;
4:4 e Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso. E l’Eterno guardò con favore Abele e la sua offerta,
4:5 ma non guardò con favore Caino e l’offerta sua. E Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto.

Caino offrì dei frutti della terra, il Signore non gradì quei frutti; Abele offerse il frutto del suo gregge, il Signore guardò con favore Abele e la sua offerta, ma non guardò con favore Caino e la sua offerta. Caino aveva portato i frutti della terra che era stata maledetta dal Signore, il Signore non poteva gradire Caino ed i frutti della terra che presentava a Lui.
Abele (ebr. hebel cioè soffio, vapore) rappresentava lo Spirito Santo, Cristo Gesù il Sommo Pastore che sarebbe stato ucciso da quelli di casa Sua. Abele portava al Signore il frutto del suo gregge, il meglio dei primogeniti del suo gregge, il frutto dell’opera dello Spirito Santo. Abele, il Soffio, lo Spirito Santo aveva custodito quel gregge, e rendeva quel frutto al Signore Iddio.
Abele non ha avuto una progenie nella carne, egli non ha seminato la terra ma ha portato a Dio ciò che rappresentava la chiesa di Cristo, la chiesa dei primogeniti riscattati.

Ebrei 12:22 ma voi siete venuti al monte di Sion, e alla città dell’Iddio vivente, che è la Gerusalemme celeste, e alla festante assemblea delle miriadi degli angeli,
12:23 e alla Chiesa de’ primogeniti che sono scritti nei cieli, e a Dio, il Giudice di tutti, e agli spiriti de’ giusti resi perfetti,
12:24 e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione che parla meglio di quello d’Abele.
12:25 Guardate di non rifiutare Colui che parla; perché, se quelli non scamparono quando rifiutarono Colui che rivelava loro in terra la sua volontà, molto meno scamperemo noi se voltiamo le spalle a Colui che parla dal cielo.

Cristo Gesù non ha avuto una progenie secondo la carne, ma è stato il seminatore che ha seminato cuori di coloro sono scritti nei cieli, ha sparso il seme dell’Amore del Padre per la Sua Divina Parola che ha piantato nel cuore dei primogeniti, attraverso il “Soffio” dello Spirito Santo.
Il Padre nostro Celeste gradisce soltanto il frutto dello Spirito e non i frutti della terra che non sono altro che le opere della carne che Caino coltivava nel suo cuore terreno, carnale e diabolico.
Nel “cesto” del nostro cuore ci deve essere il frutto dello Spirito e non le opere della carne, chi si presenta dinanzi al Signore con le opere della carne, si presenta come Caino, chi si presenta col Frutto della Spirito, si presenta come Abele ed è gradito al Signore.
Naturalmente questo non significa che si presenta perfetto dinanzi a Dio, ma entra nella perfezione di Colui che è l’Agnello di Dio e presenta a Dio il frutto dell’opera Sua nella propria vita e si pente delle proprie debolezze non giustificandole, ma chiedendo a Colui che ha pagato il prezzo del riscatto, di potare quel tralcio affinché possa portare ancora più frutto dello Spirito Santo.
Ciò significa un continuo “rinnovo” del Passaporto che ci permette di essere pronti ogni momento a rientrare nella nostra Patria Celeste.
Solo un continuo controllo non ci farà mai essere “scaduti” dalla grazia di Dio, e ci farà essere sempre pronti a lasciare questo mondo nel quale siamo stranieri e pellegrini che attendono di tornare nel Regno de Padre loro. Il Nostro Signore e Salvatore tornerà come un ladro di notte e rapirà la Sua Sposa, allora non ci sarà più tempo perché sarà il tempo della raccolta che il Signore ha stabilito, non ci sarà più tempo, ma la sposa entrerà nell’Eternità del Padre.

Romani 6:21 Qual frutto dunque avevate allora delle cose delle quali oggi vi vergognate? poiché la fine loro è la morte.
6:22 Ma ora, essendo stati affrancati dal peccato e fatti servi a Dio, voi avete per frutto la vostra santificazione, e per fine la vita eterna:
6:23 poiché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani 7:4 Così, fratelli miei, anche voi siete divenuti morti alla legge mediante il corpo di Cristo, per appartenere ad un altro, cioè a colui che è risuscitato dai morti, e questo affinché portiamo del frutto a Dio.
7:5 Poiché, mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose, destate dalla legge, agivano nelle nostre membra per portar del frutto per la morte.

Esistono due tipi di frutto: frutto a Dio; frutto per la morte. Il frutto a Dio è la nostra santificazione, e per fine la vita eterna; il frutto per la morte è la nostra carnalità e per fine la morte eterna.

Galati 5:15 Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non esser consumati gli uni dagli altri.
5:16 Or io dico: Camminate per lo Spirito e non adempirete i desiderî della carne.
5:17 Perché la carne ha desiderî contrari allo Spirito, e lo Spirito ha desiderî contrari alla carne; sono cose opposte fra loro; in guisa che non potete fare quel che vorreste.
5:18 Ma se siete condotti dallo Spirito, voi non siete sotto la legge.
5:19 Or le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza,
5:20 idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni,
sètte, invidie, ubriachezze, gozzoviglie, e altre simili cose; circa le quali vi prevengo, come anche v’ho già prevenuti, che quelli che fanno tali cose non erederanno il regno di Dio.

5:22 Il frutto dello Spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza;
5:23 contro tali cose non c’è legge.
5:24 E quelli che son di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze.
5:25 Se viviamo per lo Spirito, camminiamo altresì per lo Spirito.
5:26 Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.

Se nel nostro cesto c’è il frutto dello Spirito, noi siamo eredi di Dio e coeredi di Cristo Gesù ed abbiamo crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze. Solo allora avremo il nostro Passaporto che ci fa eredi del Regno dei cieli, se così non è il nostro cristianesimo è vano e la nostra fede sarà senza le opere dello Spirito Santo, sarà una fede morta e porterà frutto alla morte.
Il Signore conosce il contenuto del “cesto” di chi scrive e di chi legge, non inganniamo noi stessi.
Pace del Signore
F.llo Eliseo

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