ERESIA ED APOSTASIA DAL VERO CRISTIANESIMO
Etimologia, origine e sviluppi del termine
“Eresia” deriva dal greco αἵρεσις, haìresis derivato a sua volta dal verbo αἱρέω (hairèō, “afferrare”, “prendere” ma anche “scegliere” o “eleggere”).
In origine dunque eretico, era colui che sceglieva, colui che era in grado di valutare più opzioni prima di posarsi su una di esse. In tale ambito indicava anche delle scuole come quella dei Pitagorici o quella degli Stoici.
In ambito cristiano, il termine, assente nei vangeli canonici, compare negli Atti degli apostoli (5:17, 24:5, 24:14, 26:5, 28:22) per indicare varie scuole (o sette) come quelle dei Sadducei, Cristiani e Farisei. E sia in greco antico che in ebraico ellenizzato questo termine non possedeva, originariamente, alcuna caratteristica denigrativa.
Ma con le Lettere del Nuovo Testamento tale neutralità del termine viene meno: in 1 Corinzi 11:19, Galati 5:20, 2 Pietro 2:1, haìresis inizia ad assumere dei connotati dispregiativi e ad indicare la “separazione”, la “divisione” e la rispettiva condanna[2]. Secondo Heinrich Schlier lo sviluppo in negativo di hairesis procede con l’analogo sviluppo del termine ekklesia: haìresis ed ekklesia divengono due opposti[3].
Secondo Alain Le Boulluec fu Giustino di Nablus (100-162) il primo apologeta ad utilizzare sistematicamente il termine “eresia” per combattere le correnti cristiane considerate devianti[4].
In ambito ebraico si evidenzia un processo analogo: sempre nel I secolo d.C. (in corrispondenza dell’emergere dell’ebraismo rabbinico ortodosso) il termine ebraico min (מִין, pl. מִינִים , minim; corrispettivo del greco haìresis) assume dei connotati dispregiativi e viene utilizzato per indicare sia i cristiani che gli gnostici.
Il termine da un significato neutro assume in un secondo momento un valore negativo e passa ad indicare una dottrina o un’affermazione contraria ai dogmi e ai principî di una determinata religione, sovente oggetto di “condanna” o scomunica da parte dei rappresentanti della stessa. Nel caso della Chiesa cattolica, ad esempio, sono previsti appositi sinodi per stabilire quali siano le deviazioni dall’ortodossia e la Congregazione per la Dottrina della Fede (erede della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione) per individuare coloro che vengono considerati “colpevoli di eresia” (ovvero gli eretici).
Il termine, fuori dall’ambito religioso, viene utilizzato in senso figurato per indicare un’opinione o una dottrina filosofica, politica, scientifica o persino artistica in disaccordo con quelle generalmente accettate come autorevoli.
Goya: Il tribunale dell’Inquisizione
Eretico è dunque chi proclama con forza una propria scelta definitiva: “eresia” può pertanto equivalere ad una scelta sia di credo sia di appartenenza tra fazioni religiose contrapposte. Un’altra possibile interpretazione, legata al significato di “scelta”, richiama il fatto che l’eretico è colui che “sceglie”, cioè accetta, solo una parte della dottrina “ortodossa“, rimanendo in disaccordo su altre parti. Nel registro informale, il termine viene però usato per indicare un’opinione gravemente errata o comunque discordante dalla tesi più accreditata riguardo ad un certo argomento.
In origine il termine, utilizzato da scrittori ellenistici, indicava una fazione o una setta religiosa, senza connotazioni negative. Già nel Nuovo Testamento il termine assume un significato negativo e in questo senso venne utilizzato da padri della Chiesa e scrittori ecclesiastici. Ad esempio il termine venne ampiamente impiegato da Ireneo nel suo trattato Contra haeresis (Contro le eresie) per contrastare i suoi oppositori nella Chiesa. Egli descrisse le sue posizioni come ortodosse (dal greco ortho- “retto” e doxa “pensiero”) in contrapposizione con quelle “eretiche” dei suoi avversari.
Ovviamente, nell’accezione negativa, il termine eresia può essere visto come reciproco: pochi sarebbero disposti a definire le proprie credenze come eretiche, ma piuttosto a presentarle come l’interpretazione corretta di una determinata dottrina, e quindi come la visione ortodossa giudicata eretica da altri. Ciò che costituisce eresia è un giudizio dato in funzione dei propri valori; si tratta dell’espressione di un punto di vista relativo ad una consolidata struttura di credenze. Per esempio, i cattolici vedevano nel protestantesimo un’eresia mentre i non cattolici consideravano il cattolicesimo stesso come la grande apostasia.
Nell’ambito del cristianesimo si tende a fare una distinzione fra eresia e scisma: quest’ultimo comporta un distacco dalla chiesa ortodossa senza “perversioni nel dogma” (secondo la definizione di San Girolamo), anche se, secondo alcuni teologi cattolici, lo scisma inveterato finisce per assumere anche caratteristiche dottrinali[senza fonte].
Cattolicesimo
Sassetta: Rogo di un eretico
« Sotto il profilo giuridico-ecclesiastico, eretico è definito colui che, dopo il battesimo, e conservando il nome di Cristiano, ostinatamente si rifiuta o pone in dubbio una delle verità che nella fede divina e cattolica si devono credere » | |
(Karl Rahner, Che cos’è l’eresia?, p 29)
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Vengono inoltre fatte, nell’ambito del cattolicesimo, alcune distinzioni fra i diversi gradi dell’eresia. Quando si tratta dell’opposizione diretta e immediata ad un dogma esplicitamente proposto dalla Chiesa si parla di dottrina eretica, mentre quando ci si oppone a una conclusione teologica o ad altri elementi derivati di una verità rivelata o ad una dottrina definibile, ma non ancora definita, si parla di proposizioni erronee, o che sanno di eresia, o prossime all’eresia.[senza fonte]
Note
- ^ Da notare che, nella tradizione lessicografica italiana, il lemma “eresia” indica prevalentemente quelle dottrine contrarie ai dogmi della Chiesa cattolica. Così l’edizione del De Mauro datata 2004: «dottrina o affermazione contraria ai dogmi e ai principi della Chiesa cattolica»; così anche l’edizione 2000-2001 del Devoto-Oli: «dottrina che si oppone direttamente e contraddittoriamente a una verità rivelata e proposta come tale dalla Chiesa cattolica»; così il vocabolario online della Treccani: «dottrina che si oppone a una verità rivelata e proposta come tale dalla Chiesa cattolica e, per estens., alla teologia di qualsiasi chiesa o sistema religioso, considerati come ortodossi»; nell’edizione online del Grande Dizionario Italiano della Hoepli: «Nel cattolicesimo, dottrina, palesemente dichiarata e sostenuta, che si oppone alla verità rivelata da Dio e affermata come tale dal linguaggio della Chiesa ‖ Insieme di interpretazioni personali, contrastanti con la tradizione, che possono svilupparsi nell’ambito di una religione basata su un sistema di dogmi ufficialmente riconosciuti». Tuttavia nell’ultima edizione del Vocabolario della Lingua italiana Zingarelli 2010, nella prima definizione di questo lemma, esso acquisisce un significato ben più ampio: «Nelle religioni fondate su una dogmatica universalmente o ufficialmente riconosciuta, dottrina basata su interpretazioni personali in contrasto con la tradizione».
Apostasia
Molte religioni considerano l’apostasia un vizio, una degenerazione della virtù della pietà nel senso che quando viene a mancare la pietà, l’apostasia ne è la conseguenza; spesso l’apostata viene fatto bersaglio di condanne spirituali (ad esempio la scomunica) o materiali ed è rifuggito dai membri del suo precedente gruppo religioso.
Il vero Cristianesimo è uno, così come Cristo è Uno e non è diviso.
2Pietro 2:1 Avvertimento contro i falsi dottori
Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata.
1Timoteo 4:1
Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni,
2Tessalonicesi 2:3
Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione,
Divisioni nella chiesa di Corinto
1Co 3:3-8, 21-22
10 Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire. 11 Infatti, fratelli miei, mi è stato riferito da quelli di casa Cloe che tra di voi ci sono contese. 12 Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: «Io sono di Paolo»; «io, di Apollo»; «io, di Cefa»; «io, di Cristo». 13 Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?
La Parola di Dio, ci mette in guardia contro le divisioni, e ci esorta a stare attenti a coloro che apostano dalla fede, e danno retta a spiriti seduttori e dottrine di demoni, e di guardarci dai falsi dottori che introducono eresie di perdizione.
Se il Cristianesimo del presente secolo non fosse apostata ed eretico, certamente avrebbe una sola dottrina e non ci sarebbero le dottrine, ci sarebbe un medesimo parlare, un medesimo modo di pensare e di sentire, e nessuno direbbe: io sono Cattolico..io sono Ortodosso…..io sono: Protestante…Pentecostale…Trinitario…Unitario…Battista…Valdese…Metodista….ADI….Apostolico……
I Cattolici sono eretici per i Protestanti, i Protestanti per i Cattolici, e nel Protestantesimo ci sono molte dottrine contrastanti che li rendono eretici ed apostati dal VERO CRISTIANESIMO CHE ERA ED E’ UNO E CHE HA UNA SOLA DOTTRINA.
L’apostasia è sotto i nostri occhi, il Signore sta tornando, ed i “cristiani” lanciano anatemi e scomuniche e bollano di eresia coloro che non si identificano in questo “Cristianesimo” apostata, che ha abbandonato la Dottrina di Cristo che è secondo pietà, ed affermato ognuno i propri dogmi, i propri statuti, il proprio credo, e portato il Cristianesimo nell’apostasia attraverso le eresie che sono state introdotte nel corso dei secoli.
Molte Religioni, e Chiese, Denominazioni, Gruppi, dicono di far capo al Cristianeskimo, ma dobbiamo chiederci: A QUALE?
CHI SONO COLORO CHE NON STANNO APOSTATANDO DALLA VERA FEDE, E NON STANNO SEGUENDO DOTTRINE DI DEMONI ED ERESIE DI PERDIZIONE???
QUELLO CHE AFFERMAVA GALILEO GALILEI, FU DEFINITA ERESIA, E L’ERETICO GALILEO PER SCAMPARE LA VITA FU OBBLIGATO AD ABIURARE DINANZI AI RELIGIOSI INQUISITORI DEL SUO TEMPO.
QUELLO CHE AFFERMAVA GESU’ IL GIUDEO, FU DEFINITA ERESIA, BESTEMMIA, E GESU’ FU ANCHE PRESO PER POSSEDUTO, MA EGLI NON RINNEGO’ LA DOTTRINA DEL PADRE, E PER QUESTO SALI’ SULLA CROCE COME UN ERETICO, UN MALFATTORE, UN RIBELLE ALLE AUTORITA’ RELIGIOSE…
NEANCHE I DISCEPOLI FACEVANO PARTE DEI RELIGIOSI DEL TEMPO, ED ANCHE LORO FURONO PERSEGUITATI, BATTUTI, MINACCIATI E MESSI AL ROGO DAGLI INQUISITORI DEL LORO TEMPO.
CREDO SIA UN ONORE, SENTIRSI BOLLARE D’ERESIA DAGLI ERETICI…CHE DIGRIGNAVANO I DENTI…
Atti 4:19
Ma Pietro e Giovanni risposero loro: «Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio.
Pace del Signre
Un ” ERETICO” domato dal Signore
1 comment
Or essendo di Cristo, Cristo vive in me, ed io in Lui; suggellato dallo Spirito Santo : Non mi importa se sarò ritenuto eretico\bollato come tale. ” < Se il mio Signore è stato ritenuto un posseduto , un bestemmiatore , un eretico , un malfattore, un ribelle\sobillatore contro le autorità religiose: " Io non sarò sarò ritenuto meno, anzi fino alla fine pregherò il mio Signore di non rinnegare "MAI" …
” I veri cristiani : non son capaci di far male alcuno, piuttosto danno la vita anche per i propri nemici, i veri cristiani: non torturano, non ammazzano; non lottano con armi per difendere la fede che essi professano; essi hanno una sola arma che usano , e in cui vincono il male, e questa arma è :” IL NOME DI GESU’, IN CUI VINCERANNO SICURI “. …….
” Chi professa la sua religione con armi nelle mani , non si rispecchia in Cristo nostro Signore….”