Set 10

ENOC LIBRO ASTRONOMIA

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ENOC E’ IL PRIMO PROFETA E L’UNICO AL QUASLE FURONO  MOSTRATI I SEGRETI DELLA CREAZIONE E DELLA RIBELLIONE DEI FIGLI DI DIO…..
I SUIO SCRITTI SONO STATI NASCOSTI DAI RELIGIOSI E DALLA SCIENZA, AFFINCHE’ NON SI SCOPRISSERO GLI INGANNI DEGLI ANGELI DECADUTI E DELLE LORO PROGENIE.
SONO LORO CHE GOVERNANO IL MONDO E LA MATRIX MANIPOLATRICE  DELLE MENTI DELL’UMANITA’ SCHIAVIZZATA E SEDOTTA DALLE LORO MENZOGNE…

I POTENTI DELLA TERRA, HANNO BOLLATO QUESTO LIBRO COME APOCRIFO, E LO HANNO ANCHE FATTO APPARIRE COME MUN LIBRO ESOTERICO, AFFINCHE LE PERSONE AVESSERO PAURA DI LEGGERLO, COME SE FOSSE UN LIBRO DIABOLICO, ED INVECE E’ LA VERITA’ CHE SVERGOGNA LE BUGIE DEI RELIGIOSI, DELLA FALSA SCIENZA A DELLA NASA, I QUALI VOGLIONO CHE L’UMANITA’ RIMANGA NELLA MENZOGNA E VADA DIETRO AI LORO INGANNI ED ALLE LORO MALIE E SORTILEGI CHE HANNO MANIPOLATO TUTTA L’UMANITA’..

Libro dell’Astronomia

LXXII.

[1] Libro del giro delle luci del cielo, ognuna come sta, nella propria classe, nella propria

potenza, nel proprio tempo, nel proprio nome, nella propria nascita 1, nel proprio mese e che

mi mostrò Uriele, l’angelo santo che stava con me, che è il loro condottiero. (Io scrivo) tutto il

loro libro, così come Egli mi mostrò secondo tutti gli anni del mondo, fino all’eternità e finché

sarà fatta un’opera nuova, che starà in eterno. [2] E questa è la prima legge delle luci: l’uscita

della luce “sole” è nelle porte del cielo che (sono) verso oriente e il suo tramonto nelle porte

del cielo di occidente. [3] E vidi sei porte da cui usciva il sole e sei ove esso tramontava e la

luna, attraverso di esse, sorgeva e tramontava. E, guida alle stelle e a quelli che le guidano,

(sono) sei (porte) ad oriente e sei ad occidente del sole e tutte una dietro l’altra, ritte (= in

fila?), e molte finestre a destra e a sinistra di questa porta. [4] E per prima usciva la luce

maggiore, chiamata sole, e la sua orbita è come la circonferenza del cielo e tutto era pieno di

fuoco splendente ed ardente. [5] Il vento soffiava (sui) carri sui quali esso saliva. E il sole

tramontava dal cielo e tornava per il nord per andare ad oriente ed era guidato per entrare in

questa porta e illuminava la faccia del cielo. [6] Così sorgeva nel primo mese per la porta

grande ed usciva per la quarta di quelle sei porte che (erano) verso oriente del sole. [7] Ed in

questa quarta porta da cui usciva il sole nel primo mese vi erano dodici finestre aperte da cui

usciva la fiamma quando esse, al loro tempo, si aprivano. [8] Quando il sole sorgeva dal cielo,

usciva per quella quarta porta per trenta mattine e scendeva direttamente attraverso la quarta

porta che è ad occidente del cielo. [9] E, in quei giorni, il giorno si allungava e la notte si

accorciava, per trenta giorni.

[10] E, in quei giorni, il giorno era lungo due parti più della notte ed era, il giorno, esattamente

dieci parti e la notte (era) otto parti. [11] Ed il sole usciva da questa quarta porta e

tramontava per la quarta e ritornava (entrava?) nella quinta che (è ad) oriente per trenta

mattine ed usciva da essa e tramontava nella quinta porta. [12] Allora il giorno si allungava di

due parti ed il giorno era undici parti e la notte si accorciava ed era sette parti. [13] Ed il sole

ritornava ad oriente ed entrava nella sesta porta ed usciva e tramontava nella sesta porta per

trentuno mattine, secondo il segno di lei. [14] Ed in quel giorno, il giorno era più lungo della

notte ed il giorno era 12 parti e la notte era corta ed era sei parti 11. [15] Ed il sole era tolto

affinché il giorno si accorciasse e la notte si allungasse ed il sole tornava ad oriente ed entrava

nella sesta porta e sorgeva da essa e tramontava per trenta mattine.

[16] E, quando si esaurivano trenta mattine, il giorno diminuiva di una parte, esattamente, ed

il giorno diventava undici parti e la notte sette. [17] E il sole usciva da occidente, da quella

sesta porta ed andava ad oriente e sorgeva dalla quinta porta per trenta mattine e tramontava

ad occidente, di nuovo, nella quinta porta ad occidente. [18] In quel giorno, il giorno diminuiva

due parti ed il sole era dieci parti e, la notte, otto. [19] Ed usciva, il sole, da quella quinta

porta e tramontava nella quinta porta, ad occidente, e sorgeva nella quarta porta, secondo il di

lei segno, per trentuno mattine, e tramontava ad occidente.

[20] In quel giorno, il giorno si eguagliava con la notte, diventava eguale, e la notte era nove

parti ed il giorno nove parti. [21] E il sole usciva da quella porta e tramontava ad occidente e

ritornava in oriente ed usciva dalla terza porta per trenta mattine e tramontava ad occidente,

nella terza porta. [22] E in quel giorno la notte era più lunga del giorno per trenta mattine ed il

giorno si accorciava, di giorno (in giorno), per trenta giorni, e la notte era dieci parti esatte ed

il giorno era otto parti. [23] E il sole usciva da quella terza porta e tramontava nella terza

porta, ad occidente, e ritornava ad oriente ed il sole usciva nella seconda porta di oriente per

trenta mattine e, egualmente, tramontava nella seconda porta, ad occidente del cielo.

[24] E, in quel giorno, la notte era undici parti ed, il giorno, sette. [25] Ed il sole usciva, in

quel giorno, da quella seconda porta e tramontava ad occidente, nella seconda porta, e

ritornava a oriente, nella prima porta, per trentuno mattine e tramontava, ad occidente, nella

prima porta. [26] Ed in quel giorno la notte si allungava e diventava il doppio del giorno e la

notte era esattamente dodici parti ed, il giorno, sei. [27] E il sole compì le sue stazioni e girava

un’altra volta su quelle stazioni ed entrava in quella porta per trenta mattine e tramontava ad

occidente, alla parte a lui opposta. [28] E in quel giorno la notte si accorciava dalla propria

lunghezza di una mano, cioè di una parte ed era undici parti ed il giorno era sette parti. [29]

Ed il sole ritornò ed entrò nella seconda porta, ad oriente, e ritornava su questa sua stazione:

per trenta mattine sorgeva e tramontava.

[30] E in quel giorno la notte si accorciava dalla sua lunghezza e diventava, la notte, dieci parti

ed, il giorno, otto. [31] E in quel giorno il sole usciva da quella seconda porta e tramontava ad

occidente e ritornava ad oriente e sorgeva nella terza porta per trentuno mattine e tramontava

ad occidente del cielo. [32] Ed in quel giorno la notte diminuiva e diventava nove parti ed il

giorno diventava nove parti e, notte e giorno, erano eguali e l’anno era, esattamente,

trecentosessantaquattro (giorni). [33] E la lunghezza e la brevità del giorno e della notte si

distinguevano secondo il corso del sole. [34] Per causa sua, il suo corso si allunga di giorno in

giorno e di notte in notte si accorcia.

[35] E questa è la legge e il corso del sole ed il suo ritorno quando rientra: per sessanta

(giorni) entra ed esce. Questa è la grande luce eterna, chiamata sole nell’eternità. [36]

Questa, è la gran luce che esce e che si chiama, “sole”, dato il suo aspetto, come il Signore

comandò. [37] E, così, esso esce ed entra e non diminuisce‚ si riposa, ma corre notte e giorno,

sul carro, e la sua luce illumina sette volte più della luna ma le misure di ambedue sono eguali.

PARTE XIV

LXXIII.

[1] E, dopo questa legge, vidi l’altra legge, per la luce minore chiamata luna. [2] La sua orbita

era come quella del cielo e (su)l suo carro, sul quale saliva, soffiava il vento e, con misura, le

veniva data la luce. [3] E, in tutto il mese, il suo luogo di uscita e di rientro mutava ed i suoi

giorni erano come quelli del sole e, quando si misurava l’essenza della sua luce, la sua luce era

la settima parte della luce del sole e sorgeva così:

[4] il suo capo, che è a oriente, sorge il trenta mattina e, in questo giorno, essa appare ed è

per voi l’inizio della luna il giorno trenta, insieme col sole, nella porta da cui esce il sole. [5] E

la sua metà (è) divisa in sette parti di uno (= in settimi) e tutto il suo disco è vano, senza luce,

se si eccettua la sua settima parte sulle quattordici parti della luce (cioè: dell’intero disco). [6]

E (ogni) giorno prende un settimo e la metà della sua luce è la luce (di) sette settimi (cioè: di

mezzo disco) e la sua metà tramonta col sole. [7] E quando sorge il sole, con esso sorge anche

la luna e prende la (altra) metà della porzione di luce ed in quella notte, al principio del proprio

mattino, al principio del giorno lunare, la luna tramonta col sole e si oscura, in quella notte, di

sette settimi e (cioè) della sua metà. [8] E sorge, in quel giorno, la settima parte esatta ed

esce e si inclina da oriente del sole ed illumina, nei rimanenti giorni, sette settimi.

LXXIV.

[1] E vidi un altro corso ed un’altra legge per la quale (essa) faceva il suo corso mensile. [2]

Uriele, l’angelo santo che era la guida di tutti loro, mi mostrò tutto, ed io scrissi la loro sede

come me la aveva mostrata 1 e scrissi i loro mesi, così come erano, e l’aspetto della loro luce

fin quando si compi(rono) quindici giorni. [3] Essa completava, in quattordicesimi, tutta la sua

luce ad oriente e, a quattordicesimi, esauriva tutta la sua oscurità ad occidente.

[4] In alcuni mesi modificava il tramonto e, in alcuni mesi, il suo corso procedeva distinto(?).

[5] E, in due mesi, tramontava col sole, in quelle due porte che (sono) al centro: nella terza e

nella quarta. [6] Usciva per sette giorni, girava e ritornava di nuovo nella porta da cui usciva il

sole. Ed in quella completava tutta la sua luce, si allontanava dal sole e rientrava per otto

giorni nella sesta porta da cui usciva il sole. [7] E, quando il sole usciva dalla quarta porta,

usciva per sette giorni fin quando usciva dalla quinta e, di nuovo, ritornava per sette giorni

nella quarta porta e completava tutta la sua luce e si allontanava ed entrava nella prima porta

per otto giorni. [8] E, di nuovo, ritornava per sette giorni nella quarta porta da cui usciva il

sole.

[9] Così io vidi la loro sede: secondo la regola dei loro mesi, il sole sorgeva e tramontava. [10]

E, in quei giorni, (il tempo) aumentava in cinque anni e (soprag)giungevano al sole trenta

giorni e tutti i giorni gli giungevano in uno di quei cinque anni e, in tutto, erano

trecentosessantaquattro giorni. [11] E, (se) si aggiunge la aggiunta del sole e delle stelle di sei

giorni per cinque anni, si aggiungono, ad essi, trenta giorni e la luna è inferiore, rispetto al sole

ed alle stelle, di trenta giorni. [12] E la luna porta gli anni con esattezza, tutti secondo la loro

posizione, per l’eternità ed essi non ritardano n‚ anticipano (neanche) di un giorno, ma

cambiano l’anno, giustamente ed esattamente, ogni trecentosessantaquattro giorni. [13] In tre

anni i giorni sono 1092, in cinque anni 1820 e, in otto anni, sono 2912. [14] Alla luna soltanto i

giorni ammontano, per tre anni, a 10667 e, per cinque anni, diminuiscono di cinquanta giorni

poiché, all’esito (del calcolo) si (deve) aggiunge(re) su (mille) sessantadue giorni. [15] E i

giorni, per cinque anni, sono 1770 sì che, per otto anni, i giorni sono 2832 [16] poiché la

diminuzione, in otto anni, è di 80 giorni e tutti i giorni che si sottraggono da otto anni sono 80.

[17] E l’anno si compie in giustizia, secondo la posizione del sole e la posizione di essi che

sorgono dalle porte dalle quali, per trenta giorni, sorge e tramonta [il sole] 5.

LXXV.

[1] Le guide dei capi di mille che sovrintendono su tutto il creato e su tutte le stelle, comprese

le quattro che si aggiungono e [che] non si separano dalla loro sede, secondo tutto il calcolo

dell’anno e di queste (ultime), servono i quattro giorni che non sono calcolati nel calcolo

dell’anno. [2] Ma, in riferimento a loro, gli uomini sbagliano poiché quelle luci servono con

esattezza nella posizione del mondo, una nella prima porta, una nella terza, una nella quarta e

una nella sesta e si compie, ogni 364 posizioni del mondo, la perfetta armonia del mondo. [3]

(Gli uomini sbagliano) poiché i segni, le epoche, gli anni e i giorni me li mostrò Uriele, l’angelo

che il Signore di gloria eterna aveva preposto su tutte le luci del cielo, in cielo e nel mondo,

affinché il sole, la luna, le stelle e tutte le creature serve che vanno in giro su tutti i loro carri

celesti dominassero sulla faccia del cielo e si vedessero sulla terra e fossero guide al giorno e

alla notte.

[4] In tal modo Uriele mi fece vedere dodici porte aperte nell’orbita dei carri del sole, nel cielo,

dai quali uscivano i raggi del sole e dai quali sortiva il calore sulla terra, quando si aprivano

nelle epoche loro fissate. [5] Quando si aprivano per i venti e per lo spirito della rugiada, nelle

epoche, (erano) aperte, nei cieli, ai bordi. [6] Vidi nel cielo, ai confini della terra, dodici porte

da cui uscivano il sole, la luna, le stelle e tutte le creature celesti, da oriente e da occidente.

[7] E molte finestre aperte a sinistra e a destra, ed una finestra, al tempo proprio, produceva il

calore, similmente a quelle porte dalle quali uscivano le stelle così come Egli aveva loro

ordinato e nelle quali tramontavano secondo il loro numero. [8] E vidi i carri, nel cielo, mentre

correvano nel mondo sopra e sotto quelle porte alle quali ritornavano le stelle che non

tramontavano. [9] Ed uno era più grande di tutti e andava in giro a tutto il mondo.

PARTE XV

LXXVI *.

[1] E, ai confini della terra, vidi dodici porte aperte a tutti i venti, dalle quali i venti uscivano e

soffiavano sulla terra. [2] Tre di esse aperte in faccia al cielo, tre ad occidente, tre a destra del

cielo e tre a sinistra. [3] Tre, le prime, quelle verso oriente e tre verso settentrione e tre

dietro, quelle a destra, verso sud, e tre ad occidente. [4] Da quattro di esse uscivano i venti

della benedizione e della salute e, da quelle otto, uscivano i venti del castigo: quando venivano

inviati, distruggevano tutta la terra, l’acqua che vi è sopra, tutti coloro che vi dimoravano e

tutto quel che sta nell’acqua e sullo asciutto. [5] E da quelle porte esce, per primo, il vento

chiamato “orientale”, dalla prima porta che è verso oriente (e) che inclina a sud. Esce da essa

distruzione, siccità, calore e rovina. [6] E dalla seconda porta, centrale, esce aria temperata e,

da essa, (esce) pioggia, frutta, prosperità e rugiada. E dalla terza porta, che è verso

settentrione, esce gelo e siccità. [7] E, dopo questi, i venti verso sud escono da tre porte, +

quelle davanti +: dalla prima di esse, quella che inclina verso oriente, esce il vento del calore.

[8] E dalla porta che le è vicina, la centrale, esce [da essa] bel profumo, rugiada, pioggia,

prosperità e vita. [9] E dalla terza porta, che è verso occidente, [da essa] esce rugiada,

pioggia, locuste e distruzione. [10] E, dopo questi, i venti verso settentrione: dalla settima

porta, quella verso oriente che inclina a sud, esce [da essa] rugiada, pioggia, locuste e

distruzione. [11] E dalla centrale, diritta, esce pioggia, rugiada, vita e prosperità; e dalla terza

porta, quella verso occidente che inclina a settentrione, esce grandine, neve, pioggia, rugiada

e locuste.

[12] E, dopo questi, i venti verso occidente: dalla prima porta, che inclina verso settentrione,

[da essa] esce rugiada, pioggia, grandine, gelo, neve e freddo. [13] E, dalla porta centrale,

esce rugiada, pioggia, prosperità, benedizione e nell’ultima porta, che (è) verso sud, esce da

essa siccità, distruzione, calore e distruzione. [14] E sono finite le dodici porte delle quattro

porte 9 del cielo e, o figlio mio, Matusalemme, io ti ho mostrato tutta la loro legge, il loro

castigo e la loro bontà.

LXXVII.

[1] Il primo vento lo chiamano “orientale” perché è il primo ed il secondo lo chiamano “sud”

poiché l’Altissimo scende colà: principalmente colà discende benedetto per l’eternità. [2] E il

vento che (viene) da occidente, il suo nome è “imperfetto”, perché colà diminuiscono e

scendono tutte le luci del cielo. [3] E il quarto vento, di nome “settentrione” si divide in tre

parti, una delle quali (è) residenza degli uomini, la seconda (è) per i mari delle acque e negli

abissi, nelle foreste, nei fiumi, nelle tenebre e nella nebbia e la terza (è) nel giardino di

giustizia.

[4] Vidi sette montagne alte che erano più alte di tutti i monti che sono sulla terra e da esse

usciva neve e passavano ed andavano i giorni, le epoche, gli anni.

[5] Vidi sette fiumi sulla terra, più grandi di tutti: uno di essi veniva da occidente e versava le

sue acque nel gran mare. [6] E quei due venivano da settentrione fino al mare e versavano le

loro acque nel mare eritreo, a oriente. [7] E i rimanenti quattro uscivano sul fianco del

settentrione, (…) fino al loro mare, il mare eritreo, e due si versavano nel gran mare, colà

(dove lo) chiamano “deserto”. [8] Vidi sette grandi isole, nel mare e nella terra, due nella terra

e cinque nel gran mare.

LXXVIII *.

[1] I nomi del sole (sono) così: 1) Oreyares, 2) Tomas. [2] I nomi della luna sono quattro; fra

essi il primo è Asoneya, il secondo: Ebla; il terzo: Benase; il quarto: Era.

[3] Queste sono le due grandi luci la cui orbita è come la circonferenza del cielo e le cui

misure, per ambedue, sono eguali.

[4] Nel disco del sole, le sette parti di luce che ha in più della luna si immettono,

misuratamente, (nella luna) fino a quando passa (nella luna) una settima parte del sole. [5] E

tramontano ed entrano nelle porte di occidente e vanno in giro a settentrione e, attraverso le

porte di oriente, escono sulla faccia del cielo. [6] E, quando la luna sorge, appare nel cielo ed

in essa vi è la metà di una settima parte di luce ed essa completa tutta la propria luce in

quattordici (giorni).

[7] Ma, in essa, sono poste quindici parti di luce. La sua luce, secondo il segno dell’anno, si

completa in quindici (giorni), diventa tre (volte) cinque [e la luna è alla metà di un settimo].

[8] Nella propria decrescenza, nel primo giorno diminuisce a quattordici parti della sua luce,

all’indomani diminuisce a tredici parti, al terzo giorno a dodici parti, al quarto giorno a undici

parti, al quinto giorno a dieci parti, al sesto giorno a nove parti, al settimo giorno a otto parti,

all’ottavo giorno a sette parti, al nono giorno a sei parti, al decimo giorno a cinque parti,

all’undicesimo giorno a quattro parti, al dodicesimo giorno a tre parti, al tredicesimo giorno a

due parti e al quattordicesimo giorno diminuisce alla metà della settima parte e (di) tutta la

sua luce, al quindicesimo giorno, sparisce la parte rimanente. [9] In alcuni mesi ciò avviene

ogni ventinove giorni e, alcune volte, (ogni) ventotto.

[10] E Uriele mi mostrò un’altra legge: quando la luce si immetteva nella luna e da dove si

immetteva: dal sole. [11] Per tutto il tempo che la luna va nella propria luce, essa l’assorbe

davanti al sole. Fino a quattordici giorni, la sua luce si completa nel cielo e, quando arde tutto,

si completa la luce nel cielo. [12] E, il primo giorno, si chiama novilunio perché, in questo

giorno, la luce sorge su di essa. [13] E si completa esattamente nel giorno in cui il sole scende

ad occidente e la luna sale ad oriente, di notte, ed illumina per tutta la notte finché il sole

sorge avanti a lei ed essa appare dirimpetto al sole.

[14] Da dove la luce della luna esce, di là poi diminuisce 4 fino a esaurirsi tutta la luce, a

passare i giorni del mese ed essere, il disco, inutile, senza luce. [15] E essa fa tre mesi di

trenta giorni del proprio tempo e tre mesi li fa ognuno di ventinove giorni in cui essa decresce,

nel primo ciclo, nella prima porta, in 177 giorni. [16] E, (quanto) all’epoca della sua uscita, per

tre mesi appare ogni trenta giorni e, per tre mesi, appare ogni ventinove giorni. [17] Di notte

appare, come uomo, per venti giorni ogni volta e di giorno appare come il cielo 5 poiché non

ha null’altro che la propria luce.

LXXIX *.

[1] Ed ora, o figlio mio Matusalemme, io ti ho mostrato tutto ed è finita tutta la legge delle

stelle del cielo. [2] E mi mostrò tutte le loro leggi: quelle per ogni giorno, per ogni periodo,

quelle per ogni potenza e per ogni anno e, – secondo la sua uscita e la sua legge, – [quelle] per

ogni mese e per tutte le settimane. [3] E (mi mostrò) la decrescenza della luna che viene fatta

nella sesta porta, poiché in questa porta finisce la sua luce e da essa è il principio della luna.

[4] E (mi mostrò) la decrescenza che si fa nella prima porta, al suo tempo, fin quando si

completano i centosettantasette giorni (cioè), secondo la regola delle settimane, venticinque

(settimane) e due giorni. [5] E (mi mostrò) che, rispetto al sole, e secondo la regola delle

stelle, è deficitaria di cinque giorni in un periodo, esattamente, + quando si compie questo

luogo che tu vedi + , [6] Tale era l’aspetto di essa e l’immagine di tutte le luci che mi mostrò

Uriele, il grande angelo che è la loro guida.

LXXX *.

[1] E in quel tempo Uriele mi parlò e mi disse: “Ecco, Enoc, ti ho mostrato tutto e ti ho reso

tutto manifesto perché tu vedessi questo sole, questa luna e quelli che conducono le stelle del

cielo e tutti quelli che le fanno girare, le loro azioni, le loro epoche e le loro uscite. [2] E nel

tempo dei peccatori gli anni si accorceranno e la loro semenza sarà tardiva sulla loro terra e

sul loro campo e tutte le opere, sulla terra, si modificheranno e non appariranno al loro tempo:

la pioggia sarà impedita ed il cielo (la) fermerà. [3] Ed allora i frutti della terra saranno tardivi

e non germineranno alla loro stagione e i frutti degli alberi saranno impediti al loro tempo. [4]

E la luna modificherà la propria legge e non apparirà al proprio tempo.

[5] E, in quei giorni, si vedrà + in cielo e giungerà, sui margini dei carri +, una grande siccità,

ad occidente, ed esso splenderà assai più di (quanto lo consentano) le leggi della luce. [6] E

molti capi delle stelle di comando sbaglieranno e muteranno il loro corso e il loro agire e non

appariranno ai tempi stabiliti per loro. [7] E tutta la legge delle stelle sarà preclusa ai peccatori

e le menti di quelli che stanno sulla terra erreranno a loro riguardo e saranno deviate da tutte

le loro strade, sbaglieranno, ed esse (le stelle) ad essi sembreranno dèi. [8] E sarà molto, su di

essi, il male e verrà su di loro il castigo, per distruggerli tutti.

LXXXI.

[1] E mi disse: “Enoc, guarda lo scritto delle tavole del cielo e leggi quel che vi è scritto sopra

e sappi ogni cosa!”. [2] Ed io osservai tutte le tavole del cielo, lessi tutto quel che vi era

scritto, conobbi ogni cosa, lessi il libro e tutto quel che vi era scritto: tutte le azioni degli

uomini e tutti i figli della carne sulla terra, per tutte le generazioni.

[3] Ed allora benedissi il Signore, re di Gloria eterna, per come aveva creato tutte le cose del

mondo e magnificai il Signore per la Sua pazienza e benedissi tutti i figli del mondo, [4] E,

allora, dissi: “Beato colui che muore giusto e buono, cui non è stato ascritto alcuno scritto di

cattiveria ed in cui non si trova alcuna colpa”.

[5] E quei tre santi mi fecero avvicinare e mi misero nella terra, innanzi alla porta della mia

casa, e mi dissero: “Indica tutto a tuo figlio Matusalemme e mostra a tutti i tuoi figli che tutti

quelli che sono di carne non sono innocenti al cospetto del Signore poiché Egli li ha creati. [6]

Per un anno noi ti lasceremo presso i tuoi figli finché prenderai di nuovo forza per

ammaestrare i tuoi figli, per scrivere per essi e far ascoltare a tutti i tuoi figli. E, nel secondo

anno, ti si toglierà di mezzo a loro. [7] Sia saldo il tuo cuore, poiché i buoni indicheranno la

giustizia ai buoni, i giusti si rallegreranno coi giusti e si baceranno fra loro, [8] e il peccatore

morirà col peccatore, e il perverso affogherà col perverso. [9] E quelli che operano la giustizia

moriranno per le azioni degli uomini e si raduneranno per le azioni degli empi”. [10] Ed in quei

giorni finirono di parlare con me ed io tornai dalla mia gente benedicendo il Signore del mondo.

LXXXII *.

[1] Ed ora, figlio mio Matusalemme, ti dico e scrivo per te tutte queste cose: tutto ti ho

manifestato e ti ho dato gli scritti riguardanti tutte (queste cose): custodisci, o figlio mio

Matusalemme, i libri della mano di tuo padre e che tu li possa dare alle generazioni future. [2]

Ho dato la sapienza a te, ai tuoi figli ed a quelli che saranno tuoi discendenti affinché diano ai

loro figli ed alle generazioni, in eterno, nella loro mente, questa sapienza. [3] E coloro che la

conosceranno e la ascolteranno con le proprie orecchie, non dormiranno per apprenderla ed

essa sarà, a quelli che (la) mangeranno, più gustosa dei buoni cibi.

[4] Beati tutti i giusti, beati tutti quelli che procedono sulla via della giustizia e non hanno

alcun peccato, come i peccatori, nel numero di tutti i loro giorni. Per (quanto riguarda) il sole

che va nel cielo, (che) entra ed esce nelle porte per trenta giorni insieme coi capi dei mille –

questa è la legge delle stelle – con i quattro (giorni) che si aggiungono e che i loro condottieri,

che entrano con loro, dividono fra le quattro parti dell’anno, [5] a loro proposito, gli uomini

errano e non li calcolano nel computo di tutto il tempo, poiché gli uomini li sbagliano e non li

conoscono accuratamente. [6] Infatti essi stanno nel computo dell’anno e sono vere aggiunte

al tempo: uno nella prima porta, uno nella terza, uno nella quarta e uno nella sesta e l’anno

(conseguentemente) si completa in trecentosessantaquattro giorni.

[7] Ed (è) vera la cosa ed (è) esatto il calcolo delle aggiunte poiché, per quanto riguardava le

luci, i mesi, le feste, le stagioni delle piogge ed i giorni, Uriele mi mostrò ed ispirò quello che,

per me, gli aveva ordinato il Signore di tutto il creato, nella potenza del cielo. [8] Ed egli ha

potere, notte e giorno, nel cielo per mostrare la luce agli uomini: il sole, la luna, le stelle e

tutte le potenze del cielo circolanti nella loro orbita. [9] E questa è la legge delle stelle che

tramontano, nel proprio posto, nella propria epoca, ognuna nelle proprie feste e nei propri

mesi.

[10] E questi sono i nomi di quelli che guidano coloro che essi sorvegliano e (che), alle loro

epoche, ritornano, nelle loro regole, nei loro tempi, nei loro mesi, nei loro poteri e nelle loro

sedi. [11] Quattro loro guide entrano per prime: (sono) quelli che separano le quattro parti

dell’anno e, dietro di loro, (entrano) le dodici guide delle regole che distinguono (in) mesi ed

anno i 364 (giorni) insieme coi capi dei mille che separano i giorni ed i quattro che vi si

aggiungono, i quali dividono, (come) guide, le quattro parti degli anni. [12] E questi capi dei

mille, (stanno) tra guidatore e guidati, uno si aggiunge dietro la posizione e le loro guide

dividono. [13] E questi sono i nomi delle guide che dividono le quattro parti dell’anno che

(sono state) stabilite: Melkiele, Helmemelek, Meleyal e Narel.

[14] + I nomi di quelli che (essi) guidano (sono): Adenarel, Iyesusael e Iyelumiel. Questi tre,

che vanno al seguito delle guide delle regole, e uno che va dietro alle tre guide delle regole le

quali vanno dietro a quelle guide delle posizioni, (sono) quelli che dividono le quattro parti

dell’anno +. [15] All’inizio dell’anno sorge, per primo, e domina Melkiele, il cui nome è Tamaani

wasahaya e sono novantuno tutti i giorni che esso domina e che sono in suo potere. [16] E

questi sono i segni dei giorni che appariranno sulla terra nei giorni del suo potere: sudore,

calore, dolore. Tutti gli alberi fruttificheranno e le foglie usciranno su tutti gli alberi, e (vi sarà)

la mietitura di frumento; le rose e tutti i fiori fioriranno nei campi e gli alberi della stagione

delle piogge si appassiranno. [17] E questi sono i nomi delle guide che sono sotto di loro:

Berkiele, Zalbesaiele ed un altro, aggiunto, capo di mille, chiamato Heloyasef; ed è finito il

tempo del potere di costui.

[18] L’altra guida, che è dopo di loro, (è) Helmemelek e la chiamano Sahaya beruha; e tutti i

giorni della sua luce sono novantuno. [19] E questi sono i segni dei giorni sulla terra: calore,

siccità, gli alberi producono i loro frutti maturi e danno maturi i loro frutti, vi è siccità e le

pecore si accoppiano e diventano gravide e (gli uomini) radunano tutti i frutti della terra e quel

che è nei campi; e la pigiatura dell’uva è nel tempo del suo potere. [20] E questi sono i nomi,

le regole e le loro guide che stanno sotto quei capi di mille: Gedaele, Keele e Heele ed il nome

di colui che si aggiunge ad essi, il capo dei mille [è]: Asfaele. Ed è finito il tempo del suo

potere.

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