ED IL GALLO CANTO’
ANCHE PER PAOLO
Tutti conosciamo la caduta di Pietro, il famoso rinnegamento di Pietro e la sua riabilitazione sono stati tema di molti sermoni. Se il Signore non ci fa soffermare e meditare alla luce del Suo Spirito, noi non riusciamo a comprendere la Parola in profondità, rimaniamo superficiali e spesso attingiamo ad altre fonti superficiali. Possiamo conoscere la Parola di Dio anche a memoria e non avere recepito il senso che è nella Sua profondità. E’ un meraviglioso Diamante dalle molteplici sfaccettature che riflette la Luce da angolazioni diverse, lo stesso Diamante, la stessa Luce, una continua rivelazione. La Parola di Dio ha sempre cose nuove da dirci, ma non cose in contrasto fra loro, cose che non sono mai salite in cuor d’uomo. Pertanto potendo conoscere in parte, ci arricchisce e ci ammaestra giorno per giorno. La caduta di Pietro fu determinata dal fatto che egli si confrontava con gli altri e si riteneva migliore degli altri.
Matt. 26:33-34 Ma Pietro, rispondendo, gli disse: Quand’anche tu fossi per tutti un’occasion di caduta, non lo sarai mai per me. Gesù gli disse: In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte.
Pietro si confrontava con gli altri e si sentiva più forte, Luca porta un particolare importante.
Luca 22:31-34 Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano;
ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli. Ma egli gli disse: Signore, con te son pronto ad andare e in prigione e alla morte. E Gesù: Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi.
Pietro è convinto di conoscere se stesso, di essere già convertito, di avere una fede salda più degli altri. Quando il Signore gli dice di aver pregato per lui e che ancora non è convertito, egli si sente offeso, egli che si riteneva il più forte fra i discepoli, con orgoglio cerca di smentire le parole di Gesù. Il Signore gli dice che la sua caduta è molto vicina: prima che il gallo canti.
Chissà quante volte il gallo ha cantato al nostro orecchio e noi non abbiamo neanche posto mente,ed abbiamo continuato a reputarci migliori degli altri sul piano spirituale.
Matt. 16:14 Ed essi risposero: Gli uni dicono Giovanni Battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti. Ed egli disse loro: E voi, chi dite ch’io sia?
16:15 Simon Pietro, rispondendo, disse:
16:16 Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente.
16:17 E Gesù, replicando, gli disse: Tu sei beato, o Simone, figliuol di Giona, perché non la carne e il sangue t’hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.
16:18 E io altresì ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere.
16:19 Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato ne’ cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto ne’ cieli.
16:20 Allora vietò ai suoi discepoli di dire ad alcuno ch’egli era il Cristo.
16:21 Da quell’ora Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrir molte cose dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed esser ucciso, e risuscitare il terzo giorno.
16:22 E Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: Tolga ciò Iddio, Signore; questo non ti avverrà mai.
16:23 Ma Gesù, rivoltosi, disse a Pietro: Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini.
La rivelazione del Padre, le parole che il Maestro gli aveva detto, avevano provocato in Pietro una sorta di esaltazione di se stesso. Egli addirittura rimprovera il Maestro, si sente già un leader ed afferma che le parole di Gesù non avranno compimento. Satana si era rivolto a Pietro perché Pietro era il più spontaneo, il meno riflessivo, il più irruente. Pietro era troppo sicuro di se, e pertanto non esaminava se stesso ma soltanto gli altri e si giudicava migliore.
Simone doveva essere ridimensionato per potere divenire l’apostolo Pietro una delle colonne.
Il “gallo” cantò anche per Saulo da Tarso, per poter divenire l’apostolo Paolo la colonna dei gentili.
Anche Saulo aveva una personalità da leader, il Signore doveva modellarlo in Paolo l’apostolo.
Queste sono le credenziali di Saulo: nato a Tarso in Cilicia, città che non è senza rinomanza, educato in questa città, ed istruito ai piedi di Gamaliele con esattezza nella legge dei nostri padri; pieno di zelo per Dio – che servivo con pura coscienza, – circonciso l’ottavo giorno, sono della razza d’Israele, della tribù di Beniamino; ebreo, nato da ebrei; per la legge, fariseo; per la giustizia della legge irreprensibile. – Più avanzato nel giudaismo di molti di quelli della mia età e della mia nazione, essendo animato di uno zelo eccessivo per le tradizioni dei nostri padri, – ho vissuto da fariseo secondo i principi della setta più rigida, – perseguitando fuormisura la chiesa di Dio e devastandola. – Per la nascita poi cittadino romano.
Saulo da Tarso, eccelleva in ogni cosa, anche quando si trovava ai piedi di Gamaliele egli era migliore fra quelli della sua età e della sua nazione, per la giustizia della legge era irreprensibile, era animato da zelo eccessivo e perseguitava la chiesa di Dio fuormisura e la devastava.
Il carattere di Paolo era un eccesso in ogni cosa, egli era un perfezionista e si applicava con estremo zelo nelle cose in cui credeva ed aveva le doti per eccellere in esse. Era fiero di essere così, stava facendo “carriera” nella setta più rigida dei farisei e tutto questo lo faceva con pura coscienza.
Se il Signore non lo avesse fermato sulla via di Damasco, certamente Saulo da Tarso sarebbe divenuto in insigne rabbino e membro eminente del Sinedrio, così come lo era il suo insigne maestro Gamaliele. Saulo era un carattere forte verso se stesso e verso gli altri, questo uomo viene catapultato nel cristianesimo. La conversione di Paolo è una violenza a Saulo da Tarso. Egli era un uomo forte ed il Signore lo convertì con la Sua forza.
Atti 7:5 -60E cacciatolo fuor della città, [lo] lapidavano; ed i testimoni miser giù le lor veste a’ piedi d’un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che invocava [Gesù], e diceva: Signore Gesù, ricevi il mio spirito. Poi, postosi in ginocchioni, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E detto questo, si addormentò.
Il martirio di Stefano ebbe luogo nell’anno 37, nello stesso anno la conversione di Saulo. Nel 37, quando Saulo si incontrò con Gesù , egli era il giovane Saulo. Doveva avere ancora meno di trent’anni, andava a scuola ai piedi di Gamaliele. A quel tempo si entrava nella società a pieno titolo a trenta anni, infatti il Signore Gesù iniziò il Suo ministerio a trent’anni.
Numeri 4:43 dall’età di trent’anni in su, fino a cinquanta, [cioè:] tutti quelli che potevano entrare in ufficio, per servire nel Tabernacolo della convenenza.
Galati 1:15 Ma, quando piacque a Dio (il qual mi ha appartato fin dal seno di mia madre, e mi ha chiamato per la sua grazia),
1:16 di rivelare in me il suo Figliuolo, acciocchè io l’evangelizzassi fra i Gentili; subito, senza conferir più innanzi con carne, e sangue;
1:17 anzi, senza salire in Gerusalemme a quelli ch’ [erano stati] apostoli davanti a me, me ne andai in Arabia, e di nuovo ritornai in Damasco.
1:18 Poi, in capo a tre anni, salii in Gerusalemme, per visitar Pietro; e dimorai appresso di lui quindici giorni.
1:19 E non vidi alcun altro degli apostoli, se non Giacomo, fratello del Signore.
1:20 Ora, quant’è alle cose che io vi scrivo, ecco, nel cospetto di Dio, io non mento.
1:21 Poi venni nelle contrade della Siria, e della Cilicia.
1:22 Or io era sconosciuto di faccia alle chiese della Giudea, che [sono] in Cristo;
1:23 ma solo aveano udito: Colui, che già ci perseguiva, ora evangelizza la fede, la quale egli già disertava.
1:24 E glorificavano Iddio in me.
Dopo la conversione, Paolo scompare dalla circolazione per tre anni, va prima in Arabia, e poi di nuovo ritorna in Damasco, egli soggiorna in Arabia per tre anni, non tiene in considerazione coloro che erano stati apostoli prima di lui, li definisce carne e sangue ed evidentemente aveva anche timore di non essere ricevuto come apostolo.
Atti 9:22 Ma Saulo vie più si fortificava e confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.
9:23 E passati molti giorni, i Giudei si misero d’accordo per ucciderlo;
9:24 ma il loro complotto venne a notizia di Saulo. Essi facevan perfino la guardia alle porte, giorno e notte, per ucciderlo;
9:25 ma i discepoli, presolo di notte, lo calarono a basso giù dal muro in una cesta.
9:26 E quando fu giunto a Gerusalemme, tentava d’unirsi ai discepoli; ma tutti lo temevano, non credendo ch’egli fosse un discepolo.
9:27 Ma Barnaba, presolo con sé, lo menò agli apostoli, e raccontò loro come per cammino avea veduto il Signore e il Signore gli avea parlato, e come in Damasco avea predicato con franchezza nel nome di Gesù.
9:28 Da allora, Saulo andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava con franchezza nel nome del Signore;
Paolo va a Gerusalemme non per visitare Pietro, ma perché deve scappare da Damasco (questo non lo scrive ai Galati), egli tenta di unirsi ai discepoli, ma tutti lo temono. A questo punto interviene Barnaba, lo prende con se e lo porta dagli apostoli
Barnaba (figlio di consolazione)
Levita dell’isola di Cipro, uno dei primi convertiti alla fede cristiana (Atti 4:36). Il suo nome originale era Giuseppe; ma egli fu soprannominato Barnaba per l’attitudine da lui dimostrata nell’esortare il popolo e nel consolare gli afflitti. Barnaba fu uno di quelli che diedero tutti i loro beni e consacrarono tutta la forza e tutta l’influenza loro per il servizio del Vangelo. Venuto Paolo a Gerusalemme tre anni dopo la sua conversione, Barnaba lo presentò agli apostoli (Atti 9:27). In seguito, lo andò a cercare in Tarso, lo condusse in Antiochia e lavorò con lui per due anni con gran successo (Atti 11:25, 26). Furono entrambi presenti al Concilio di Gerusalemme (Atti 15:22; Galati 2:1). In seguito, sorse fra loro un dissenso; si divisero, e Barnaba intraprese un viaggio missionario con Marco (Atti 15:39).
Il Signore aveva mandato Barnaba in soccorso a Paolo, era Sua volontà che lavorassero insieme
Atti 13:1 OR in Antiochia, nella chiesa che vi era, v’eran certi profeti, e dottori, [cioè:] Barnaba, e Simeone, chiamato Niger, e Lucio Cireneo, e Manaen, figliuol della nutrice di Erode il tetrarca, e Saulo.
13:2 E mentre facevano il pubblico servigio del Signore, e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Appartatemi Barnaba e Saulo, per l’opera, alla quale io li ho chiamati.
13:3 Allora, dopo aver digiunato, e fatte orazioni, imposer loro le mani, e li accommiatarono.
13:4 Essi adunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero in Seleucia, e di là navigarono in Cipri.
Galati 2:9
e Giacomo, e Cefa, e Giovanni, che son reputati esser colonne, avendo conosciuta la grazia che m’era stata data, diedero a me, ed a Barnaba, la mano di società; acciocchè noi [andassimo] a’ Gentili, ed essi alla circoncisione.
Di comune accordo inizia il ministerio ed i viaggi apostolici di Paolo e Barnaba.
Iniziano nel 40 e si concludono nel 50 in modo alquanto burrascoso, prima un’energica riprensione a Pietro che ha trasportato anche Barnaba nella simulazione, poi al momento di partire nasce un’aspra contesa fra Paolo e Barnaba e si separano.
Il Signore aveva messo in moto una potente e veloce “locomotiva” che doveva portare l’evangelo in ogni parte del mondo. Come ogni mezzo potente e veloce ha bisogno di freni adeguati, così come i freni di un treno sono più potenti dei freni di un’utilitaria, anche le “locomotiva” Paolo aveva bisogno di freni adeguati. Il binario sul quale doveva viaggiare erano Saulo e Barnaba, l’itinerario lo aveva tracciato il Signore, sovrastando la “locomotiva” ed il “binario” con IL DIVINO CONDUTTORE che forniva la POTENZA affinché il treno dell’Amore di Dio che era nel cuore di questi due apostoli potesse raggiungere in orario tutte le stazioni prestabilite dal CAPOTRENO.
Paolo era potentemente usato dal Signore ed aveva conoscenza attraverso la rivelazione Divina, conosceva i misteri di Dio, ma non conosceva la sua fragilità di uomo, anche se uomo di Dio.
Proprio perché era uomo di Dio, il Signore aziona il Suo potente freno affinché la “locomotiva”non potesse deragliare, quando Paolo, dimenticandosi della parola profetica che lo Spirito Santo aveva detto proprio in Antiochia: appartatemi Saulo e Barnaba…..decide proprio in Antiochia di cambiare una “rotaia”, sostituisce Barnaba con Sila e parte scegliendo lui stesso l’itinerario. Egli si era convinto di avere la mente di Cristo, di non potere essere ammaestrato da nessuno e si presenta come perfetto modello di Cristo ed ardisce dire: SIATE MIEI IMITATORI COME IO LO SONO DI CRISTO. Questa sua convinzione nasceva dal fatto che il Signore si era rivelato in lui e che accompagnava la sua predicazione con segni, prodigi e potenti operazioni. Se il Signore si manifestava così in lui, era evidente (per lui) che Paolo era un perfetto modello di conoscenza e di potenza, egli non aveva bisogno di nessuno e tutto quello che decideva era nella volontà di Dio.
Non c’era neanche bisogno di attendere la rivelazione dello Spirito Santo, egli aveva la mente di Cristo e pertanto lui decideva autonomamente di eleggere al posto di Barnaba che la Spirito Santo gli aveva messo al fianco, Sila suo compagno e strada facendo Timoteo ed addirittura lo fa circoncidere nonostante qualche giorno prima aveva ripreso pubblicamente Pietro.
Galati 2:11 Ma quando Cefa fu venuto ad Antiochia, io gli resistei in faccia perch’egli era da condannare.
2:12 Difatti, prima che fossero venuti certuni provenienti da Giacomo, egli mangiava coi Gentili; ma quando costoro furono arrivati, egli prese a ritrarsi e a separarsi per timor di quelli della circoncisione.
2:13 E gli altri Giudei si misero a simulare anch’essi con lui; talché perfino Barnaba fu trascinato dalla loro simulazione.
2:14 Ma quando vidi che non procedevano con dirittura rispetto alla verità del Vangelo, io dissi a Cefa in presenza di tutti: se tu, che sei Giudeo, vivi alla Gentile e non alla giudaica, come mai costringi i Gentili a giudaizzare?
Proprio colui che scrive questo ai Galati, cade nello stesso errore di Pietro e Barnaba.
Atti 16:1 E venne anche a Derba e a Listra; ed ecco, quivi era un certo discepolo, di nome Timoteo, figliuolo di una donna giudea credente, ma di padre greco.
16:2 Di lui rendevano buona testimonianza i fratelli che erano in Listra ed in Iconio.
16:3 Paolo volle ch’egli partisse con lui; e presolo, lo circoncise a cagion de’ Giudei che erano in quei luoghi; perché tutti sapevano che il padre di lui era greco.
Paolo fece circoncidere Timoteo, nonostante sapeva che la circoncisione non giovava a nulla e che lo Spirito Santo aveva detto che i gentili convertiti non dovevano essere circoncisi.
Paolo elegge Sila come suo compagno, Paolo vuole che Timoteo partisse con lui, Paolo circoncide Timoteo, Paolo riprende Pietro e poi si comporta come Pietro, Paolo si reputa “infallibile” e non accetta alcuna riprensione, quelli che sono con lui hanno la mente di Cristo e pertanto non possono essere mai in contrasto con quanto lui decide. Lui è così sicuro che quando qualcuno non è d’accordo con lui, egli non dice: preghiamo ed attendiamo il consiglio dello Spirito Santo.
Si è dimenticato le parole del Signore: ti è duro recalcitrare contro gli stimoli.
Atti 9:5 Ed egli disse: Chi sei, Signore? E il Signore: Io son Gesù che tu perseguiti. [Ti è duro ricalcitrar contro gli stimoli.
STIMOLO
Pungolo o aste lunghe e appuntate usate per spingere innanzi gli armenti. L’espressione (Atti 9:5), è proverbiale. Essa ha la sua origine nel fatto che buoi restii si spingono, e si gettano indietro contro lo stimolo, e così ne risentono tanto più la puntura.
2° Corinti 12:6 Pur se volessi vantarmi, non sarei un pazzo, perché direi la verità; ma me ne astengo, perché nessuno mi stimi oltre quello che mi vede essere, o sente da me.
12:7 E perché io non avessi a insuperbire per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.
12:8 Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me;
12:9 ed egli mi ha detto: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”. Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.
La spina nella carne era il pungolo di cui parlò il Signore sulla via di Damasco, era quel pungolo che lo faceva andare e lo riportava a savia mente tutte le volte che correva il rischio di insuperbirsi.
Era il “gallo” che il Signore faceva cantare tutte le volte che Paolo si sentiva forte della sua forza.
Avere problemi agli occhi lo rendeva in qualche modo dipendente, se non ci fosse stato Terzio egli non avrebbe potuto scrivere l’epistola ai Romani. Egli doveva comprendere che la potenza del Signore si manifestava nella debolezza dei servi di Dio.
Galati 5:2 Ecco, io, Paolo, vi dichiaro che, se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla.
5:3 Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge.
Proprio colui che aveva circonciso Timoteo, ardisce dichiarare questo?
Paolo stava correndo un serio pericolo di deragliamento, doveva frenare la sua corsa. Per lui era duro recalcitrare contro agli stimoli dello Spirito Santo, era duro alla sua carne, al suo carattere ed alla sua errata convinzione di avere già la mente di Cristo e di non avere bisogno di essere ammaestrato da nessuno. Nella mente di Cristo non c’era il pericolo d’innalzamento, Egli solo poté dire: Matteo 11:29 Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch’io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre.
Paolo aveva un carattere umile e mansueto? Se lo avesse avuto non ci sarebbe stato pericolo di innalzamento ed avrebbe sempre preso in considerazione la propria debolezza.
Paolo prega per la sua infermità e non ottiene risposta dal Signore, prega la seconda volta e non ottiene risposta…proprio lui che ha dichiarato di avere la mente di Cristo, non sa cosa ne pensa Cristo di lui. Paolo che pensa di avere piena conoscenza attraverso lo Spirito Santo, si rende conto che ancora non conosce se stesso ed i rischi che corre ed gli errori che ha fatto.
Questo è il rischio che corrono i veri servi di Dio, così come lo erano Pietro e Paolo. Chi è stato usato potentemente dal Signore corre più rischi d’innalzamento, anche perché avrebbe dei veri motivi di gloriarsi, direbbe la verità, testimonierebbe il vero. Il vero problema è che più grande è la
Testimonianza e più difficile è nascondere il testimone.
Romani 15:17
15:17 Io ho dunque di che gloriarmi in Cristo Gesù, per quel che concerne le cose di Dio;
II Corinzi 7:4
7:4 Grande è la franchezza che uso con voi; molto ho da gloriarmi di voi; son ripieno di consolazione, io trabocco d’allegrezza in tutta la nostra afflizione.
II Corinzi 7:4
7:4 Grande è la franchezza che uso con voi; molto ho da gloriarmi di voi; son ripieno di consolazione, io trabocco d’allegrezza in tutta la nostra afflizione.
II Corinzi 12:1
12:1 Bisogna gloriarmi: non è cosa giovevole, ma pure, verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore.
II Corinzi 12:1
12:1 Bisogna gloriarmi: non è cosa giovevole, ma pure, verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore.
Filippesi 2:16
2:16 onde nel giorno di Cristo io abbia da gloriarmi di non aver corso invano, né invano faticato.
I Corinzi 9:15
9:15 Io però non ho fatto uso d’alcuno di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché veder qualcuno render vano il mio vanto.
II Corinzi 7:14
7:14 Che se mi sono in qualcosa gloriato di voi con lui, non sono stato confuso; ma come v’abbiam detto in ogni cosa la verità, così anche il nostro vanto di voi con Tito è risultato verità.
II Corinzi 11:10
11:10 Com’è vero che la verità di Cristo è in me, questo vanto non mi sarà tolto nelle contrade dell’Acaia.
Certamente una persona umile non dice: preferirei morire, anziché veder qualcuno rendere vano il mio vanto. Paolo si difende a spada tratta e difende la sua autorità apostolica, si difende oltremodo e per farlo tende ad innalzarsi, la spina nella carne gli fa comprendere la sua natura.
1°Corinti4:4 Poiché non ho coscienza di colpa alcuna; non per questo però sono giustificato; ma colui che mi giudica, è il Signore.
4:5 Cosicché non giudicate di nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli de’ cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
4:6 Or, fratelli, queste cose le ho per amor vostro applicate a me stesso e ad Apollo, onde per nostro mezzo impariate a praticare il “non oltre quel che è scritto”; affinché non vi gonfiate d’orgoglio esaltando l’uno a danno dell’altro.
4:7 Infatti chi ti distingue dagli altri? E che hai tu che non l’abbia ricevuto? E se pur l’hai ricevuto, perché ti glorî come se tu non l’avessi ricevuto?
Paolo dichiara che quello che scrive lo ha applicato a se stesso, è proprio vero?
Paolo non si rendeva conto che il Signore lo faceva predicare a se stesso a poi agli altri, il “gallo” cantava e lui non lo udiva, fin quando alla sua terza preghiera il Signore gli risponde: LA MIA GRAZIA TI BASTA, PERCHE’ LA MIA POTENZA SI DIMOSTRA PERFETTA NELLA DEBOLEZZA. Paolo si era presentato molto forte, e non si era reso pienamente conto che si doveva manifestare in lui non la forza del carattere di Saulo da Tarso, ma la grazia di Dio e la potenza di Dio che si dimostra perfetta nella debolezza e nella vera umiltà dei servi di Dio.
Tutti coloro che stavano insieme a Paolo, dovevano prendere ordini da Paolo, e se qualcuno dissentiva, Paolo non lo prendeva in seria considerazione e non chiedeva neanche al Signore.
Paolo fu la punta di diamante del cristianesimo, nel suo carattere c’erano molte cose buone e positive, ma si annidava come una bomba il pericolo d’innalzamento che scaturiva dal confrontarsi con gli altri e non sempre con Cristo, nel quale tutti ci troviamo mancanti.
I Corinzi 15:10
15:10 Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di loro tutti; non già io, però, ma la grazia di Dio che è con me.
2:3 Ma neppur Tito, che era con me, ed era greco, fu costretto a farsi circoncidere;
2:4 e questo a cagione dei falsi fratelli, introdottisi di soppiatto, i quali s’erano insinuati fra noi per spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, col fine di ridurci in servitù.
2:5 Alle imposizioni di costoro noi non cedemmo neppur per un momento, affinché la verità del Vangelo rimanesse ferma tra voi.
2:6 Ma quelli che godono di particolare considerazione (quali già siano stati a me non importa; Iddio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono maggior considerazione non m’imposero nulla di più;
2:7 anzi, quando videro che a me era stata affidata la evangelizzazione degli incirconcisi, come a Pietro quella de’ circoncisi
2:8 (poiché Colui che avea operato in Pietro per farlo apostolo della circoncisione aveva anche operato in me per farmi apostolo dei Gentili),
2:9 e quando conobbero la grazia che m’era stata accordata, Giacomo e Cefa e Giovanni, che son reputati colonne, dettero a me ed a Barnaba la mano d’associazione perché noi andassimo ai Gentili, ed essi ai circoncisi;
Tito non fu costretto a farsi circoncidere, e lo stesso Paolo circoncide Timoteo, a Paolo non importava nulla degli altri servi di Dio, ma si vanta che non gl’imposero nulla.
Il “gallo” cantò, beccò la carne dell’apostolo Paolo, qual pungolo il Signore lo lasciò nella carne di Paolo fino alla sua morte.
Galati 4:13 Voi non mi faceste alcun torto; anzi sapete bene che fu a motivo di una infermità della carne che vi evangelizzai la prima volta;
4:14 e quella mia infermità corporale che era per voi una prova, voi non la sprezzaste né l’aveste a schifo; al contrario, mi accoglieste come un angelo di Dio, come Cristo Gesù stesso.
4:15 Dove son dunque le vostre proteste di gioia? Poiché io vi rendo questa testimonianza: che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati gli occhi e me li avreste dati.
Paolo scrive questa epistola nell’anno 57, egli era stato in Galazia intorno al 50, pertanto parla al passato non perché è stato guarito, ma perché sono passati degli anni.
Prova ne è che quando nel 57-58 scrive la lettera ai Romani, Paolo ha avuto un peggioramento ulteriore alla vista, e lui uomo colto non riesce neanche a scrivere ed usa Terzio come scrivano.
Fratelli cari, esaminiamo il cammino di questo grande uomo di Dio, non guardiamo solo la sua forza, ma guardiamo anche le sue debolezze affinché la potenza di Dio si manifesti in noi.
Se siamo veri servi di Dio, certamente il Signore userà il Suo “pungolo” ed anche se recalcitriamo
Il Signore ci porterà a comprendere ogni eventuale pericolo d’innalzamento.
Vedendo la Parola in questa visione, il Signore ha parlato al mio cuore e mi ha fatto comprendere molte cose che fino ad ieri mi erano sconosciute. Non cose che interessano ad altri, ma cose che interessano il mio cammino come cristiano e come servo di Dio. A volte il Signore ci mette un freno e noi ci mettiamo a sgridarlo pensando che è d’impedimento al nostro eventuale ministerio.
Dobbiamo sapere ascoltare il Signore e gli eventuali Barnaba che il Signore ci mette a fianco. Non convinciamoci di avere la mente di Cristo e di non avere bisogno di essere ammaestrati da nessuno.
Rendiamoci conto che conosciamo in parte, e che non tutto quello che pensiamo e facciamo procede dalla mente di Cristo. Il Signore nell’unità dello Spirito ci parla attraverso i Suoi canali, anche se siamo servi di Dio ci manda Anania, Agabo ed altri servi. Proprio per questo ha costituito: apostoli, profeti, evangelisti, pastori e dottori. Paolo lo diceva, lo scriveva, ma non accettava nessuno che non lo avesse scelto lui e che a lui doveva essere sottomesso. Degli altri apostoli, non trovino scritto del “pungolo”, della spina nella carne, di satana che lo schiaffeggia….
Nell’esaminare con onestà il cammino di Paolo, possiamo identificarci in molte cose.
PACE DEL SIGNORE
F.llo Eliseo