2° Pietro 2:20 Poiché, se dopo esser fuggiti dalle contaminazioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si lasciano di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima.
2:21 Perché meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuta la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento ch’era loro stato dato.
2:22 È avvenuto di loro quel che dice con verità il proverbio: Il cane è tornato al suo vomito, e: La troia lavata è tornata a voltolarsi nel fango.
L’apostolo Pietro usa parole molto forti per far comprendere a cosa va incontro colui che volta le spalle al santo comandamento del Signore.
Quando qualcuno si avvicina al Signore, lo conosce e di conseguenza si allontana e fugge dalle contaminazioni del mondo e testimonia agli altri di volere servire il Signore con la propria vita, egli ha rigettato e vomitato le contaminazioni del mondo.
Certamente chi vomita sente il bisogno di liberarsi di qualcosa che lo faceva stare male, se qualcuno ha ingerito qualcosa di tossico, si cerca di farlo vomitare affinché l’organismo si liberi da quel veleno che può portarlo alla morte, si rincorre anche alla lavanda gastrica per lavare le viscere da ogni residuo di veleno, chi ha ingerito il veleno accidentalmente non torna al proprio vomito.
Egli sa che ingerire il proprio vomito significa volersi suicidare.
Purtroppo alcuni tentano il suicidio ed ingeriscono volontariamente delle sostanze letali, alcuni vengono salvati anche contro la propria volontà e spesso ci riprovano e riescono a portare a termine il loro malsano proposito, il secondo tentativo ha spesso conseguenze più gravi del primo.
Il cane che torna al proprio vomito e la troia lavata che torna a voltolarsi nel fango, lo fa volontariamente e non può dire di farlo involontariamente.
Il cane sapeva quanto stava male prima di vomitare, la troia sapeva quanto era sporca di fango, era stata lavata ed aveva potuto notare la differenza.
La troia che rimane troia, prima o dopo ritorna a voltolarsi nel fango; la troia lavata che non rimane troia ma diviene pecora, non si senta più attratta dal fango del peccato ma cerca di scansarlo per non macchiare il bianco vello.
L’uomo peccatore, prima di conoscere il Signore sguazzava nel fango del peccato, quando ha conosciuto il Signore ha detto: Signore lavami !…il Signore lo ha lavato col lavacro della Sua Parola, gli ha fatto la “doccia” col Sangue di Cristo Gesù, ha spezzato ogni catena che lo teneva schiavo e lo ha reso libero di seguirlo. L’uomo così lavato si è allontanato dall’immondizia del peccato, ha testimoniato agli altri di avere conosciuto il Signore e gli altri hanno visto un certo cambiamento, un allontanamento dal mondo non serve a nulla se dopo si ritorna nel mondo.
Matteo 10:22 E sarete odiati da tutti a cagion del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
Bisogna perseverare ed allontanarsi dal mondo, il tornare indietro non è perseveranza, il tornare indietro è tornare al proprio vomito, è riprendersi tutto quello che si aveva rigettato, è non ricercare più il lavacro della Parola, è uscire dalla “doccia” e non lavarsi più.
A volte notiamo dei barboni, sono molto sporchi e fanno puzza perché non si lavano, alcuni di loro erano delle persone colte, abitavano in belle case, si facevano la doccia tutti i giorni, erano sempre puliti e profumati ma non hanno perseverato e si sono ridotti in quello stato.
Il primo sintomo di chi sta ritornando nel fango è la mancanza del desiderio del lavacro della Parola e la mancanza del desiderio di pregare. Non lavandosi, inesorabilmente si diventa sozzi e puzzolenti ed il fango del peccato si accumula fino al punto che il “naso” della nostra coscienza non ne sente il puzzo. Se un barbone cade in una pozzanghera non ci farà alcun caso, un po’ di fango in più…….
La Bibbia ci dice che il mondo ci contamina, chi ha conosciuto il Signore si è allontanato dalle contaminazioni, se torna indietro può ancora essere gradito dal Signore?
Luca 8:13 E quelli sulla roccia son coloro i quali, quando hanno udito la Parola, la ricevono con allegrezza; ma costoro non hanno radice, credono per un tempo, e quando viene la prova, si traggono indietro.
Ebrei 10:38-39 Ma il mio giusto vivrà per fede; e se si trae indietro, l’anima mia non lo gradisce.
Ma noi non siamo di quelli che si traggono indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per salvar l’anima.
Giovanni 6:66 D’allora molti de’ suoi discepoli si ritrassero indietro e non andavano più con lui.
Luca 9:62 Ma Gesù gli disse: Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi riguardi indietro, è adatto al regno di Dio.
Quando qualcuno inizia un viaggio ha le idee chiare, sa dove deve andare, si è prefissata una meta, non basta dire: sto camminando per giungere a questa città; queste parole non significano che certamente giungeremo a quella città, ci arriveremo solo se perseveriamo nel cammino.
Chi intraprende un viaggio e si ferma o torna indietro, meglio avrebbe fatto se non fosse mai partito.
Chi parte e torna indietro ha perso tempo e danaro inutilmente, ha ingannato se stesso.
Matteo 16:24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua.
Molti dei discepoli che avevano dichiarato di volere seguire Gesù, si ritrassero indietro e non andavano più con Gesù, questi discepoli non erano disposti a rinunziare a loro stessi.
Se la troia lavata non vuole rinunziare alla troia ma vuole rimanere tale, prima o dopo cercherà il fango del peccato ed uscirà fuori dalla via della santificazione per tornare alla contaminazione.
Che fa questo non è disposto a seguire Gesù sul Golgota, non vuole portare la sua croce e seguire le orme del Maestro che vogliono portare la “troia” ad essere crocifissa per rinascere pecora che mai più sarà attratta dal fango del peccato ma dal lavacro della Parola di Dio e del Sangue dell’Agnello.
Chi non ha ancora rinunciato a se stesso, non è ancora un discepolo affidabile perché da un momento all’altro può tornare indietro.
Oggi molti si credono nati di nuovo, ci dovremo chiedere: che facciamo quando vediamo una pozzanghera di fango? Ci passiamo vicino ? la evitiamo ? ci tuffiamo dentro e ci rotoliamo ?
Fratelli miei cari, non inganniamo noi stessi e non pensiamo di ingannare Dio: quello che seminiamo produrrà il frutto che ciascuno di noi raccoglierà.
Il frutto dello Spirito Santo non potrà giammai crescere nel fango del peccato, la troia lavata non potrà mai produrre latte di pecora e lana. Il Nostro Sommo Pastore è Pastore di pecore e non di troie lavate che da un momento all’altro vanno alla ricerca della pozzanghera di fango che certamente non troveranno nella via stretta ed angusta che porta alla Vita Eterna, ma la troveranno nella via larga e spaziosa che porta alla perdizione.
Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli….ma coloro che perseverano fino alla fine della troia ed alla nascita della pecora che entrerà nel Regno dei cieli.
Non si diventa pecora perché si frequenta la chiesa, ma se abbiamo rinunziato a noi stessi.
Pace del Signore
F.llo Eliseo