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ADOLFO NICOLAS
SUPERIORE GENERALE DELL’ORDINE DEI GESUITI
DETTA COMPAGNIA DI GESU’
Le case e le sedi romane sono una preferenza apostolica
| Padre Generale | 12/03/2013
Il Padre Generale ha inviato a tutta la Compagnia una lettera sulla missione delle Case e Opere interprovinciali romane (2013-03). “Nel corso dei secoli, i Papi hanno dato numerose missioni alla Compagnia di Gesù, tra le quali 12 istituzioni pontificie a Roma attualmente affidate alle nostre cure”, scrive il Generale, che considera queste istituzioni “una preferenza apostolica universale di tutta la Compagnia”.
Oggi Gregoriana, Biblico e Orientale contribuiscono alla formazione di più di 3.500 studenti provenienti da 120 paesi di sei continenti. Un quarto degli attuali vescovi in carica nel mondo proviene da una di queste tre istituzioni, così come il 40% del Collegio dei Cardinali, con la metà degli elettori dell’attuale conclave.”Inoltre, molti docenti delle istituzioni romane della Compagnia fungono da esperti in vari dicasteri o uffici della Santa Sede. Mentre il governo centrale della Chiesa cerca di rispondere alle questioni importanti poste alla Chiesa e al mondo, questi gesuiti offrono i loro consigli ponderati, tratti da campi di competenza diversi e da diversi orizzonti culturali”.
Le Case e le Opere Interprovinciali Romane (DIR)
2013/03
A TUTTA LA COMPAGNIA
Cari Fratelli,
in questi giorni gli occhi della Chiesa e del mondo sono concentrati su Roma, mentre aspettiamo e preghiamo per un nuovo Successore di Pietro. Questo sembra essere un momento opportuno per noi come Gesuiti, che desideriamo “servire il solo Signore e la Chiesa sua sposa, sotto il Romano Pontefice, il vicario di Cristo sulla terra”, per riflettere e pregare su una frontiera importante per la nostra missione universale: le Case e le Opere Interprovinciali Romane (DIR).
La maggior parte di voi sa che, nel corso dei secoli, i Papi hanno dato numerose missioni alla Compagnia di Gesù, tra le quali 12 istituzioni pontificie a Roma attualmente affidate alle nostre cure. Vorrei portare alla vostra attenzione in particolare la Pontificia Università Gregoriana, il Pontificio Istituto Biblico, il Pontificio Istituto Orientale e i due collegi (il Bellarmino e il Gesù) dove risiedono i gesuiti che fanno i loro studi presso queste istituzioni.
Invito tutti i gesuiti di tutte le Province e Regioni a considerare queste istituzioni come una missione e una responsabilità da condividere. Ancor più, vorrei chiedere che tutti i gesuiti guardino a queste istituzioni come “una priorità tra le priorità degli apostolati della Compagnia di Gesù”, per usare le parole del Papa emerito Benedetto XVI quando visitò l’Università Gregoriana nel 2006.
Mentre ci sono molti segni di speranza e di crescita nella Chiesa, una delle grandi sfide del nostro tempo continua ad essere il suo continuo rinnovamento in modo che essa diventi un segno e uno strumento più efficace e convincente del Regno di Dio per il nostro mondo. Sono convinto che, tra i tanti modi in cui serviamo la Chiesa, uno dei migliori sia costituito dalle nostre istituzioni che formano i leader per la Chiesa universale, cioè le persone che contribuiranno ad aiutare la Chiesa a diventare in modo più autentico ciò che essa è chiamata ad essere da Cristo: un’umile serva dell’umanità, un sacramento della compassione e della misericordia di Cristo nel mondo, un fedele messaggero della Buona Notizia. È proprio per le grandi possibilità che le Case e Opere Romane ci offrono per contribuire a questo rinnovamento della Chiesa universale che la CG 35a, P. Peter-Hans Kolvenbach e io abbiamo insistito sul fatto che queste istituzioni romane siano una preferenza apostolica universale di tutta la Compagnia.
Oggi, la Gregoriana, il Biblico e l’ Orientale contribuiscono alla formazione di più di 3.500 studenti provenienti da 120 paesi di sei continenti. La maggior parte di loro si sta preparando per il servizio nelle rispettive Chiese locali come preti, suore, formatori, professori o responsabili laici. Come antichi alunni delle nostre istituzioni, essi hanno un profondo impatto sulla Chiesa. Un quarto degli attuali vescovi in carica nel mondo proviene da una di queste tre istituzioni, così come il 40% del Collegio dei Cardinali, con la metà degli elettori dell’attuale conclave. Inoltre, molti docenti delle istituzioni romane della Compagnia fungono da esperti in vari dicasteri o uffici della Santa Sede. Mentre il governo centrale della Chiesa cerca di rispondere alle questioni importanti poste alla Chiesa e al mondo, questi gesuiti offrono i loro consigli ponderati, tratti da campi di competenza diversi e da diversi orizzonti culturali.
L’opportunità di studiare in una di queste istituzioni, risiedendo al Collegio Bellarmino o al Gesù, offre ai giovani gesuiti, oltre all’ eccellente qualità della formazione intellettuale, due ulteriori vantaggi. In primo luogo, il fatto di vivere così vicini alle stanze del nostro padre Ignazio e ad una chiesa così importante nella storia della Compagnia, fornisce ai nostri giovani compagni un ambiente ideale per approfondire il senso del nostro “modo di procedere” come gesuiti e di integrare questo con i loro studi teologici. In secondo luogo, vivere in queste case di formazione offre ricche opportunità di scambio interculturale e l’allargamento di orizzonti apostolici, non solo tra i membri della comunità dei gesuiti, ma anche a contatto con altri studenti, d’una diversità eccezionale, delle nostre istituzioni romane. Lì, in modo reale, i gesuiti sperimentano la cattolicità della Chiesa. Inoltre, come molti gesuiti che hanno studiato qui possono attestare, sono iniziate proprio nelle case e nelle istituzioni romane le reti di amicizia e di collaborazione internazionale che consentono ora ai gesuiti di rispondere più efficacemente alla nostra missione universale. Io stesso, avendo studiato alla Gregoriana e vissuto al Collegio Bellarmino, posso personalmente confermare il valore della formazione e dell’istruzione in queste istituzioni e case romane.
È un privilegio per la Compagnia che il Romano Pontefice le affidi questa grande opportunità di servire al costante rinnovamento della Chiesa universale. Quindi chiedo a tutta la Compagnia di abbracciare la missione delle istituzioni romane con gioia e generosità. Ciò può richiedere un cambiamento del cuore e della mente tra alcuni di noi per quanto riguarda queste opere. Per varie ragioni, non tutti i gesuiti hanno un’alta opinione di queste istituzioni. Alcune delle ragioni di queste resistenze sono, bisogna ben dirlo, pregiudizi e stereotipi che possono essere facilmente modificati da un contatto effettivo con la realtà delle istituzioni e case romane, come molti Provinciali sanno, dopo aver visitato i membri della loro Provincia a Roma.
Come tutti gli apostolati della Compagnia, le istituzioni romane hanno continuamente bisogno di migliorare. Ma i cambiamenti necessari a queste istituzioni possono avvenire solo nella misura in cui tutta la Compagnia se ne assume la responsabilità e fornisce gesuiti competenti e creativi (professori, amministratori e studenti), che possano contribuire a realizzare ciò che è necessario. Allo stesso tempo, vorrei sottolineare il beneficio che deriva al governo centrale della Chiesa il poter contare su gesuiti provenienti da culture e chiese locali così diverse, che arricchiscono con prospettive culturali molteplici la loro ricerca, insegnamento e attività di periti qui a Roma.
Per tutti questi motivi, esorto i Superiori Maggiori a continuare a inviare alcuni dei loro uomini migliori come professori e amministratori delle nostre istituzioni romane, anche se ciò rappresentasse un sacrificio da parte della Provincia e della Regione. Inoltre, per il bene del nostro futuro servizio della Chiesa, invito a inviare anche un maggior numero di giovani dotati a studiare in queste istituzioni e a formarsi nelle comunità del Gesù e del Bellarmino.
Voglio veramente ringraziare tutte le Province e le Regioni che hanno inviato uomini a studiare o a servire nelle nostre istituzioni e case romane. In modo particolare, voglio estendere i ringraziamenti della Compagnia universale a tutti i nostri fratelli gesuiti che vi operano ora, o lo hanno fatto in passato. Che il Signore ci aiuti a rispondere con generosità ed entusiasmo a questa missione che ci è affidata dai Romani Pontefici, per il maggior servizio della Chiesa universale e la maggior gloria di Dio.
Fraternamente nel Signore,
A. Nicolás, S.J.
Superiore Generale
Roma, 8 marzo 2013