Atti 2:42 Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.
Atti 2:46 E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore,
Atti 20:7 E nel primo giorno della settimana, mentre eravamo radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, si mise a ragionar con loro, e prolungò il suo discorso fino a mezzanotte.
1° Corinti 10:16-17 Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è egli la comunione col sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è egli la comunione col corpo di Cristo?
Siccome v’è un unico pane, noi, che siam molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell’unico pane.
1° Corinti 11:17-20 Mentre vi do queste istruzioni, io non vi lodo del fatto che vi radunate non per il meglio ma per il peggio.
Poiché, prima di tutto, sento che quando v’adunate in assemblea, ci son fra voi delle divisioni; e in parte lo credo; perché bisogna che ci sian fra voi anche delle sètte, affinché quelli che sono approvati, siano manifesti fra voi.
Quando poi vi radunate assieme, quel che fate, non è mangiar la Cena del Signore.
1° Corinti 11:23-32 Poiché ho ricevuto dal Signore quello che anche v’ho trasmesso; cioè, che il Signor Gesù, nella notte che fu tradito, prese del pane; e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me.
Parimente, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me.
Poiché ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finch’egli venga.
Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo ed il sangue del Signore.
Or provi l’uomo se stesso, e così mangi del pane e beva del calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudicio su se stesso, se non discerne il corpo del Signore.
Per questa cagione molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono.
Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siam corretti dal Signore, affinché non siam condannati col mondo.
Matteo 8:11 Or io vi dico che molti verranno di Levante e di Ponente e sederanno a tavola con Abramo e Isacco e Giacobbe, nel regno dei cieli.
Matteo 26:29 Io vi dico che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio.
Apocalisse 19:9 E l’angelo mi disse: Scrivi: Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello. E mi disse: Queste sono le veraci parole di Dio.
Abramo, Isacco e Giacobbe, cioè il residuo d’Israele ( I centoquarantaquattromila ) sono la Sposa, gli invitati che verranno da Levante e di Ponente, sono i gentili innestati nella Sposa.
Apoc. 21:2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo d’appresso a Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Quando Gesù istituì la Santa Cena, Egli disse ai Suoi che ci sarebbe stata un Santa Cena nel regno del Padre Suo e nostro, questa sarà la Cena delle nozze dell’Agnello.
La Santa Cena che noi celebriamo, non è altro che la figura di quella che il Signore celebrerà insieme ai santi che sono invitati alla Cena delle nozze dell’Agnello.
A quella Cena parteciperanno solo gli eletti, soltanto la Sua Sposa e gli invitati possono partecipare.
La Chiesa primitiva era perseverante nell’attendere l’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, e nel rompere il pane e nelle preghiere; era una chiesa che viveva una realtà ben diversa da quella di oggi, era ammaestrata da veri ministri costituiti dal Signore che praticavano e predicavano l’amore fraterno e la comunione fraterna, celebravano la Santa Cena ed erano perseveranti nelle preghiere, in vista di essere partecipi alle nozze dell’Agnello.
Erano tutti di pari consentimento, erano anche assidui nell’andare al tempio, ma la Santa Cena la celebravano nelle case, dove prendevano il loro cibo insieme con letizia e semplicità di cuore.
La Santa Cena veniva fatta il primo giorno della settimana, cioè la domenica, il giorno in cui Gesù era risorto, Egli era la loro Pasqua, si ricordavano del sacrificio di Cristo, della Sua resurrezione, e pertanto aspettavano il Suo ritorno; questo era motivo di letizia e di comunione fraterna.
Purtroppo la chiesa non rimase a lungo in quella gloriosa condizione di gioia e comunione fraterna.
Dopo pochi decenni molte cose erano cambiate in peggio, specie nella chiesa di Corinto, nella quale molti si accostavano indegnamente alla Cena del Signore, i quali mangiavano e bevevano un giudizio su loro stessi, molti erano infermo ed alcuni morivano.
Paolo aveva saputo che quando si radunava la chiesa, c’erano delle divisioni, radunarsi e celebrare la Santa Cena, non era celebrare la Cena del Signore, ma mangiare e bere un giudizio su loro stessi.
Meglio non partecipare alla Cena che farlo indegnamente; con risentimenti e mancanza d’amore fraterno, con divisioni nelle case e nella Chiesa, non procacciando la pace, ovviamente per quanto dipende da noi e non per quanto dipende dagli altri.
Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siam corretti dal Signore, affinché non siam condannati col mondo.
Dobbiamo esaminare noi stessi, farlo prima di accostarci alla Cena, se non lo facciamo siamo giudicati dal Signore, che riprende, corregge e castiga i figli che ama per non condannarli col mondo; accostarsi alla Santa Cena è entrare nel Luogo Santissimo, dichiarare di essere partecipi al Corpo ed al Sangue di Cristo, se si hanno odi o risentimenti verso qualcuno si può rigettare anche qualcuno che fa parte del Corpo di Cristo, pertanto quella non è la Cena del Signore perché abbiamo escluso qualcuno nel nostro cuore.
Alla cena del Signore partecipano tutti coloro che sono stati invitati dal Lui, nessuno dei commensali può escludere qualcuno nel proprio cuore, si troverebbe sotto il giudizio perché ha giudicato nel proprio cuore qualcuno, non sarebbe perdonato perché non ha perdonato.
Matteo 5:23-25 Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare, e quivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia quivi la tua offerta dinanzi all’altare, e va’ prima a riconciliarti col tuo fratello; e poi vieni ad offrir la tua offerta.
Fa’ presto amichevole accordo col tuo avversario mentre sei ancora per via con lui; che talora il tuo avversario non ti dia in man del giudice, e il giudice in man delle guardie, e tu sii cacciato in prigione.
Se sappiamo che qualcuno ha qualcosa contro di noi, non aspettiamo che venga lui da noi, ma cerchiamo di fare amichevole accordo se non vogliamo essere dati in mano del Giudice.
Procacciamo la pace con tutti, amiamo i nostri nemici se vogliamo essere amici di Gesù.
I Giovanni 3:18 Figlioletti, non amiamo a parole e con la lingua, ma a fatti e in verità.
Pace del Signore
F.llo Eliseo